martedì, novembre 06, 2007

IN PRIMO PIANO

06 NOVEMBRE 2007 ore 14:52

Possibili nevicate a quote basse (400-600 metri) tra Venerdì e Sabato mattina sull'Alto Adige a causa un maggiore spinta verso sud delle precipitazioni, complice anche il vento che soffierà sui rilievi ad oltre i 70-100 km/h. Interessate dalla neve le zone del Brennero, Val Senales, Passo Resia, Val di Vizze, Valle Aurina, Valle Anterselva. Gli accumuli previsti oscilleranno tra i 5-10 cm oltre i 20-30 cm proseguendo verso nord.

IN PRIMO PIANO

06 NOVEMBRE 2007 ore 14:13

POSSIBILI CAMBIAMENTI SERI DOPO META' MESE?


Poche novità ci arrivano dai nostri modelli a medio termine. L'Alta Pressione spancia troppo verso est; complice lo spostamento della discesa fredda intorno al 10 Novembre verso i Balcani e l'est dell'Europa.

In mezzo ci sarà l'Italia che giocherà con il vento, anche forte sui mari, ma i fenomeni saranno piuttosto scarsi e rilegati soprattutto a nord delle Alpi, Adriatico e Meridione a causa dello sfioramento della saccatura fredda. La neve cadrà oltre i 700-800 sull'Appennino e anche sotto i 500-600 metri sulla Svizzera e Austria, localmente anche in pianura. In una prima fase nevicate anche sui nostri rilievi italiani, specie quelli valdostani, lombardi e dell'Alto Adige.

Per osservare un notevole cambiamento su tutta l'Italia, anche sul Tirreno, bisognerà aspattere probabilmente fino al 15 Novembre, quando i geopotenziali potrebbe avere una "rottura" sulla Francia settentrionale. Questo contribuirà a far arretrare l'afflusso freddo da est verso ovest. Le masse si aria fredda potranno così penetrare più decisamente anche sul Mediterrano dopo metà mese.

Arriverà freddo, neve e pioggia? L'unica cosa che possiamo dire è che la situazione viene confermata da alcuni giorni, eccetto per alcuni modelli che prevedono bel tempo ad oltranza. Sarà un ottimo regalo per il l'Italia occidentale, che potrà vedere finalmente la pioggia.
Seguite gli aggiornamenti...

IN PRIMO PIANO

06 NOVEMBRE 2007 ore 6:55

L’ALTA PRESSIONE NON MOLLA LA PRESA L’INVERNO RINVIA AL PROSSIMO APPUNTAMENTO


Si pensava ad un seria svolta a metà mese ma…purtroppo era sono un segno e che sogno. Poche le novità di quest’oggi per il medio-lungo termine.
Il fatto più preoccupante non è il tempo, che tutto sommato non è da disprezzarlo, con giornate soleggiati e prettamente autunnali. Ricordate il fatidico Autunno-Inverno 2006-07 senza pioggia e senza neve? Bene, una situazione del genere non si può dimenticare facilmente. Dobbiamo solo chiedere grazie se abbiamo questo tempo, fasi fredde e fasi un po’ più miti, d’altronde siamo ancora in Autunno mica in Inverno.

La cosa che adesso preoccupa di più è la PIOGGIA. Continua a mancare su molte nostre regioni centro-settentrionali, specie quelle del Nord-Ovest e il Tirreno in primis, ad esclusione forse della Sardegna che ha visto qualche fenomeno in più. Il fatto più importante e allo stesso tempo può inquietante, se vogliamo dirlo così, è stato appunto la mancanza d’acqua su queste regioni. Accumuli che a stento hanno superato i 40-50 mm nell’arco di 30 giorni; fatto non positivo. Discorso diverso per quanto riguarda il versante Adriatico e i Balcani. Qui, gli accumuli raggiunti sono stati localmente superiori alla norma su alcune regioni, con punte di 150-200 mm di pioggia e quasi mezzo metro di neve caduto in Appenino a fine mese.
Perché? La risposta è semplice. Abbiamo avuto un mese caratterizzato da una calotta anticiclonica sull’Europa sud-occidentale, causa di bel tempo su quasi tutto il Paese. Però se da un lato avevamo l’Alta Pressione, dall’altro notavamo correnti più fredde e foriere di piogge. Difatti l’Italia orientale ha riscontrato parecchie discese fredde dall’Europa orientale con piogge e neve a “grandi quantità”, specie negli ultimi 15 giorni.

Ma torniamo a noi. Il discorso per i prossimi giorni non è affatto da sottovalutare. Sì, le previsioni tracciate dai nostri modelli parlano di uno spostamento dell’Alta Pressione verso est, ma non dimentichiamoci del grosso serbatoio da aria fredda ad est, non da tralasciare assolutamente.
Questo sbilanciamento dell’Alta Pressione provocherà come abbiamo già visto una spostamento anche notevole dal vortice polare in discesa dal Nord-Europa. Certo, si può immaginare che questa situazione tracciata sia ormai la più certa, ma non è affatto così.
Se l’aria fredda (fatto non semplice) riuscisse a scavare nei prossimi giorni la calotta anticiclonica da nord, allora è probabile che l’aria fredda possa riversarsi sulla nostra Penisola con nuove prospettive fredde e anche nevose!. NON è una cosa semplice.

IN SINSTESI: nubi e qualche pioggia in arrivo nei prossimi giorni sull’Adriatico, Sardegna e Meridione. Spruzzate di neve a quote medio-basse sull’Appennino centrale e a quote bassissime a nord delle Alpi. Fiocchi di neve fino in pianura attesi sull’Europa orientali e Balcani. Soleggiato altrove con venti intensi sui mari; Favonio possibile sulle pianure del Nord-Ovest.

Solo dopo metà mese si profila un nuovo peggioramento piovoso, ma ne riparleremo in seguito…

PREVISIONI

06 NOVEMBRE 2007 ore 6:50

PREVISIONI PER MERCOLEDI 7 NOVEMBRE: SOLEGGIATO O POCO NUVOLOSO AL CENTRO-NORD. NUBI SUL MERIDIONE CON PIOGGE SULLA SICILIA, PUGLIA E BASSO TIRRENO; VENTOSO.
Entra aria fredda dall’Adriatico. Nubi e qualche fenomeno nella giornata di domani su alcune regioni del nostro Meridione. In seguito si profila un sostanziale miglioramento ovunque, ma in un contesto sempre freddo. Purtroppo gli ultimi aggiornamenti hanno visto lo slittare dall’affondo freddo verso i Balcani dopo il 10 del mese…ma nuovi spiragli si aprono a metà mese. Staremo a vedere…


NORD: Giornata soleggiato a nord del Po’ e lungo le Alpi. Sulla Liguria, Cuneese , Romagna, Veneto e Friuli saranno presenti nubi sparse e a tratti compatte, ma senza fenomeni. Possibili brevi nevicate sui rilievi dell’Alto Adige.
Temperature massime comprese tra i 12-14°C. Minime intorno ai 3-7°C. Venti moderati da N-NE sulla Liguria e da N sulle Alpi, in attenuazione nel corso della giornata; deboli altrove.
Mari poco mossi.

CENTRO: Giornata serena e soleggiata sul Tirreno e Sardegna. Addensamenti sparsi invece lungo il versante Adriatico, specie sull’Abruzzo e il Molise; dove cadranno anche locali piogge, in via di esaurimento dalla tarda mattina.
Temperature massime comprese tra 13-16°C. Minime intorno ai 5-11°C. Venti moderati sul Tirreno, Sardegna e al mattino anche sul medio Adriatico. Nella notte nuovi rinforzi sulla Sardegna.
Mari poco mossi; mossi sulla Sardegna e Corsica.

SUD: Giornata nuvolosa sulla Sicilia e Calabria meridionale, dove fino al pomeriggio saranno possibili piogge o locali rovesci; più probabili sul Messinese, Stretto di Messina e coste meridionali calabresi, oltre che sullo Jonio e basso Tirreno.
Sulle restanti regioni nubi sparse ma ancora momenti a tratti soleggiati, specie dal pomeriggio/sera.
Temperature massime comprese tra i 12-16°C. Minime intorno ai 10-14°C. Venti moderati su tutti i mari, con rinforzi anche sostenuti da E-NE sullo Jonio.
Mari da poco mossi a mossi.

SCIENZA E TECNOLOGIA

06 NOVEMBRE 2007 ore 6:44

SOCCORSO: LOCALIZZARE I CELLULARI SI PUO’
Arriva dai servizi segreti e militari il futuro del soccorso alpino per la ricerca dei dispersi. Si tratta di una nuova tecnologia in grado di localizzare, a distanza di chilometri, la posizione precisa di qualsiasi telefono cellulare acceso.


Il nuovo sistema è stato testato con successo nei giorni scorsi a Tesero, in Val di Fiemme, in una esercitazione organizzata dal soccorso trentino alla quale hanno partecipato i vertici dei soccorsi alpini di tutta Italia e anche di paesi esteri.

Un "finto disperso", durante la simulazione, è stato localizzato nel giro di pochi minuti: il segnale del suo cellulare è stato trovato e, nel raggio di un paio di chilometri, l'apparecchio elettronico è stato in grado di isolarlo da tutti gli altri telefonini funzionanti della zona.

La tecnologia è nata cinque anni fa ed è stata finora utilizzata solo dall'esercito e dalle forze di polizia per le intercettazioni ambientali. Era complessa e ingombrante, ma grazie a una serie di migliorie tecnologiche oggi ha raggiunto dimensioni tali da poter immaginare il suo utilizzo anche a bordo degli elicotteri.

Il costo rimane comunque piuttosto alto: 250 mila euro. E restano da apportare altri miglioramenti tecnologici. Ma in futuro diventerà quasi sicuramente uno dei mezzi principali utilizzati per la ricerca dei dispersi in montagna.
MONTAGNA.TV

SCIENZE DELLA TERRA

06 NOVEMBRE 2007 ore 6:32

ARRIVA LA MAPPA MAGNETICA DELLA TERRA
Una mappa in più per la Terra. Oggi per la prima volta sono state rese pubbliche delle nuove cartaografie che mostrano tutte le particolarità e le anomalie magnetiche del nostro pianeta.



Un team di ricercatori internazionale, lo Iaga (International Association of Geomagnetism and Aeronomy), con l'aiuto di un satellite costruito da russi e tedeschi, in orbita da 5 anni, ha reso possibile la realizzazione di questa particolare mappatura.

La "World Digital Magnetic Anomaly Pap" questo il nome della mappa, potrà essere utilizzata per molteplici scopi: dall'analisi dei vari strati della superficie terrestre fino allo studio dei minerali, dall'osservazione delle falde acquifere del sottosuolo al monitoraggio delle aree sismiche a rischio di maremoti.
La mappa mostra le anomalie magnetiche della crosta terrestre che fino oggi non erano mai state rese pubbliche. Grazie a questa cartografia, gli scienziati sperano di capire più a fondo la composizione geologica del pianeta e le sue possibili evoluzioni future.
Leggere la cartina sarà comunque alla portata di tutti. I colori caldi come rosso e giallo si trovano in corrispondenza di alte anomalie, mentre i colori freddi invece segnalano anomalie lievi.

Ma non crediate che la cartina possa interessare solo a geologi o esperti del campo. Da recenti studi è emerso che le anomalie magnetiche della Terra hanno effetti anche sulla salute dell'uomo, e generano malattie definite "geopatie".
SCIENZE.TV

PALEONTOLOGIA

06 NOVEMBRE 2007 ore 6:12

I PRIMI UCCELLI NON AMAVANO GLI ALBERI
La predilezione per una vita arboricola si deve essere evoluta solo in un secondo tempo


I primi uccelli dovevano comportarsi più come i moderni tacchini che non come gli uccelli che oggi popolano le chiome degli alberi: è quanto affermano i ricercatori dell'Università del Queensland che hanno confrontato l'angolo di curvatura delle zampe degli uccelli attuali con quelli dei più antichi reperti fossili dei loro antenati. Come spiegano in un articolo pubblicato sul numero del 6 novembre di Current Biology, da questo confronto emergono forti indizi che essi trascorressero gran parte del tempo a terra e non sopra i rami degli alberi.

"Le zampe degli uccelli del Mesozoico e dei loro immediati predecessori teropodi sono relativamente 'diritte', più simili a quelle degli uccelli oggi specializzati a camminare al suolo, o che comunque lo preferiscono, piuttosto che a quelle molto incurvate degli uccelli che passano molto tempo sui rami", ha osservato Christopher Glen, che ha diretto la ricerca.
L'origine e la prima evoluzione degli uccelli è stato uno dei principali argomenti di discussione nel dibattito della biologia evoluzionistica, con la contrapposizione fra quanti sostenevano che gli uccelli sarebbero evoluti da antenati che vivevano al suolo e quanti ipotizzavano l'evoluzione da specie arboricole: "una falsa dicotomia che ha rallentato i progressi nella ricerca", osserva Glen.
Nel loro studio, Glen e colleghi suggeriscono che parte del problema sia l'arbitraria classificazione degli uccelli come arboricoli o da terra, quando i due comportamenti non sono in realtà mutuamente esclusivi.

I ricercatori hanno analizzato le zampe di 249 specie viventi, rilevando che la curvatura aumenta via via che aumenta il comportamento alimentare sulle piante. Successivamente Glen e colleghi hanno confrontato le diverse curvature con quelle dei reperti fossili disponibili.

"Per riassumere - ha concluso Glen - poiché l'angolo della zampa è indipendente dalla dimensione del corpo e dalle relazioni evolutive fra le specie, è un credibile indicatore del comportamento predominante correlato alla locomozione bipede, e può dare un importante contributo alla ricostruzione dell'ecomorfologia delle specie fossili, ossia di come vivevano e usavano il loro ambiente. I nostri risultati suggeriscono che i primi uccelli si nutrissero prevalentemente al suolo, non suffragando invece l'ipotesi di un precedente adattamento delle zampe a una vita arboricola, che deve essersi evoluta solo successivamente."
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