lunedì, gennaio 29, 2007

ULTIMA ORA:

29 GENNAIO ore 15:18

CLIMA, L'ONU LANCIA L'ALLARME SUL RISCALDAMENTO DELLA TERRA
L'Ipcc (comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) si riunisce da oggi in sessione plenaria

L’Ipcc (Intergovernemtal Panel on Climate Change), il comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che da oggi è in sessione plenaria a Parigi, gudica ipotesi più probabile che l’aumento della temperatura media globale del pianeta sarà compreso tra 0,6 e 0,7 gradi al 2030 e raggiungerà circa 3 gradi o poco più nel 2100.

È quanto riferisce Vincenzo Ferrara, direttore del Progetto speciale clima globale dell'Enea e capo del Focal point italiano per l'Ipcc. In un articolo pubblicato sulla rivista online Villaggio Globale, Ferrara afferma che l'ultimo rapporto dell'Ipcc «è una requisitoria sulle condizioni climatiche del nostro pianeta, dalla quale emerge che non sussistono più margini di dubbio sui cambiamenti climatici in corso e sull'accelerazione che tali cambiamenti stanno assumendo in questi ultimi anni».

«Anche se la scienza non è in grado di prevedere esattamente quale sarà il clima del futuro - prosegue Ferrara - la perturbazione energetica che le attività umane hanno introdotto nel sistema climatico non è assolutamente irrilevante. Al contrario, il rischio di innesco di una futura destabilizzazione del clima del pianeta è ormai troppo alto e non può essere sottovalutato».

Il rapporto Ipcc - riferisce lo studioso - prevede che al 2100 «il livello del mare aumenterà mediamente tra i 28 e i 43 cm, e non tra i 15 e i 90 cm previsti nel rapporto precedente, purchè però non si inneschino fenomeni non lineari o di destabilizzaizone del sistema climatico. In tal caso, infatti, i ghiacci della Groenlandia e quelli della penisola Antartica potrebebro collassare e l'innalzamento del livello del mare potrebbe arrivare perfino a 7 metri, anche se ciò avverrà nei secoli successivi al 2100».

«La calotta polare artica (quella formata dai ghiacci galleggianti) potrebbe, nel 2010, scomparire durante i mesi estivi o comunque ridursi al 10% dell’attuale estensione. Drastiche riduzioni si avrebbero anche per i ghiacciai delle catene montuose poste alle medie e basse latitudini con ripercussioni sulla disponibilità di acqua nei bacini idrologici e nelle falde acquifere dipendenti da tali ghiacciai».

Infine, «gli estremi climatici quali le ondate di calore, le precipitaizoni intense ed alluvionali delle medie e alte latitudini, prolungati periodi di siccità alle medie e basse latitudini, diventeranno sempre più frequenti ed intensi. Gli estremi climatici, soprattutto precipitazioni e vento) connessi con i ciclonici tropicali, quali uragani e tifoni, e al fenomeno di El Nino, tenderanno a diventare molto più intensi, pur non aumentando il numero dei cicloni tropicali o la frequenza di El Nino».

UN TERMOMETRO SULLA TORRE EIFFEL
Dei climber dell’associazione ecologista Greenpeace Francia hanno issato tre striscioni sulla sommità della Torre Eiffel per sensibilizzare l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici. Lo ha reso noto Adelaide Colin, portavoce dell’associazione. Una quarantina di militanti di Greenpeace, di cui una ventina di climber, hanno preso d’assalto la Torre Eiffel in mattinata mentre si apriva a Parigi una conferenza di circa 500 esperti sotto l’egida dell’Onu sul riscaldamento climatico del pianeta. Verso le 13, erano stati issati due striscioni, l’uno con il nome di Greenpeace e l’altro in cui si leggeva : «Non è troppo tardi». Gli scalatori devono ancora issare un terzo striscione gigante, di 50 metri per 10, su cui figura un termometro bloccato a 2 gradi, la soglia «limite» di riscaldamento al di là della quale il pianeta diventerebbe ingestibile.
A cura della "la stamapa".

ULTIMA ORA

29 GENNAIO ore 15:10

SICCITA', AUSTRALIANI BERRANNO ACQUA RICICLATA DA FOGNE

SYDNEY - Lo stato australiano del Queensland nel nordest del continente (capitale Brisbane) sarà il primo in Australia a introdurre acqua di liquame riciclata nella rete di acqua potabile. E il resto dell'Australia farà seguito, in risposta al cambiamento climatico e alla siccità cronica, che ha toccato livelli record.

Lo ha detto il premier laburista Peter Beattie, annunciando di aver cancellato un referendum previsto in marzo, che avrebbe affidato la decisione alla volontà popolare. Il calo inarrestabile dei livelli nelle dighe, ha detto Beattie, non lascia altra scelta che introdurre acqua riciclata dal prossimo anno, a Brisbane e nel sudest dello stato, una delle aree urbane di più rapida crescita in Australia. "La pioggia non viene, non abbiamo scelta...Sono decisioni difficili, ma se non si beve acqua si muore", ha detto.

"E comunque tutta l'Australia finirà presto per bere acqua riciclata e purificata, come già avviene in altri paesi", ha previsto. Solo pochi giorni fa il premier federale John Howard, conservatore, aveva presentato un piano da 6 miliardi di euro che prevede fra l'altro la presa di controllo federale del maggior sistema fluviale del Paese, dei fiumi Murray e Darling che bagnano quattro stati e che per costituzione sono sotto giurisdizione statale, non federale. L'annuncio del premier del Queensland ha causato una spaccatura fra i governi degli stati, tutti laburisti, rendendo ancora più difficile la creazione di un consenso nazionale sulla riforma delle risorse idriche. La decisione di riciclare l'acqua di scarico ha il sostegno del premier federale John Howard, conservatore, ma non dei governi laburisti degli altri stati. Morris Iemma, premier del Nuovo Galles del sud, il più popoloso dei sei stati, afferma che bere acqua riciclata non è inevitabile per le grandi città, a partire da Sydney.

Mike Rann, premier dell'Australia meridionale (capitale Adelaide), lo stato più gravemente colpito dalla siccità, già usa acqua riciclata per l'irrigazione ma non intende introdurla nella rete potabile. Il Victoria, il secondo stato per popolazione (capitale Melbourne) afferma di non avere bisogno di ricorrere ad acqua potabile riciclata. Secondo il ministro per le acque Justin Madden, usare acqua riciclata per l'industria è la migliore opzione, perché rende disponibile maggiori quantità di acqua potabile. Il premier federale Howard, che vive a Sydney, si congratula con il collega del Queensland e prevede che l'acqua riciclata sarà introdotta anche nella più grande città australiana nel prossimo futuro.

"Sono fortemente a favore del riciclaggio. Il premier Beattie ha ragione e sono d'accordo con lui completamente", ha aggiunto. Beattie peraltro ha condannato la 'campagna di paura' sull'acqua riciclata, ricordando che essa viene già consumata in città come Londra e Washington, ed assicurando che il processo di trattamento è rigoroso.

"La tecnologia sarà una combinazione di microfiltrazione, ultrafiltrazione e osmosi invertita", ha spiegato. "L'acqua passerà per sei o sette fasi di trattamento prima di finire nella diga e poi, come il resto dell'acqua della diga, sarà sottoposta ad ulteriore trattamento prima di arrivare ai nostri rubinetti", ha assicurato.
A cura dell'ANSA.

ULTIMA ORA

29 GENNAIO ore 14:43

Scusate per i problemi dovuti alla scrittura degli articoli sul mio blog. Sarà al più presto rimesso in ordine...Grazie.

IN PRIMO PIANO

29 GENNAIO ore 14:40

IL VERO INFERNO CI RIPROVA!. A FEBBRAIO NUOVE ONDATA DI FREDDO SULL'EUROPA E SULL'ITALIA.

Come già detto nei giorni scorsi, il mese di Febbraio potrebbe rivelarsi a mio parere ma anche da molti modelli a lungo termine molto interessante su tutta l'Europa e sull'Italia, tutto a causa di consistenti discese fredda da Nord. Il dubbio rimane ancora da stabile quali strade sceglieranno le ondate fredde ma su questo punto interrogativo ritorneremo a parlare meglio nei prossimi giorni. Intanto sappiano che già ai primi giorni di (3-6 Febbraio) un profonda depressione scenderà sui Balcani e sull'Italia centro-meridionale. Non sappiamo ancora osservare e definire la collocazione dei fenomeni sulla Penisola ma per dare un idea può sembrar probabile un coninvolgimento delle regioni Adriatiche, Sicilia, Sardegna, Emilia Romagna e parte del Piemonte occidentale grazie ad un effetto STAU. Su queste regioni le nevicate cadranno a quote relativamente basse ma addirituttura fino in pianura sul Nord. In seguito dopo una timidissima pausa una nuova e più intensa depressione fredda da Nord discenderà l'Europa per tuffarsi in seguito nel cuore del Mediterrano. Ne scaturitanno piogge e nevicate anche fino in pianura su buona parte della Penisola. Le temperature scenderanno di molti grandi con freddo intenso enlla notte e al mattino. Bisognerà adesso capire quale sarà la traiettoria dettata dal vortice in discese ma come ripeto bisognerà osservare i prossimi round per capire nei miglior dei modi quele sarà la collocazione giusta.
Seguite gli aggiornamenti...

CRONACA METEO

29 GENNAIO ore 14:16

FREDDO IN SENEGAL, PIOGGIA IN TURCHIA, GRAN CALDO TRA MALI E SENEGAL!
Sabato minime negative in molte località iberiche: Leon -9°C, Jerez -3,0°C. 92 mm in 24 ore a Golcuk. Temperature massime fino a quasi 44°C in Mali, dove diffusamente si sono superati i 38°C. 252 mm in 48 ore a Toamasina, in Madagascar.

Freddo in gran parte della Spagna sabato 27 gennaio. Queste alcune minime: Leon -8,8°C, Salamanca -8,3°, Burgos -6,6°C, Valladolid -4,0°C, Jerez -3,4°C. Sorprende soprattutto quest'ultima, in pianura e nella calda Andalusia, avente 6°C come media delle minime di gennaio.

Piogge intense sabato nella Turchia occidentale. Registrati, in 24 ore, tra le 6 GMT di sabato e la stessa ora di domenica, 92 mm a Golcuk, 52 a Bursa, 51 a Zonguldak.

Gran caldo in Mali sabato 27 gennaio. Nella capitale Bamako il termometro ha toccato un valore massimo di 39,2°C, contro una media delle massime di gennaio di 31°C. Toccati i 41,0°C a Kayes e i 43,8°C a Segou, che hanno rispettivamente 31° e 30°c di media delle massime di gennaio. In Senegal, 38,1°C la massima di Tambacounda, 6°C oltre la media del periodo. In Burkina, 39,4°C a Dori e 38,7°C nella capitale Ouagadougou, circa 9°C al di sopra della media delle massime del periodo.

Piogge intense hanno investito parte del Madagascar nei giorni scorsi. Nella città di Toamasina (o Tamatave), lungo la costa orientale,174 mm di pioggia sono caduti tra le 12 GMT di venerdì e la stessa ora di sabato, aggiungendosi ai 78 mm caduti nelle 24 ore precedenti.

Abbondanti piogge hanno causato alluvioni e portato morte e distruzione in Angola nella settimana appena conclusasi. Le alluvioni lampo hanno ucciso almeno 81 persone in questo paese dell'Africa sudoccidentale. La gran parte delle vittime si è registrata nella capitale Luanda. Numerosi i senzatetto e gravi i danni alle infrastrutture, sia nel sistema dei trasporti che in quello delle telecomunicazioni.

Nel sud della Groenlandia venerdì 26 gennaio è stato un giorno insolitamente mite. Nelle prime ore del mattino, la temperatura a Narsarsuaq ha raggiunto un valore massimo di 12,6°C, contro una media delle massime di gennaio di -5°C.
A cura di www.meteogiornale.it
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