lunedì, dicembre 03, 2007

03 SETTEMBRE 2007
In onda il nuovo sito www.meteoggi.it. Si informa che il sito non è ancora del tutto completo per ulteriori manutenzioni. Sono comunque già in linea alcuni articoli. Non mancate!

IN PRIMO PIANO

03 DICEMBRE 2007 ore 15:23

TEMPESTE DI VENTO OLTRE I 150 KM/H E BUFERE DI NEVE A NORD DELLE ALPI

Tempeste di vento interessano da ieri sera e questa notte il Nord delle Alpi, con raffiche oltre i 120-130 km/h sulle pianure, specie a Evionnaz. La raffica più violenta è stata registrata sul Moleson con 195 km/h.

Osservando i restanti dati forniti da Meteo Svizzera, i venti hanno raggiunto i 185 km/h anche sul Titlis (OW), i 163 sul Säntis (Svizzera orientale) e i 152 sul Pilatus (LU). Le folate sono state impetuose anche in pianura e nelle Prealpi: 128 km/h a Boltigen (BE), 127 a Rünenberg (BL), 123 a Plaffeien (FR). Sull'Altipiano sono stati riscontrati valori medi di 70-90 km/h, mentre a Vaduz, investita dal favonio, la colonnina di mercurio è salita fino a 13,4 gradi.

Sono state segnalati anche diversi disagi: ad Oberland alcuni comuni sono rimasti al buio, diverse linee ferroviarie sono state praticamente interrotte, mentre a Basilea l'albero di Natale sul piazzale della stazione è stato letteralmente portato via dal vento, frantumando alcune vetrate di due ristorandi, fortunatamente chiusi la domenica. Purtoppo sono stati segnalati anche una ventina di feriti a causa di oggetti volanti. Il giocatore del Basilea ha avuto attimi di paura per un bandiera staccatasi da una palo e proiettata come freccia verso di lui. Il ragazzo non ha subito lesioni ma solo tanto spavento!

Molto vento ma anche molta pioggia su tutti i settori con accumuli intorno ai 10-40 mm. Limite delle nevicate sceso fino a 800-900 metri di quota, con depositi fino a 30 cm sulla Valle Maggia e Bedretto sull'alto Ticino. Questi accumuli subiranno un veloce innalzamento nelle prossime ore, quando sono attese nuove piogge e nevicate intense ed abbondanti. Si stima che a fine evento sulle Alpi svizzeri si possano toccare tranquillamente i 50-100 cm a 1400-1500 metri di quota, fino a 120-130 cm sui versanti più esposti. Sulle pianure accumuli pluviometrici intorno ai 50-80 mm.

IN PRIMO PIANO

03 DICEMBRE 2007 ore 14:38

PROBABILE PEGGIORAMENTO SULL'ITALIA NEL GIORNO DELL'IMMACOLATA

Nevica intensamente da molte ore lungo le Alpi centro-occidentali, con accumuli superiori ai 10-20 cm su molte zone. Piovaschi stamane anche sulla Valle d'Aosta meridionale, alta Lombardia e pianure occidentali del Torinese, Biellese e Canavese. Da alcune ore su queste zone il tempo è andato miglioramento con l'inserimento del favonio, che soffia forte fin sul fondovalle piemontesi, quasi tempestoso in alta quota e versanti esteri, dove su alcune aree della Svizzera si sono superati i 100-130 km/h.

L'attuale depressione che interessa l'Europa centrale con piogge e nevicate intense avrà vita breve a causa del suo movimento piuttosto veloce a causa di correnti occidentali piuttosto forti. Difatti, già a partire da Mercoledì 4 la situazione tendenza a migliorare sul nord delle Alpi, con nevicate in esaurimento e venti in attenuazione.

Seguirà un Giovedì 5 all'insegna del bel tempo su tutta la Penisola, eccetto locali addensamenti associati a qualche piovaschi sul Tirreno. Una giornata certamente più tranquilla rispetto all'attuale.

Nel Week-End sarà probabile un deciso rallentamento delle correnti in quota, con possibile inserimento di una saccatura sul Mediterraneo. Depressione che sarà in grado di portare piogge e rovesci su gran parte della Penisola nella giornata dell'Immacolata, con neve sulle Alpi a quote medio-basse.

Situazione che sarà monitorata attentamente nei prossimi round modellistici. Seguite gli aggiornamenti...

IN PRIMO PIANO

03 DICEMBRE 2007 ore 6:48

Bufere di neve e venti tempestosi sulle Alpi. Probabile peggioramento sull’Immacolata al Centro-Nord.

Nevica intensamente da questa notte su tutte le Alpi, special modo sui rilievi centro-occidentali, dove il manto nevoso supera già i 15-12 cm sui versanti francesi e svizzeri; 5-10 cm su quelli valdostani. Piovaschi o brevi piogge presenti anche sul Piemonte settentrionale, Valtellina e Nord-Est, in miglioramento nel corso della giornata per venti favonici.

AVVISO NEVE: nevicate copiose cadranno fino al Mercoledì 4 Dicembre a nord delle Alpi; abbondanti sulla Svizzera e Savoia. Gli accumuli a fine evento potranno toccare facilmente i 50-100 cm oltre i 1200-1500 metri, senza escludere punte di 120 sui settori più esposti. Depositi nevosi intorno ai 15-40 cm a quote intorno ai 700-1100 metri. Per quanto riguarda i nostri versanti italiani non si dovranno superare i 20-30 cm su quasi tutti i rilievi.

AVVISO VENTI FORTI: da ieri sera, oltre alle nevicate in atto, si sono attivati forti venti tempestosi sul nord delle Alpi, che hanno spazzato con raffiche oltre i 70-110 km/h tutte le zone alpine e la Svizzera meridionale, che ancora tutt’ora imperversano, seppur in lenta attenuazione. Massima attenzione lungo il Giura, sulla Svizzera occidentale dove sono attese raffiche ancora molto violente e prossime ai 150 km/h, in attenuazione nel corso del pomeriggio.
Sul sud delle Alpi i venti avranno caratteristiche meno tempestosi e compresi tra i 60-80 km/h, con punte di 100 km/h in quota.

Per vedere un attenzione generale dei venti bisognerà aspettare la serata di Mercoledì 4, quando la depressione si allontanerà dalle Alpi. Seguirà anche un deciso miglioramento con nevicate in esaurimento e schiarite. Giovedì 5 sarà la giornata di transizione con clima stabile e fenomeni generalmente assenti su tutta l’Italia.

Poi? I modelli prevedono un probabile peggioramento intorno al 7-8 Dicembre sull’Italia. Si tratterà di un veloce passaggio perturbato, che con causerà fenomeni particolarmente intensi e duraturi. Nevicate a quote medie, con locali abbassamenti a fine evento.
Tra l’altro, osservando gli ultimi round, non si esclude che la saccatura possa subire grazie all’Anticiclone uno spostamento più orientali. In poche parole si assisterebbe ad un configurazione simile a questa che stiamo vivendo, con neve e piogge sulle Alpi e qualche pioggia (semmai in più) sul Nord-Est e Centro Italia. Il Nord-Ovest sarebbe senz’altro assediato dal Favonio.
Ma per saperne di più seguite i prossimi aggiornamenti…

PREVISIONI

02 DICEMBRE 2007 ore 6:45

PREVISIONI PER MARTEDI 3 DICEMBRE: PIOGGE E NEVE SULLE ALPI. QUALCHE FENOMENO ANCHE SUL TIRRENO; VARIABILE ALTROVE.
Arriva la neve sul nord delle Alpi e qualche pioggia sui versanti tirrenici. Nessun cambiamento altrove. Possibile cambiamento nel prossimo Week-End.


NORD: Al Nord-Ovest cieli parzialmente nuvolosi, con ampie schiarite nel corso della giornata. Sui settori alpini nubi sparse con nevicate intense sui versanti esteri, in lieve estensione anche sull'alta Lombardia e Ossola. Quota neve intorno ai 1200-1400 metri, più bassa a nord. Sul Nord-Est cieli nuvolosi con nevicate sparse sull'Alto Adige e Codore, con fiocchi portati da nord fin verso il fondovalle. Sulle restanti regioni clima soleggiato e sereno.
Temperatrue massime: 11-13°C.
Temperature minime: 0-6°C.
Venti moderati da W sulla Liguria; forti sulle Alpi con residuo foehn sulle pianure piemontesi.Mari mossi o molto mossi; agitati a largo.

CENTRO: nubi sparse sulla Sardegna; variabilità sparsa altrove ma con molte zone soleggiate.
Temperature massime: 11-15°C.
Temperature minime: 7-11°C.
Venti moderati o forti di Maestrale sulla Sardegna e Tirreno; moderati sul medio Adriatico.Mari mossi o molto mossi.

SUD: Giornata soleggiata o poco nuvolosa su tutte le regioni. Addensamenti e locali piogge sulla Calabria tirrenica e Messinese, ma in via di esaurimento.
Temperature massime: 14-16°C.
Temperature minime: 9-14°C.
Venti di Maestrale sul Tirreno; moderati altrove. Mari molto mossi; agitati sul canale di Sicilia con possibili difficolta con le isole minori.

SCIENZA E TECNOLOGIA

02 DICEMBRE 2007 ore 6:41

URAGANI: LA CAUSA SAREBBE L’EFFETTO SERRA
Gli uragani sono ormai sempre più diffusi e di forte intensità. Una delle cause sarebbe il continuo aumento dei gas serra, prodotti dalle attività umane. Lo rivela uno studio americano del Lawrence Livermore National Laboratori.


L'uomo, spesso, agisce incurante della natura circostante. Non considerando il fatto che essa, prima o poi, reagisce alle continue violenze subite. Un esempio di risposta alle pesanti azioni umane sono gli uragani che, con la loro forza, distruggono tutto ciò che incontrano. Una delle cause di questi terribili eventi naturali sarebbe l'effetto serra e il continuo crescere dell'inquinamento.

Secondo lo studio di Benjamin D.Santer, del Lawrence Livermore National Laboratory, la troppa concentrazione di anidride carbonica e il conseguente surriscaldamento della Terra, porterebbe ad un aumento della forza distruttiva degli uragani, diffusi maggiormente nell'Atlantico del Nord.

Secondo un rapporto dell'Ncpa (National Center for Policy Analysis) dell'anno scorso, invece, i dati storici sugli uragani non mostrerebbero il legame tra la violenza crescente delle tempeste e i gas serra. Ma lo studio di Santer dimostra l'esistenza di questa relazione. In ogni caso, il dibattito rimane aperto e saranno necessari altri approfondimenti per avere risposte più chiare e concrete sulla questione.

Dati importanti sulla diffusione dei gas serra e degli inquinamenti atmosferici potrebbero arrivare anche dalle rilevazioni che si stanno compiendo alla stazione Abc Pyramid, gestita dal comitato Ev-K²-Cnr alla Piramide dell'Everest.
MONTAGNA.TV

SCIENZA E TECNOLOGIA

03 DICEMBRE 2007 ore 6:28

HIMALAYA, I GHIACCIA ARRETRANO A VELOCITA’ RECORD
I ghiacciai intertropicali, ovvero quelli dell'Himalaya e delle Ande, si sciolgono a velocità record. E' quanto emerge da una recente ricerca statunitense della Ohio state University.


Secondo lo studio negli ultimi 50 anni, i ghiacciai delle latitudini intertropicali del globo hanno registrato uno scioglimento impressionante. Il più significativo degli ultimi 5000 anni.

La ricerca ha preso come campioni sette ghiacciai, tra sudamericani e asiatici, controllati per 30 anni, in 28 postazioni diverse, e da 50 spedizioni scientifiche. Ebbene, stando ai dati, negli ultimi 50 anni lo scioglimento dei ghiacci avrebbe assunto un'accelerazione eccezionale, mai riscontrata nei millenni precedenti. Tanto che l'arretramento, in Perù ha riportato alla luce piante congelate per 5-6 mila anni.

La prima causa del fenomeno è da attribuire all'aumento delle temperature medie della Terra. I ricercatori hanno utilizzato degli appositi strumenti di rilevazione, chiamati "carotatori". Servono per forare il ghiaccio e prelevarne campioni tubolari. Da questi si analizzano i vari strati, misurando il rapporto di equilibrio tra i due isotopi radioattivi dell'ossigeno contenuto nelle molecole d'acqua.

Le conseguenze dell'eccessivo scioglimento dei ghiacci rischiano di ripercuotersi in maniera devastante sulle popolazioni himalayane. Negli ultimi anni, infatti, la portata dei fiumi che provengono da questi ghiacciai è aumentata a dismisura, causando inondazioni difficili da contenere.

Sullo scioglimento dei ghiacciai anche gli italiani del Comitato Ev-K²-Cnr stanno portando avanti studi molto avanzati. Grazie a una rete di stazioni di rilevamento meteorologico ed atmosferico ad alta quota - fra cui la celeberrima Piramide dell'Everest, il laboratorio scientifico più alto del mondo - il Comitato sta portando avanti ricerche interdisciplinari a livello mondiale, fra cui spiccano gli studi di Claudio Smiraglia.

Nei giorni scorsi, per studiare meglio la situazione dei ghiacciai in Africa, per esempio, il Comitato Ev-K²-Cnr ha installato una nuova stazione di rilevamento sul massiccio del Ruwenzori, la terza montagna più alta del continente. Servirà per raccogliere dati su un ghiacciaio determinante per l'equilibrio ambientale africano. E che negli ultimi 100 anni è passato da 6,5 a 0,95 chilometri quadrati.
MONTAGNA.TV

IN PRIMO PIANO

03 DICEMBRE 2007 ore 6:11

ALPI: ARIA INQUINATA, COLPA DELLA PIANURA
Voto "zero" all'aria della Val d'Ossola. Ma le Orobie e l'Adamello non cantino vittoria, anche lì l'aria è inquinata, nonostante l'alta quota. La colpa? Tutta del traffico e delle industrie di Milano e della pianura padana, che disperdono i loro gas tossici verso le Alpi.

Questi sono i risultati dei rilievi effettuati quest'estate dalla Carovana delle Alpi di Legambiente, che ha misurato i livelli d'ozono - gas tossico prodotto dall'inquinamento, dannoso per animali e vegetali - in diverse località montane.

Le peggiori sono Alagna Valsesia (Vercelli) e Valgrande (Verbania), dove l'ozono nell'aria ha una concentrazione di ben 120 microgrammi per metro cubo. Aria cattiva anche a Sutrio (udine) e a Pontedilegno (Brescia), dove la concentrazione arriva a circa 101 microgrammi per metro cubo.
In Dolomiti, invece, l'aria è pura. La medaglia d'oro va a Cortina d'Ampezzo (Belluno), dove l'ozono ha una concentrazione che supera di poco i 50 microgrammi per metro cubo. Ma si respira bene anche a Moena (Trento), ad Ortisei e all'Alpe di Siusi (Bolzano).

"Purtroppo le valli alpine non hanno difese - ha commentato Damiano Di Simine, responsabile dell'Osservatorio Alpi di Legambiente -. Gli inquinanti si formano in pianura, sulle autostrade e dalle industrie, e poi si muovono a lunga distanza trasportati dalle correnti d'aria. L'unica cura è combattere l'inquinamento dove si genera e puntare, in primo luogo, alla lotta contro l'aumento del traffico stradale”.

La ricerca ha inoltre dimostrato che d'estate i livelli di inquinamento sono più elevati a causa
dell'irradiazione solare più intensa.
La Carovana delle Alpi è una campagna che Legambiente realizza ogni anno in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente per misurare lo stato di salute dell'ambiente alpino.
MONTAGNA.TV

SCIENZA

03 DICEMBRE 2007 ore 6:02

FLUSSO DI ENERGIA MOLECOLARE

Alcuni ricercatori sono riusciti a seguire nello spazio e nel tempo il flusso di energia di eccitazione in un complesso molecolare usando una nuova tecnica chiamata spettroscopia elettronica bidimensionale. Pur essendo potenzialmente utile per numerose applicazioni, questo metodo è già stato usato per effettuare sorprendenti osservazioni del processo della fotosintesi. La tecnica è stata sviluppata da un team di scienziati del Lawrence Berkeley National Laboratory e dell'Università della California di Berkeley.

“Ritengo che si dimostrerà un metodo rivoluzionario per studiare il flusso di energia in sistemi complessi dove numerose molecole interagiscono fortemente fra di loro”, ha dichiarato Graham Fleming, leader nel campo degli studi spettroscopici dei processi fotosintetici. “Usando la spettroscopia elettronica in due dimensioni – spiega – possiamo tracciare una mappa del flusso di energia di eccitazione con una risoluzione spaziale dell’ordine del nanometro e una risoluzione temporale dell’ordine del femtosecondo”.

Fleming e colleghi hanno misurato direttamente per la prima volta l'accoppiamento elettronico nella proteina fotosintetica FMO (Fenna-Matthews-Olson), un complesso molecolare in alcuni batteri che assorbe fotoni e dirige l’energia di eccitazione verso un centro di reazione dove può essere convertita in energia chimica. La tecnica potrebbe risultare utile anche per migliorare l’efficienza delle celle solari molecolari.
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