sabato, gennaio 27, 2007

Ultima Ora

27 GENNAIO ore 18:38

Ecco a vostra disposizione la grafica con gli accumuli nevosi rilevati oggi su alcune località alpine italiane e Oltralpe.


Ultima Ora

27 GENNAIO ore 18:21


Tempeste come Kirill, i cui costi si quantificano fino a 2 miliardi di euro, non saranno piu' un fattore isolato in Europa, e a farne le spese saranno soprattutto Gran Bretagna, Olanda e Francia . In Gran Bretagna, in particolare, nei prossimi 30 anni si abbatteranno 10 tempeste in piu', con un incremento della velocita' massima del tempo dell' 8-16%.E' l' allarme lanciato dal WWF che, nel rapporto 'Europa in tempesta', stima non solo l'entita' degli uragani che potrebbero colpire il Vecchio Continente da qui a fine secolo, ma anche la loro traduzione in termini economici.

Secondo l' associazione ambientalista, in Gran Bretagna entro la fine del secolo si registrerebbe il 25% in piu' di tempeste invernali per anno ed un incremento della velocita' massima dei venti dell'8-16%.Il tutto con un impatto elevatissimo in termini finanziari, se si considera che, nel solo decennio 1987-98, le tempeste invernali sono costate al paese tra i 200 milioni e i 2 miliardi di euro ciascuna. In Olanda la velocita' massima dei venti potrebbe invece aumentare del 2-15% e gli esperti - precisa il WWF - hanno dimostrato che un incremento del 6% costerebbe al paese 100 milioni di euro, con danni complessivi di 5 volte maggiori rispetto ad oggi. In Francia entro la fine del secolo le tempeste aumenterebbero fino al 10-20%, con una concentrazione del fenomeno soprattutto nelle zone settentrionali dove la velocita' dei venti aumenterebbe del 16% ed i giorni di vento fortissimo aumenterebbero del 25-50%."Del resto - sottolinea il WWF - nel rapporto 'Impacts of Europe's changing climaté anche l'Agenzia Europea dell'Ambiente prevedeva gia' nel 2004 che gli inverni freddi sarebbero diventati sempre piu' rari, fino a sparire quasi del tutto nel 2080". Aumenteranno invece, secondo il rapporto diffuso oggi, la frequenza e l'intensita' degli eventi estremi di precipitazioni, cosi' come i rischi di siccita' nel sud Europa: i primi potrebbero provocare un aumento delle alluvioni, mentre i secondi avranno serie conseguenze su agricoltura, risorse idriche e frequenza degli incendi forestali nel sud Europa.

Intanto, quello che stiamo vivendo verra' ricordato come un inverno da manuale sugli effetti dei mutamenti climatici: in parti diverse del globo, sottolinea il WWF, "ci sta presentando un piccolo compendio delle previsioni degli scienziati sui fenomeni che, in futuro, si presenteranno sempre piu' frequentemente a causa dei mutamenti climatici indotti dall'aumento dei gas serra, e in particolare dalla CO2, emessi dalle attivita' umane". I principali imputati - precisa il rapporto - sono il settore energetico e quello dei trasporti.

Dal primo, in particolare, "dipende il 37% delle emissioni di CO2 prodotte dall'uomo e dovute principalmente ai combustibili fossili, tipo per esempio il carbone". "Europa in tempesta fa seguito ad un altro rapporto sui cambiamenti climatici che abbiamo diffuso l'estate scorsa in cui - dichiara Gianfranco Bologna, direttore scientifico WWF Italia e membro della neo commissione governativa sul clima - abbiamo illustrato gli scenari probabili derivanti dall'aumento della temperatura globale di 2°C rispetto all'epoca preindustriale nell' area mediterannea, con uno scenario di aumento della frequenza di estati torride, aumento dell'intensita' delle precipitazioni e della loro concentrazione nel tempo e conseguenti frane e alluvioni.Sembrano rapporti antitetici, contraddittori, in realta' sono le due facce della stessa medaglia derivanti entrambi dall' inquinamento globale da gas serra che tende ad estremizzare gli eventi atmosferici".
A cura dell'ANSA.

Ultima Ora

27 GENNAIO ore 16:10

AGGIORNAMENTO VENTI:
Saranno come già detto i settori meridionali e le Alpi a vedere fino a domani venti forti. Per un maggior dettagli vediamo in sieme alla grafica le raffiche prevista nei settori maggiornamente colpiti. Sconsigliate le uscite in barca o a vela nei bacini meridionali.

In Primo Piano

27 GENNAIO ore 15:12

Ancora residue piogge sul basso Adriatico e Meridione ma migliora nella notte

Ancora instabilità regna sull'Adriatico e parte del Meridione ma nelle prossime ore si assisterà ad un lento ma deciso miglioramento a partire da nord. Nelle prossime ore pertanto sono attese ancora piogge deboli o moderate sull'Abruzzo meridionale (Pescarese, Chietino), coste del Molise, della Puglia e a tratti sul Foggiano. Piovaschi o deboli piogge anche sul Critonese, Vibonese, Reggino, Messinese, e Palermitano, irregolari sui restanti settori. Neve sul basso Adriatico oltre i 500-800 metri e 1000-1300 metri altrove. Nella notte migliora ovunque.
Venti moderati o forti da N-NW un pò su tutte le regioni ma più intensi sull'Adriatico e Puglia con raffiche anche oltre gli 80 km/h sul Mar Jonio. Mari molto mossi.


Cronaca Meteo

27 GENNAIO ore 14:32

Rovesci nevosi sulla pianura veneta
Gioia e delusione per un evento tanto atteso.


La discesa di aria artica marittima sviluppatasi dal mare di Norvegia ed entrata alle nostre latitudini con una doppia azione, attraverso la valle del Rodano e la porta della Bora, ha portato sulla nostra regione una situazione climatica più consona al periodo. L'irruzione tutto sommato non è stata di forte intensità e in molti casi le temperature sono tornate in media, la mitezza dei mesi scorsi però ha accentuato la sensazione di freddo.
Nella giornata di giovedì la neve ha fatto la sua comparsa nel Veneto centro settentrionale, nevicate a carattere coreografico hanno colpito città come Treviso, Padova e Vicenza, la temperatura positiva e la debolezza delle precipitazioni non hanno permesso di avere accumulo, l'unico capoluogo di provincia imbiancato è stato Belluno.Nel veneto meridionale le precipitazioni in pianura sono state sotto forma di pioggia mentre la neve ha interessato la zona dei Colli Euganei compresa la zona pedecollinare, sopra i 200/300 m di quota la neve ha pure fatto accumulo.
Nella mattinata di venerdì l'instabilità causata da diversi piccoli nuclei freddi passanti sopra la pianura veneta ha permesso di avere rovesci nevosi di durata limitata anche sul Basso Veneto, come nella giornata di giovedì la temperatura positiva non ha permesso accumuli al suolo.Al pomeriggio si sono alternate schiarite e annuvolamenti, la pressione è comunque in costante rialzo e il vento da NE rasserenerà il cielo.
Francamente sul Veneto ci aspettavamo qualcosina in più degli isolati rovesci nevosi che hanno interessato l'area tra giovedì 25 e venerdì 26 gennaio, sulle Prealpi e Dolomiti (qui solo in un primo momento iniziale) il bilancio è stato sicuramente più soddisfacente ed utile ai fini degli sport invernali e dell'approvvigionamento delle riserve idriche (anche se la stagione continua a rivelarsi eccezionalmente deficitaria sotto il profilo nivometrico).
Cos'è che ha fatto sì che i fenomeni fossero così modesti?La spiegazione più semplice, considerando le osservazioni fatte sulla sinottica in questi giorni, è che il minimo sia stato abbastanza circoscritto e debole, incapace di generare la vorticità necessaria in grado di portare ad un quadro di spiccato e diffuso maltempo. Si sono verificati isolati e limitati episodi di instabilità (spesso nevosa) che hanno colpito a macchia di leopardo il territorio ed in modo sostanzialmente equo, con correnti nel complesso deboli al suolo che hanno impedito che zone considerate favorite come il rilievo e l'alta pianura vicentina e svantaggiate come la lessinia e la pedemontana veronese, avessero alla fine accumuli fortemente disomogenei.
Una perturbazione dunque debole che ci ha fatto vivere un'atmosfera sicuramente più invernale ed ora esauritosi il capitolo precipitazioni ci attendiamo una fine di gennaio in linea, o leggermente sotto le medie di riferimento del periodo con massime in ripresa e minime in discesa sabato 27. Domenica 28 nuova possibile entrata per qualche ora della bora per via di una nuova irruzione artica che scivolerà verso i Balcani lungo la dorsale adriatica.

A cura di www.meteogiornale.it


In Primo Piano

27 GENNAIO ore 14:28

Il ritorno dell'Alta Pressione in sede Mediterranea...ma avrà comunque vita lunga. Conferme di nuovi affondi freddi nei primi giorni di Febbraio.
Evoluzione:
Anche i modelli stamane mostrano poderose discese fredde sull'Europa e sull'Italia dopo il 5 Febbraio. Al momento, si osservano molti ingarbugliamenti tra i vari modelli a nostra disposizione e pertanto è ancora improbabile tracciare quale sarà la traiettoria giusta degli affondi freddi. Soltanto l'evento prospettato tra fine mese e inizio Febbraio per quanto riguarda una discesa fredda sui Balcani e sull'Italia centro-meridionele viene vista in maniera più o meno uguale da molti modelli, ma che comunque dovrà essere rivista nei prossimi round. Il dopo, diverrebbe come detto più difficile da decifrare ma se dovessimo tracciare un tendenza possiamo dire che l'Alta Pressione sarebbe allontanta, lasciando il posto a ondate di freddo una dietro l'altra con piogge e nevicate intense fino a bassa quota. E' insomma una bella prosepettiva, che sarà aggiornata giorno dopo giorno. Ma vediamo in sinstensi l'evoluzione per i prossimi 15 giorni:

Evoluzione prevista il 28-31 Gennaio: probabilità 90%
Fino a domani (28 gennaio) lieve instabilità con piovaschi e deboli nevicate fin verso i 400-500 metri su alcuni regioni meridionali ma in via di miglioramento. Sul resto del Centro-Nord sereno e soleggiato con venti forti di Favonio sulle Alpi e parte delle pianure del Triveneto; meno su quelle piemontesi. Nuvoloso con nevicate sui rilievi dell'Alto Adige e Oltralpe di Asutria e Svizzera orientale. Nei giorni seguenti ritorno della stabilità quasi ovunque. A fine mese possibile lieve peggioramento sul Tirreno e Sardegna con isolate piogge ma altrove situazione pressochè stazionaria.

Evoluzione prevista per il 1-5 Febbraio: probabilità 50%
Anticiclone in grande spolvero sull'Italia. Sarà così abbastanza resistente a respingere per molti chilometri il fronte e le piogge verso est, facendo così arrivare solo sull'Italia Centro-Meridionale freddo ma assenti di fenomeni. Possibile discesa fredda invece sulla Gran Bretagna con possibili sconvolgimento a medio termine. Il tutto comunque dovrà essere monitorato attentamente!.

Evoluzione prevista il 6-12 Febbraio: probabilità 40%
Intense discese fredde sull'Europa centrale e sull'Italia dopo il 6 con piogge e nevicate intense su tutti i settori. Temperature in deciso calo. Più a lungo termine sempre discese nel cuore del Mediterrano con piogge e nevicate fino in pianura al Nord.

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