martedì, novembre 13, 2007

ULTIMA ORA

13 NOVEMBRE 2007 ore 20:59

Possibili brevi nevicate questa notte sulla città di Aosta.

ULTIMA ORA

13 NOVEMBRE 2007 ore 14:44

Raggiunti i 2 metri di neve a Zugspitze, nelle Alpi Bavaresi a 2962 metri di altezza. Seguono i 107 cm a Grosser Arber a 1446 metri; 75 cm a Brocken (1142 m).

IN PRIMO PIANO

13 NOVEMBRE 2007 ore 14:12

ARRIVA NEVE E PIOGGIA AL CENTRO-SUD. FREDDO INTENSO AL NORD


Meno di 12 ore e l'Italia sarà colpira da un'intensa ondata di freddo da nord. Le regioni più colpite in termini precipitativi saranno il nord delle Alpi e le regioni centro-meridionale. Fenomeni localmente intensi sul basso Tirreno.

Attese le prime vere NEVICATE della stagione sull'Appennino, con quote neve oscillabile tra i 400-600 metri a nord e 600-1000 metri a sud. Fiocchi anche sotto i 200-300 metri sull'Adriatico, localmente fin verso le coste tra Venerdì e Sabato. Da Domenica migliora ovunque, anche al Sud

Neve a quote quasi pianeggianti a nord delle Alpi.

Il nostro Settentrione risulterà putroppo, per l'ennesima volta, saltato dalle piogge. Qualche piovasco o fiocco di neve si osserverà tra il 15 e il 16 sulla bassa Valpadana a czusa di una ritornane della depressione verso nord. Si tratterà comunque di fenomeni deboli o poco irrilevanti.

FREDDO: Non cadrà la pioggia ma il freddo picchierà seriamente sul Nord Italia. Le minime in certe zone pianeggianti potrebbe scendere fino a -5/-6°C nelle ore notturne, mentre la messima difficilmente raggiungeranno i 7-8°C. Il clou del freddo avverrà nel Week-End. Sul resto dell'Italia freddo moderato, poco evidente al Sud.

A MEDIO-LUNGO TERMINE: In seguito, dopo il 18-19 Novembre, una nuova saccatura sull'ovest del Continente potrà decidere di cambiare la sorte del nostro assetato Nord Italia con una bassa pressione sul ligure. Le conseguenze saranno piogge anche di un certo peso su diverse regioni e nevicate a quote basse; molto basse sul Nord-Ovest in un primo momento.
Un'evoluzione piuttosto intrigante, che dovrà essere monitorata attentamente.
Seguite gli aggiornamenti...

ULTIMA ORA

13 NOVEMBRE 2007 ore 6:53

TEMPERATURE DELLE ORE 6 IN ITALIA

-14°C al Pian Rosa; -9°C a Dobbiaco, Paganella, Passo Resia e -7°C a Passo Rolle. Seguono i -6°C a Tarvisio, 5°C a Monte Cimone; -3°C a Milano, Novara e Rieti; -1°C a Bolzano; 0°C a Torino; 2°C a Piacenza; 4°C a Perugia; 5°C a Roma; 6°C a Trieste; 10°C a Catania; 11°C a Cagliari e Imperia; 12°C a Brindisi; 13°C a Capri; 14°C a Reggio Calabria; 17°C a Lampedusa, Pelermo e Trapania

PREVISIONI

13 NOVEMBRE 2007 ore 15:57

PREVISIONI PER MERCOLEDI 14 NOVEMBRE: PEGGIORA AL CENTRO-SUD E NORD DELLE ALPI CON PIOGGE DIFFUSE E NEVICATE A QUOTE BASSE. SOLEGGIATO E SERENO AL NORD
Entra il freddo sull’Italia. Piogge e nevicate a quote basse cadranno su tutto il Centro-Sud, mentre il Settentrione rimarrà sotto il sereno e cieli sgombri di nubi. La causa è la protezione dell’arco alpino che impedirà al fronte di tuffarsi in Valpadana. Neve a nord delle Alpi.


NORD: Giornata soleggiata al Nord-Ovest e Liguria. Solo sul Nord-Est si osserveranno nubi o addensamenti sparsi, ma senza fenomeni. Solo sull’Appennino tosco-emiliano saranno possibili fiocchi di neve fin sotto i 400 metri, ma in deciso miglioramento. Neve sui versanti esteri delle Alpi oltre i 500-800 metri; in calo.
Temperature massime comprese tra gli 8-12°C. Minime intorno agli 0-4°C, localmente sotto Zero sul Nord-Ovest. Venti moderati sui mari; deboli altrove.
Mari poco mossi, mossi sul ligure occidentale.

CENTRO: Giornata nuvolosa con piogge e rovesci sparsi, meno intensi sulla Sardegna orientale e alta Toscana. Neve in Appennino oltre i 600-800 metri, in calo. Migliora in serata sul Tirreno e Marche.
Temperature massime comprese tra gli 8-10°C. Minime intorno ai 3-6°C.Venti moderati o forti da W-NE sulla Sardegna e Tirreno; moderati altrove.
Mari mossi; molto mossi o agitati sulla Sardegna.

SUD: Nubi, piogge e rovesci per gran parte del giorno sulla Puglia, Campania, Basilicata e Calabria settentrionale. Neve in Appennino oltre i 1000-1400 metri. Clima variabile sulla Sicilia e sud Calabria dove si osserveranno schiarite sparse, specie versanti jonici, e locali piovaschi, soprattutto sul versante tirrenico.
Temperature massime comprese tra i 10-15°C. Minime intorno ai 6-12°C. Venti moderati, in rinforzo su valori forti sul basso Tirreno, Canale di Sardegna, Sicilia e Jonio; nella notte anche sul basso Adriatico.
Mari mossi o molto mossi.

PALEONTOLOGIA

05 OTTOBRE 2007 ore 14:27

BECCO D’ANATRA, 300 DENTI DA ERBIVORO
Dalle analisi risulta che il rettile era dotato di una massiccia dentatura, che gli permetteva con ogni probabilità di cibarsi di vegetali fibrosi anche di grandi dimensioni


È stato battezzato Gryposaurus monumentensis il dinosauro il cui cranio è emerso dagli strati geologici del Tardo Cretaceo in un sito dello Utah meridionale, negli Stati Uniti: lo strano animale aveva infatti un becco simile a quello di un’anatra.

Secondo quanto riferito sull’ultimo numero della rivista “Zoological Journal of the Linnean Society”, che pubblica la prima descrizione dettagliata del reperto, G. monumentensis era dotato di una massiccia dentatura che gli permetteva con ogni probabilità di cibarsi di vegetali fibrosi anche di grandi dimensioni. Secondo la datazione effettuata sui resti del cranio, emerso dalla formazione sedimentaria di Kaiparowits, nell’omonimo altipiano dello Utah, il fossile risale a circa 75 milioni di anni fa.

Ma la caratteristica del reperto che colpisce è il numero di denti: circa 300 disponibili per la masticazione e altri 800 ancora inclusi nella mandibola, pronti alla sostituzione.

Si tratta ovviamente di una struttura anatomica fondamentale per capire le abitudini alimentari di questo antico rettile: la struttura degli stessi denti potrà essere confrontata con quella di altri dinosauri erbivori trovati nella Formazione di Kaiparowits.

G. monumentensis, infatti, è solo una delle innumerevoli specie di dinosauri ritrovati nella zona, come un carnivoro simile al Velociraptor, chiamato Hagryphus, un tirannosauro e numerosi altri tipi di dinosauri, in tutto una decina, che rappresentano specie finora sconosciute.
LE SCIENZE

SCIENZA E TECNOLOGIA

05 OTTOBRE 2007 ore 14:27

L’ETNA CAUSO’ IL PIU’ GRANDE TSUNAMI
In un remoto passato, una colossale frana di 35 chilometri cubici avrebbe provocato un enorme tsunami nel Mar Ionio, a confronto del quale quello del 2004 nel sudest asiatico sarebbe una schioccezza. Lo sostiene un recente studio dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia


Secondo la ricerca, supportata da prove geologiche, la catastrofe sarebbe avvenuta circa 8000 anni fa. La frana, grande circa un decimo del cratere sommitale, sarebbe finita in mare provocando il più grande tsunami dalla comparsa dell'uomo sulla Terra.

Durante i dieci minuti che la frana impiegò a fermarsi sui fondali dello Ionio, si sollevò in mare una muraglia di acqua a forma di anfiteatro alta fino a 50 metri. Poi l’ondata, viaggiando a velocità fra i 200 e i 700 km all’ora si propagò a Est. Investendo, in rapida successione, Sicilia Orientale, Calabria, Puglia, Albania, Grecia, Creta, Turchia, Cipro, Siria e Israele. Mentre verso sud venivano colpite l’Africa Settentrionale, dalla Tunisia fino all’Egitto.

Le prove di quell’antica catastrofe, che spazzò via gli insediamenti preistorici costieri, sono state scoperte grazie a una serie di prospezioni sottomarine e a un’analisi al computer della forma dei depositi abissali. Lo studio, appena pubblicato sull’autorevole rivista scientifica internazionale Geophysical research letters col suggestivo titolo di «Lost tsunami» (lo tsunami dimenticato), è stato finanziato dal Dipartimento di Protezione Civile e rappresenta anche un prezioso contributo per valutare il rischio di possibili maremoti nel Mediterraneo.

Non è ancora chiare se a scatenare la frana sia stata un'eruzione o un terremoto. Ma secondo la simulazione al computer effettuata dai ricercatori, la muraglia d’acqua si abbatte in pchi minuti sulla costa orientale della Sicilia. Quindi, dopo un quarto d’ora, viaggiando nello Jonio, raggiunge la Calabria, con onde alte ancora 40 metri. Due ore dopo tocca all'Albania e alla Grecia essere sommerse da 10-15 metri d’acqua. E via via gli altre coste del mediterraneo dove erano presenti insediamenti umani e villaggi dediti all'allevamento.

Qualcuno ipotizza che la misteriosa isola di Atlantide inghiottita dalle onde di cui parla Platone, potrebbe essere un mito nato dal megatsunami dell’Etna". Ma questione più importante in questo momento è verificare se le mega-frane dell’Etna in grado di suscitare maremoti hanno, come si sospetta, una certa periodicità.
MONTAGNA.TV




NORD: Giornata soleggiata al Nord-Ovest e Liguria. Solo sul Nord-Est si osserveranno nubi o addensamenti sparsi, ma senza fenomeni. Solo sull’Appennino tosco-emiliano saranno possibili fiocchi di neve fin sotto i 400 metri, ma in deciso miglioramento. Neve sui versanti esteri delle Alpi oltre i 500-800 metri; in calo.
Temperature massime comprese tra gli 8-12°C. Minime intorno agli 0-4°C, localmente sotto Zero sul Nord-Ovest. Venti moderati sui mari; deboli altrove.
Mari poco mossi, mossi sul ligure occidentale.

CENTRO: Giornata nuvolosa con piogge e rovesci sparsi, meno intensi sulla Sardegna orientale e alta Toscana. Neve in Appennino oltre i 600-800 metri, in calo. Migliora in serata sul Tirreno e Marche.
Temperature massime comprese tra gli 8-10°C. Minime intorno ai 3-6°C.Venti moderati o forti da W-NE sulla Sardegna e Tirreno; moderati altrove.
Mari mossi; molto mossi o agitati sulla Sardegna.

SUD: Nubi, piogge e rovesci per gran parte del giorno sulla Puglia, Campania, Basilicata e Calabria settentrionale. Neve in Appennino oltre i 1000-1400 metri. Clima variabile sulla Sicilia e sud Calabria dove si osserveranno schiarite sparse, specie versanti jonici, e locali piovaschi, soprattutto sul versante tirrenico.
Temperature massime comprese tra i 10-15°C. Minime intorno ai 6-12°C. Venti moderati, in rinforzo su valori forti sul basso Tirreno, Canale di Sardegna, Sicilia e Jonio; nella notte anche sul basso Adriatico.
Mari mossi o molto mossi.

PALEONTOLOGIA

13 OTTOBRE 2007 ore 6:41

BECCO D’ANATRA, 300 DENTI DA ERBIVORO
Dalle analisi risulta che il rettile era dotato di una massiccia dentatura, che gli permetteva con ogni probabilità di cibarsi di vegetali fibrosi anche di grandi dimensioni


È stato battezzato Gryposaurus monumentensis il dinosauro il cui cranio è emerso dagli strati geologici del Tardo Cretaceo in un sito dello Utah meridionale, negli Stati Uniti: lo strano animale aveva infatti un becco simile a quello di un’anatra.

Secondo quanto riferito sull’ultimo numero della rivista “Zoological Journal of the Linnean Society”, che pubblica la prima descrizione dettagliata del reperto, G. monumentensis era dotato di una massiccia dentatura che gli permetteva con ogni probabilità di cibarsi di vegetali fibrosi anche di grandi dimensioni. Secondo la datazione effettuata sui resti del cranio, emerso dalla formazione sedimentaria di Kaiparowits, nell’omonimo altipiano dello Utah, il fossile risale a circa 75 milioni di anni fa.

Ma la caratteristica del reperto che colpisce è il numero di denti: circa 300 disponibili per la masticazione e altri 800 ancora inclusi nella mandibola, pronti alla sostituzione.

Si tratta ovviamente di una struttura anatomica fondamentale per capire le abitudini alimentari di questo antico rettile: la struttura degli stessi denti potrà essere confrontata con quella di altri dinosauri erbivori trovati nella Formazione di Kaiparowits.

G. monumentensis, infatti, è solo una delle innumerevoli specie di dinosauri ritrovati nella zona, come un carnivoro simile al Velociraptor, chiamato Hagryphus, un tirannosauro e numerosi altri tipi di dinosauri, in tutto una decina, che rappresentano specie finora sconosciute.
LE SCIENZE

SCIENZA E TECNOLOGIA

113 OTTOBRE 2007 ore 6:27

L’ETNA CAUSO’ IL PIU’ GRANDE TSUNAMI
In un remoto passato, una colossale frana di 35 chilometri cubici avrebbe provocato un enorme tsunami nel Mar Ionio, a confronto del quale quello del 2004 nel sudest asiatico sarebbe una schioccezza. Lo sostiene un recente studio dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia


Secondo la ricerca, supportata da prove geologiche, la catastrofe sarebbe avvenuta circa 8000 anni fa. La frana, grande circa un decimo del cratere sommitale, sarebbe finita in mare provocando il più grande tsunami dalla comparsa dell'uomo sulla Terra.

Durante i dieci minuti che la frana impiegò a fermarsi sui fondali dello Ionio, si sollevò in mare una muraglia di acqua a forma di anfiteatro alta fino a 50 metri. Poi l’ondata, viaggiando a velocità fra i 200 e i 700 km all’ora si propagò a Est. Investendo, in rapida successione, Sicilia Orientale, Calabria, Puglia, Albania, Grecia, Creta, Turchia, Cipro, Siria e Israele. Mentre verso sud venivano colpite l’Africa Settentrionale, dalla Tunisia fino all’Egitto.

Le prove di quell’antica catastrofe, che spazzò via gli insediamenti preistorici costieri, sono state scoperte grazie a una serie di prospezioni sottomarine e a un’analisi al computer della forma dei depositi abissali. Lo studio, appena pubblicato sull’autorevole rivista scientifica internazionale Geophysical research letters col suggestivo titolo di «Lost tsunami» (lo tsunami dimenticato), è stato finanziato dal Dipartimento di Protezione Civile e rappresenta anche un prezioso contributo per valutare il rischio di possibili maremoti nel Mediterraneo.

Non è ancora chiare se a scatenare la frana sia stata un'eruzione o un terremoto. Ma secondo la simulazione al computer effettuata dai ricercatori, la muraglia d’acqua si abbatte in pchi minuti sulla costa orientale della Sicilia. Quindi, dopo un quarto d’ora, viaggiando nello Jonio, raggiunge la Calabria, con onde alte ancora 40 metri. Due ore dopo tocca all'Albania e alla Grecia essere sommerse da 10-15 metri d’acqua. E via via gli altre coste del mediterraneo dove erano presenti insediamenti umani e villaggi dediti all'allevamento.

Qualcuno ipotizza che la misteriosa isola di Atlantide inghiottita dalle onde di cui parla Platone, potrebbe essere un mito nato dal megatsunami dell’Etna". Ma questione più importante in questo momento è verificare se le mega-frane dell’Etna in grado di suscitare maremoti hanno, come si sospetta, una certa periodicità.
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