domenica, gennaio 28, 2007

Ultima Ora

28 GENNAIO ore 18:58

L'aria malata si studia in laboratorio
Il laboratorio di chimica atmosferica dell'Istituto Paul Scherrer, alle porte di Zurigo, indaga sulle cause specifiche dell'inquinamento dell'aria.

Il laboratorio di chimica atmosferica dell'Istituto Paul Scherrer, alle porte di Zurigo, indaga sulle cause specifiche dell'inquinamento dell'aria.
Con le sue strutture per la simulazione, le attrezzature mobili e un centro di misurazione in vetta alle Alpi, il laboratorio è leader nel suo campo a livello mondiale.

Negli ultimi anni, lo smog ha rappresentato un tema di dibattito ricorrente nei media. I livelli di inquinamento atmosferico in Svizzera hanno superato i limiti stabiliti dalla legge per più giorni consecutivi durante tutto l'anno.Di recente, sono salite alla ribalta le polveri fini PM10. Sono particelle con un diametro inferiore a 10.000 millesimi di millimetro.L'Ufficio federale dell'ambiente ritiene che le PM10 possano causare malattie respiratorie, bronchiti, attacchi d'asma, disturbi cardiovascolari, cancro ai polmoni e persino morti premature.Urs Baltensperger, capo del laboratorio, sostiene che questi pericoli evidenziano la necessità di ulteriori ricerche."Dobbiamo assolutamente capire quali elementi giocano un ruolo nell'inquinamento atmosferico", spiega a swissinfo.


Effetti sulla salute

Baltensperger ammette che le preoccupazioni per la salute sono la ragione fondamentale di gran parte delle sue ricerche. Gli standard per le polveri fini possono essere stabiliti soltanto se si conoscono gli effetti delle particelle PM10. Ma una serie di questioni sono ancora irrisolte.Per trovare le risposte, il team di Baltensperger può contare su alcuni dei migliori strumenti in circolazione: una camera dello smog che simula le condizioni atmosferiche, un sistema mobile e una stazione per la misurazione. Quest'ultima si trova in cima alle montagne dello Jungfraujoch, nell'Oberland bernese.I ricercatori hanno preso particolarmente di mira gli aerosol, particelle che si formano con la combustione dei carburanti fossili, ma che derivano anche da fonti naturali come la vegetazione e gli aerosol secondari organici (SOA).Il sistema mobile per la misurazione e la stazione alpina di registrazione forniscono agli scienziati una gran quantità di dati da elaborare, ma occorreva un ulteriore strumento per analizzarli. È perciò nata la camera dello smog.

Un laboratorio d'oro

Al PSI di Villingen, nel canton Argovia, il team di Baltensperger ha costruito la camera, molto simile ad una gigantesca borsa di plastica. Il suo scopo è lo studio della composizione dell'aria. Pompandoci dentro una miscela di gas, con l'aiuto di potenti lampade di xeno che simulano la luce solare, è possibile riprodurre la composizione atmosferica di un dato giorno.Baltensperger spiega che simulare le condizioni atmosferiche in Svizzera non è semplice. La struttura mutevole del territorio rende infatti il compito molto più impegnativo e complesso rispetto ad esempio alle pianure americane.Ma aggiunge che i risultati ottenuti hanno richiamato l'attenzione della comunità internazionale e assicurato alla Svizzera un posto di rilievo nella ricerca mondiale."Abbiamo un ruolo importante", sostiene Baltensperger. "La nostra camera dello smog è stata usata anche da gruppi stranieri, per esempio da Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania".

Cooperazione

Ai fini della ricerca anche la cooperazione internazionale con i migliori specialisti dell'atmosfera è importante."L'investimento svizzero da solo non basta", ammette Baltensperger. "Per completare il finanziamento delle nostre attività abbiamo bisogno del contributo europeo. Tre dei nostri progetti sono così sostenuti dall'Unione europea".Tra questi, ce n'è uno che si spinge oltre l'analisi della composizione dell'atmosfera. Il progetto, condotto da Baltensperger con i fondi europei, comprende un team medico che fornisce cellule di polmone appositamente preparate per essere esposte ai SOA nella camera dello smog. In questo modo, vengono misurati gli effetti immediati degli aerosol secondari organici sulle cellule.Urs Baltensperger non ha dubbi: l'approccio interdisciplinare sarà la strada del futuro per la scienza."È questo", sottolinea, "il genere di ricerca di cui avremo bisogno domani: specialisti dell'atmosfera che lavorano assieme a squadre mediche a salvaguardia della salute pubblica".


In Primo Piano

28 GENNAIO ore 10:22

ATTENTI...i modelli vanno in confusione. Evoluzione delicatissima per la prima settimana di Febbraio!!...

Ebbene si; molti modelli evidenziano sciene completemanete diverse l'uno dall'altro. La difficoltà sarà appunta tracciare una prima ipotesi che potrebbe rilevrsi falsa nei prossimi giorni data la loro dinamicità di collocare i minimi sul Mediterrano per i primi giorni (3-6) di Febbraio. Ma facciamo un resoconto tra i vari modelli: GFS vede il vortice freddo scendere verso i Balcani e spanciare esageratamente verso est con solo infiltrazioni fredde sull'Italia e qualche timido piovasco sulla Puglia. Per il resto, ventoso e asciutto. Contemporaneamente alla discesa fredda da est che lambierà soltanto l'Italia Meridionale, ci potrebbe essere una seconda chance da ovest, quando una goccia fredda potrebbe discendere verso la Francia e Spagna con conseguenze di piogge e nevicate sulla Sicilia, Tirreno e Nord-Ovest. Per il resto situazione invariata. ECMWF vede invece la colata fredda scendere in pieno sul cuore dei Balcani e parte dell'Italia con conseguenze di freddo e locali precipitazioni sui settori centro-meridionale. GEM vede un situazione potenzialmente buona ma probabilmente avara di precipitazioni data la sua discesa che sarà principalmente settentrionale con conseguenza di tempo asciutto sul Nord italia. Buone potrebbero essere al Centro-Sud. In compenso una ottima dose di freddo!!. Tutti gli altri modelli concordono generalmente con questi appena elencati.
A lungo termine? Bhè, siamo entrando in un campo veramente minato. L'evoluzione comunque sia non vede senz'altro l'arrivo della Primaversa, anzi, intense discese fredde seguiteranno a discendere sull'Italia per buona parte del mese di Febbraio, soprattutto nella prima decade.
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