martedì, novembre 20, 2007

20 NOVEMBRE 2007
Tra qualche settimana sarà in onda il nuovo sito meteo: www.meteoggi.it

IN PRIMO PIANO

20 NOVEMBRE 2007 ore 13:59

DOPO LA PIOGGE NUOVA IRRUZIONE FREDDA SULL'ITALIA A FINE MESE? TORNERA' FREDDO E NEVE?


Gli indici AO sono in netto calo. Prospettive per un nuova ondata di gelo e neve sull'Italia, verso fine mese?

Gli ultimi aggiornamenti propongono un'evoluzione molto interessante in termini di freddo e precipitazioni negli ultimi giorni del mese, anche se la traiettoria della discesa fredda sarà al quanto occidentale. In questo caso, i settori a ricevere piogge e neve a quote basse risulteranno per l'ennesima volta l'Adriatico e il Meridione, mentre il Nord (specie il Nord-Ovest) e l'alto Tirreno rimarrebbero a guardare!

Ma non è detto! Una "timida" amicizia con la depressione canadese non è da escludere. Sarebbe una scance per l'Europa e l'Italia occidentale, ma come già detto, la situazione è piuttosto delicata e rimarrà riservata ancora per alcuni giorni, prima di decidere la sorte.

Senz'altro la prossima ondata di freddo (se ci sarà) avrà caratteristiche ben più fredde della precendente.
Seguite gli aggiornamenti...

IN PRIMO PIANO

20 NOVEMBRE 2007 ore 6:55

TEMPERATURE DELLE ORE 6 IN ITALIA

-7°C a Dobbiaco e Pian Rosa; -5°C a Bolzano; -4°C al Passo Resia; -3°C a Brescia; -2°C a Rieti, Rimini e Verona; 0°C a Firenze; 1°C a Pisa e Roma; 2°C a Perugia; 3°C a Milano, Bergamo e Novara; 4°C a Napoli; 5°C a Catania e Trieste; 6°C ad Alghero; 8°c A Bari, Genova e Messina; 10°C a Cagliari, Trapani e Palermo; 11°C ad Imperia; 12°C a Brindisi; 13°C a Cozzo Spadaro e 15°C a Lampedusa.

IN PRIMO PIANO

20 NOVEMBRE 2007 ore 6:48

IL LATO PIOVOSO DELL’AUTUNNO. A FINE MESE NUOVA DISCESA FREDDA?


Si chiude la parta dell’Inverno e si apre quella dell’Autunno.
Le piogge hanno oramai le ore contante. Un sistema frontale sulla Francia, in discesa dalla Groenlandia sarà la causa di piogge anche abbondanti su diverse regioni del Centro-Nord Italia nei prossimi giorni.

In pole position, per quanto riguarda accumuli pluviometrici abbastanza elevati (50-80 mm) troviamo la Liguria, l’alto Piemonte, l’alta Lombardia, il basso Trentino e il Friuli. Altrove fenomeni moderati, più deboli tra Romagna e Marche.

La neve: attese nevicate anche copiose sulle Alpi a quote oltre i 1200-1500 metri, ma con quota neve molto bassa ad inizio fase sul Piemonte, dove i fiocchi potranno fare la loro comparsa a quote anche localmente sotto i 500 metri, specie sul Cuneese e valli del Torinese. In seguito, la neve sarà destinata a salire anche qui oltre i 1200-1400 metri, anche se rimarrà un po’ più sul Cuneese, grazie al residuo ristagno freddo nei bassi strati!. Se solo la depressione fosse più veloce, le cosa sarebbero diverse. In questo caso la neve cadrebbe con facilità su buona parte della Valpadana!. Ma non ci sono problemi, avremo altre occasioni per vederla.

Per quanto riguarda la regioni Meridioni, il peggioramento non comporterà grandi cambiamenti fino a Sabato 24, quando i cieli rimarrà pressochè sgombri da nubi e il clima sarà piuttosto mite, grazie a correnti sciroccali. Solo da Domenica 25 la perturbazione scivolerà verso il Meridione, portando qualche locale fenomeno.

Intanto la nostra “goccia fredda”, alimentata da un corridoi freddo sull’Europa settentrione, tenderà scendere di latitudine, fino al nord Africa ma… sarà subito richiamata in “causa” da una nuova depressione fredda, che intorno al 26-29 Novembre potrebbe riportare condizioni prettamente invernali sulla nostra Penisola, specie e soprattutto (quando mai) sull’Adriatico e Meridionale. Sarà solo un richiamo in più, perché la saccatura fredda non mancherà di certo di precipitazioni, nevose anche a quote basse.
Il Nord rimarrà per l’ennesima volta a guardare?

PREVISIONI

20 NOVEMBRE 2007 ore 6:42

PREVISIONI PER MERCOLEDI 21 NOVEMBRE: PEGGIORA CON PIOGGE E NEVE A QUOTE BASSE SUL NORD-OVEST. VARIABILE ALTROVE; SOLEGGIATO AL SUD.
Una saccatura sulla Francia determinerà nei prossimi giorni un deciso peggioramento su tutto il Centro-Nord con piogge e rovesci anche intensi. Neve sulle Alpi a quote medie, ma con fiocchi fino in collina a inizio perturbazione sul Piemonte.


NORD: Giornata nuvolosa al Nord-Ovest con prime piogge al mattino sulle Alpi e Valle d’Aosta. Nel pomeriggio-sera ulteriore peggioramento con piogge e rovesci in propagazione verso il Piemonte, Liguria e Lombardia. Nella notte fenomeni in intensificazione. Neve sulle Alpi oltre 1000-1300 metri, ma con fiocchi fin verso i 5-600 metri sul Piemonte tra la sera e la notte.
Sul Nord-Est giornata generalmente nuvolosa, a parte qualche schiarita sulla bassa pianura. Verso sera o al più nella notte prime piogge sulle Prealpi.
Temperature massime comprese tra i 4-6°C al Nord-Ovest con valori anche più bassi sul basso Piemonte; 7-9°C al Nord-Est. Temperature minime intorno ai 4-7°C. Venti moderati sulla Liguria e da S sulle Alpi.
Mari mossi sul ligure; poco mossi sull’alto Adriatico.

CENTRO: Nubi in lento aumento nel corso della giornata sulla Toscana, Sardegna e nord Marche, ma senza fenomeni. Schiarite sparse, specie al mattino, sulle restanti regioni.
Temperature massime comprese tra i 12-15°C, fin verso i 16-18°C sulla Sardegna. Minime intorno ai 5-8°C, più alte sull’Isola. Venti moderati di Scirocco sulla Sardegna e Tirreno; deboli altrove.
Mari da mossi a molto mossi; localmente agitati sul Mediterraneo; poco mossi sull’Adriatico.

SUD: Giornata generalmente soleggiata sulla Basilicata, Calabria e Sicilia tirrenica. Nubi di passaggio altrove, anche intense sulla Calabria Jonica, ma con fenomeni deboli o assenti.
Temperature massime comprese tra i 14-18°C. Minime intorno ai 10-15°C. Venti moderati di Scirocco su tutti i mari, eccetto sullo Jonio settentrionale e basso Adriatico.
Mari molto mossi sul Canale di Sardegna e Sicilia; poco mossi altrove.

SCIENZA E TECNOLOGIA

20 NOVEMBRE 2007 ore 6:37

E’ IL FOTOVOLTAICO L’ENERGIA D’ALTA QUOTA
Nel futuro degli alpeggi ci sono sicuramente i pannelli solari. Questa fonte di energia rinnovabile sembra infatti coniugare bene il rispetto ambientale e le esigenze di fruizione delle strutture di alta montagna. E’ quanto si è potuto osservare in Valle D’Aosta dove è stato realizzato un impianto fotovoltaico da tre Kw in un alpeggio situato a 1.400 metri di quota.


La costruzione è stata curata dalla Deval, azienda di distribuzione elettrica della Val D’Aosta. "Se si fosse utilizzata l’energia elettrica – ha spiegato Pier Paolo Pierini, direttore Deval - sarebbe stato necessario posare una trentina di pali e tirare quasi un chilometro i cavi elettrici".

L'energia elettrica viene invece erogata dall'impianto ed i consumi, rilevati da un contattore, vengono successivamente fatturati. L’impianto è dotato di batterie tampone che accumulano energia rilasciandola in caso di mancata produzione.

Anche l’università di Torino vede di buon occhio l’iniziativa. Secondo una ricerca condotta da questo ateneo, per distanze dalla linea elettrica di distribuzione sopra i 2500 metri e per potenze superiori ai 6 Kw, è più conveniente installare un impianto fotovoltaico piuttosto che una linea elettrica aerea.
MONTAGNA.TV

ECOLOGIA E AMBIENTE

20 NOVEMBRE 2007 ore 6:24

EMISSIONI USA, PREVISIONI IN CRESCITA
A priori non vi è ragione di ritenere che la tecnologia abbia il potenziale per ridurre il consumo di energia e al contempo soddisfare le richieste dell’economia


Le emissioni di gas serra degli Stati Uniti potrebbero crescere molto più velocemente nei prossimi 50 anni che nel passato mezzo secolo, nonostante i progressi tecnologici e gli attuali sforzi di risparmio energetico, secondo uno studio del MIT di Boston firmato da Richard Eckaus e Ian Sue Wing.

"A priori non vi è ragione di ritenere che la tecnologia abbia il potenziale per ridurre il consumo di energia e al contempo soddisfare le richieste dell’economia. L’unico fattore certo che induce un minor consumo di energia è il suo costo come si può vedere in Europa con il gas naturale” ha spiegato Eckaus.
Nel suo articolo "The Implications of the Historical Decline in U.S. Energy Intensity for Long-Run CO2 Emission Projections," pubblicato sul numero di novembre di “Energy Policy”, Eckaus e la Wing tracciano un modello delle possibili interconnessioni tra tecnologia, consumo di energia ed emissioni di CO2 sulla base di una simulazione dell’economia statunitense.

"Abbiamo riscontrato che nonostante l’aumento dei prezzi dell'energia, la tecnologia non può essere ritenuta responsabile di una maggiore riduzione del consumo di energia, ma che anzi l’effetto potrebbe essere contrario”, ha commentato Eckaus. I ricercatori hanno studiato i periodi dal 1958 al 1996 e dal 1980 al 1996 e li hanno proiettati al cinquantennio 2000-2050.

Sulla base dei risultati dell’ultimo mezzo secolo, con correzioni dovute ad aspettative più realistiche sul progresso tecnologico, si è trovato che i tassi di crescita del consumo di energia potrebbero superare gli storici valori del 2,2 e 1,6 per cento, rispettivamente.
"I tassi di crescita potrebbero essere più alti di circa mezzo punto percentuale, un incremento significativo se protratto per 50 anni", ha aggiunto Eckaus.
LE SCIENZE

SCIENZA E TECNOLOGIA

20 NOVEMBRE 2007 ore 6:13

L’HIMALAYA SI SCIOGLIE: UN MILIARDO DI PERSONE A RISCHIO
Due terzi dei ghiacciai himalayani si stanno sciogliendo. Con gravissime ripercussioni su alcuni grandi fiumi asiatici e sul miliardo di persone che vive sulle loro sponde. Sono i dati scientifici resi noti ieri a Roma dal progetto Share, una rete di monitoraggio internazionale promossa dal Comitato Ev-K2-Cnr.


Share, che letteralmente sta per "Stations at high altitude for research on the environment" (ovvero Stazioni in alta quota per il monitoraggio dell'ambiente) è stato avviato in collaborazione con l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr, che si occupa di monitoraggio climatico, ambientale e geofisico.
La situazione descritta dai dati è molto preoccupante. Si tratta di un ciclo a catena, dove un evento tira l'altro: lo scioglimento dei ghiacciai è pericoloso per i grandi fiumi asiatici fra cui Gange, Brahmaputra, Indo, Salween e Mekong. Se questi corsi d'acqua straripassero infatti, sarebbero gravemente colpite le popolazioni che vivono molto vicino alle loro rive.

Altro importante dato emerso dalla ricerca riguarda la "nube marrone", composta da sostanze inquinanti, che sovrasta il Sudest asiatico e l'Oceano Indiano. La nube è stata oggetto di studio della stazione di monitoraggio della Piramide dell'Everest, il laboratorio scientifico più alto del mondo, situato a oltre cinquemila metri d'altezza.
Ma che ruolo ha la "nube marrone" sullo scioglimento dei ghiacciai? "Le particelle carboniose che si depositano sui ghiacchiai - ha spiegato Sandro Fuzzi, membro del team che studia da tempo il fenomeno - rende i ghiacciai stessi meno riflettenti. In questo modo le masse glaciali assorbono di più i raggi solari e si sciolgono più rapidamente".

Secondo quanto riferito da Veerabhadran Ramanathan, responsabile del progetto Abc (Atmospheric brown clouds) delle Nazioni Unite, le "brown clouds" stesse hanno altre disastrose consegenze. Fra cui la diminuzione delle piogge monsoniche, che loro volta stanno provocando un drastico calo della produzione di riso in India. "Per questo motivo i ghiacciai sono essenziali per la sopravvivenza dell'Asia" ha precisato Ramanathan.

Sandro Fuzzi ha spiegato che la "nube marrone" si forma dove c'è molta antropizzazione e alti livelli di inquinamento, causato dalle attività dell'uomo, come per esempio le centrali elettriche e gli impianti di riscaldamento a bassa qualità.
MONTAGNA.TV

SCIENZA E TECNOLOGIA

20 NOVEMBRE 2007 ore 6:11

SHARE: L’INQUINAMENTO SI CONTROLLA DALLE MONTAGNE
"Share: l'Italia e il pianeta sotto osservazione per l'inquinamento atmosferico". E' questo il titolo della conferenza del Comitato Ev-K²-Cnr che si tiene oggi a Roma. L'evento è organizzato in collaborazione con l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (Isac) del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) che si occupa di monitoraggio climatico, ambientale e geofisico.


Il progetto Share (Stations at high altitude for research on the environment) ha come fine principale la condivisione del cambiamento climatico. Si tratta di una rete per il monitoraggio ambientale in alta quota, già presente, con otto stazioni, in Italia, Nepal, Uganda e Pakistan.
Nei prossimi anni si prevede di estendere il network ad altri paesi. Tutte le stazioni sono installate nei luoghi di montagna, che corrispondono al 24 per cento delle terre emerse e sono i più adatti allo studio della composizione dell'atmosfera, del clima e dei meccanismi di trasporto delle sostanze inquinanti.

Share è stato avviato sotto l'egida di Unep (il Programma ambientale delle Nazioni Unite), Wmo (l'Organizzazione meteorologica internazionale) e Ipcc (il Comitato intergovernativo per i mutamenti climatici delle Nazioni Unite). Particolare attenzione è dedicata allo studio della "Atmospheric brown cloud” (Abc), vale a dire la "nube marrone" collocata sopra l'Oceano Indiano e il Sudest asiatico ormai da tempo.

Lo studio di questo fenomeno in Himalaya avviene grazie alla stazione di monitoraggio Pyramid (recentemente denominata Nepal climate observatory) posizionata a oltre 5mila metri d'altezza, presso il Laboratorio Osservatorio Piramide sul monte Everest, il laboratorio più alto del mondo.
La altre sette stazioni sono: quella posizionata sul Rwenzori, in Uganda, la prima a coprire l'Africa dal punto di vista del monitoraggio ambientale, quella sul Monte Cimone, denominata "Ottavio Vittori", in Italia, la Pakistan karakorum network, in Pakistan, e quattro punti di monitoraggio in Nepal.

Dalle ricerche effettuate, gli esperti hanno osservato elevate concentrazioni di Black carbon e di inquinanti, sostanze dannose che riscaldano l'atmosfera, come fanno i gas serra, e contribuiscono in modo significativo allo scioglimento dei ghiacci.
Le stazioni di monitoraggio della rete Share hanno registrato con estrema precisione ciò che sta accadendo ed è accaduto finora. Per esempio quella italiana "Ottavio Vittori", situata sul Monte Cimone, in Pianura Padana, ha osservato alte concentrazioni di Black carbon e dust, elementi che alterano la composizione dell'atmosfera e i processi climatici.

Senza contare le emissioni dannose causate dalle attività dell'uomo. Parliamo dell'inquinamento del traffico industriale, degli impianti di riscaldamento e delle attività industriali.
Tra le conseguenze climatiche registrate dalle stazioni di Share, lungo la valle del Khumbu, c'è anche l'aumento della temperatura media di un grado per decade. Naturalmente ciò gioca un ruolo fondamentale sulla dinamica dei ghiacciai.

Questi dati fanno parte anche di in un progetto internazionale Gewex-Ceop (Coordinated and water cycle Oobservation), un sistema di osservazione su scala globale incentrato sui bilanci di energia e acqua.
MONTAGNE.TV
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