venerdì, luglio 06, 2007

ULTIMA NOTIZIA

06 LUGLIO 2007 ore 19:20

Ecco alcune località più calde della giornata: Pescara 32° Capo Bellavista 29° Milano città 29° Messina 28° Capo Palinuro 28° Ustica 27° Brescia 27°. Altrove valori intorno ai 24-28°C

ULTIMA NOTIZIA

06 LUGLIO 2007 ore 18:31

NUOVE MISURE, LA TERRA E' PIU' PICCOLA DI 5 MM


L'espressione 'il mondo e' piccolo' ha una nuova giustificazione scientifica. Lo afferma uno studio dell'Università di Bonn, pubblicato dal Journal of Geodesy, secondo cui il diametro del nostro pianeta è cinque millimetri più piccolo di quanto misurato prima. Il calcolo è importante, oltre che per l'aggiornamento dei libri di geografia, anche per valutare correttamente l' innalzamento degli oceani, che è dello stesso ordine di grandezza. Dalle stesse misure gli scienziati hanno calcolato che il continente americano e l'Europa ogni anno si allontanano di due centimetri, mentre Africa e Vecchio Continente 'corrono' l'uno verso l'altro alla velocità di 5 millimetri all'anno. I calcoli degli scienziati tedeschi si basano sulle misurazioni di un progetto di ricerca che riunisce 70 radiotelescopi in tutto il mondo. Dai segnali radio reciproci che si inviano queste stazioni, uniti a misure Gps e impulsi laser inviati ai satelliti è stata ottenuta la rivalutazione delle dimensioni della Terra.
ANSA.

IN PRIMO PIANO

06 LUGLIO 2007 ore 13:58

MORTI PER CONGELAMENTO I POLACCHI BLOCCATI SUL BIANCO
Tre corpi assiderati e senza vita. Stretti l'uno accanto all'altro in una buca nel ghiacciaio, scavata con la piccozza nel disperato tentativo di proteggersi dalla bufera. Ecco cos'hanno trovato le squadre del soccorso alpino, che solo ieri alle 16 sono riuscite a raggiungere i tre alpinisti polacchi bloccati dal giorno prima sul ghiacciaio di Bionassay, nel gruppo del Monte Bianco.


Travolti da una slavina, feriti e impossibilitati a muoversi, i tre sventurati sono rimasti per una notte intera all'addiaccio, a quasi quattromila metri, nel mezzo di una bufera infernale. Sono stati stroncati dalle temperature fino a 20 gradi sotto zero e dalle raffiche di vento che spiravano a oltre 100 chilometri orari.

Raffiche che gli hanno negato l'unica possibilità di salvezza, impedendo per ore e ore all'elicottero di alzarsi in volo e ai tecnici del soccorso di raggiungerli a piedi. Solo ieri, nel tardo pomeriggio, è arrivata una schiarita, che ha consentito alle guide alpine di arrivare sul luogo dell'incidente. Ma era troppo tardi.
Anna Pasek, Jakub Marek e Jakub Stanowski erano morti. Tutti e tre giovanissimi, avevano poco più di vent'anni. Sono spirati lassù, a 3.700 metri di quota, dove cercavano solo un'avventura e un po' di sport.

Volevano salire sul Monte Bianco dalla via normale italiana. Erano partiti in cinque, martedì scorso, dalla Val Veny, ed erano saliti fino al Rifugio Gonella dove hanno pernottato.

Mercoledì mattina presto si sono incamminati verso la vetta, raggiungendo intorno alle 12 il Dome du Gouter (4.306 metri), una delle cime più alte nel gruppo Miage-Gouter, nella parte centrale del massiccio.

Qui però sopraggiunge il maltempo. Neve, vento, nebbia. Immediato il dietrofront della cordata.

In due ore sono sulla cresta dell'Aiguille di Bionassay. Ma il destino non vuole lasciarli andare. Una slavina a placche, causata dal vento, li investe e trascina sul ghiacciaio per oltre trecento metri. Nessuno è sepolto, tutti sopravvivono, ma nel giro di poco si rendono conto che la discesa non può proseguire come prima: Anna, nella caduta, ha riportato una frattura scomposta ad una gamba. I compagni cercano di immobilizzare l'arto con bastoni e piccozze, ma per lei è impossibile proseguire.

Inevitabile la decisione di separarsi. Due, uno con un braccio rotto, scendono al rifugio per chiamare aiuto, mentre gli altri scavano una truna profonda mezzo metro per passare la notte al riparo da quella bufera che si faceva sempre più gelida e forte.
Un'ottima precauzione, che purtroppo però non è bastata. Come sembra non siano bastati i sacchi a pelo e i viveri che - secondo quanto riferito ieri dal soccorso all'Ansa Valle d'Aosta - gli alpinisti avrebbero avuto con sé.

Il Soccorso alpino valdostano e il Soccorso della guardia di finanza di Entreves sono entrati subito in azione dopo la chiamata ricevuta dal Gonella. Ma l'elicottero non riusciva a volare. Ci ha provato fino a tarda sera, e poi ancora ieri mattina all'alba. Impossibile.

Squadre di tecnici e guide alpine sono partite a piedi, con nebbia e forte pericolo di valanghe. Ma non sono riuscite ad individuare il luogo dell'incidente fino alla schiarita del pomeriggio.
Ora le salme dei tre polacchi sono state riportate a Curmayeur, dove si attende l'arrivo dei parenti.
MONTAGNA.TV

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06 LUGLIO 2007 ore 13:54

RINVENUTO NEI GHIACCI IL DNA PIU' ANTICO
Un milione di anni fa la Groenlandia non era la terra dai ghiacci perenni, ma era ricca di foreste di conifere a clima temperato. A svelarlo è il più antico dna finora rinvenuto di piante e animali, incastonato nel ghiaccio e databile tra i 450mila e gli 800mila anni fa. E ora si aprono nuovi fronti di ricerca anche sul cambiamento climatico.


La notizia è stata resa nota questa settimana dalla rivista Science. Un team internazionale di ricercatori con a capo Eske Willerslev, dell'Università di Copenaghen, e tra gli studiosi anche due italiane dell'Università di Parma, Antonella Casoli ed Elisa Campani: è a loro che dobbiamo la grande scoperta tra i ghiacci che portrebbe rivelarsi rivoluzionaria.

Sì, perchè i risvolti di questi studi potrebbero essere davvero ampi e importanti. Quello che emerge dall'analisi del dna rinvenuto sotto due chilometri di ghiaccio, riguarda la geografia della Groenlandia, ma anche il clima e le sue dinamiche evolutive.
Gli esperti hanno trivellato la calotta polare e hanno estratto alcune carote di ghiaccio dalla parte più profonda.

Esaminando i sedimenti intrappolati, hanno trovato residui proteici e di Dna con un buon livello di conservazione. Il dna proviene dal sito denominato Dye 3 ed è stato datato tra 450.000 e 800.000 anni fa.
"I risultati dello studio sono importanti - spiega la Casoli - in quanto abbiamo rinvenuto il dna più antico finora. Abbiamo usato quattro metodi diversi di datazione del dna e tutti ci danno risultati compatibili con quell'età sebbene lo stato di conservazione del dna sia così buono da far pensare a un età più recente".

Le colonne di ghiaccio infatti, conservano intatte le tracce del paesaggio del passato, che permettono ai ricercatori di ricostruire l'ambiente di centinaia di migliaia di anni fa.
E' emerso che le specie presenti in quel periodo la Groenlandia erano conifere come abete rosso, ontano e tasso, popolate da vari insetti come coleotteri, mosche, ragni e farfalle.
"La presenza di queste piante caratterizza un ecosistema di tipo foresta boreale nordica, piuttosto che l'ambiente artico attuale - ha spiegato la Casoli- quindi quel periodo doveva essere caratterizzato da temperature superiori ai 10 gradi nel mese di Luglio e non inferiori a -17 gradi in inverno, visto che questi sono le temperature limite per le foreste boreali".

Se queste ipotesi fossero confermate, le conseguenze sarebbero importanti anche in relazione agli studi sul cambiamento climatico. "Se i nostri dati sono corretti - ha infatti affermato Willerslev - vuol dire che la calotta glaciale del Sud della Groenlandia è più stabile di quanto creduto finora e ciò potrebbe avere implicazioni su come gli strati di ghiaccio rispondono al riscaldamento globale".
MONTAGNA.TV

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06 LUGLIO 2007 ore 13:52

MONTE ROSA, CORDATA SI PERDE NELLA NEBBIA
Completamente disorientati, non riuscivano più a distinguere tra il biancore del ghiacciaio e quello della nebbia. Quattro alpinisti si sono persi ieri sul Colle del Lys, a 4.200 metri di quota. Per fortuna, il soccorso alpino è riuscito a recuperarli prima di sera.


La cordata, formata da due spagnoli e due cechi, era probabilmente diretta sui Lyskamm, cime del gruppo del Monte Rosa.
Giunti sulla spianata del colle del Lys, è calata la nebbia e loro hanno perso l'orientamento, non riuscendo più a trovare nè la via per proseguire nè la via del ritorno.
Fortunatamente sono riusciti a dare subito l'allarme, e alcune guide del soccorso alpino valdostano aono riuscite a raggiungerli a piedi e a riportarli un pezzo più a valle. L'elicottero che poi li ha riportati in paese, infatti, non riusciva a volare fino a quella quota.
Tutti e quattro sarebbero in buone condizioni.
MONTAGNA.TV

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06 LUGLIO 2007 ore 13:48

I TIPI DI CLIMA IN EUROPA

CLIMA ATLANTICO
Il clima atlantico interessa le regioni occidentali bagnate dall'oceano atlantico che esercita una azione mitigatrice sulla temperatura Questo clima e caratterizzato da frequenti e abbondanti piogge, portate dai venti tiepidi e umidi che spirano dal mare. Le regioni della costa atlantica oltre a risentire dell'influsso del mare e dei venti occidentali godono i benefici di una corrente marina detta CORRENTE DEL GOLFO.

CLIMA ALPINO
La temperatura del clima alpino tipico delle catene montuose più alte dell'Europa è rigida in inverno e miti nelle altre stagioni con tempi che oscillano tra 10° nel mese più caldo, -15° nel mese più freddo. Le precipitazioni sono più abbondanti sulle montagne mentre all'estremità settentrionale sono scarse Il clima alpino è tipico delle alpi Scandinave nell'Europa settentrionale, del Caucaso nell'Europa orientale, dei Pirenei nell'Europa occidentale, delle Alpi e dei Carpazi nell'Europa centrale

CLIMA MEDITERRANEO
La zona a clima mediterraneo comprende tutte le coste bagnate dal mare omonimo. L'interno delle tre penisole (Iberica, Italica, Balcanica) risente poco dell'influsso del mare, perché vi sono numerose catene montuose lungo le coste. Le estati sono calde (23°/25° nel mese più caldo), gli inverni miti (4°/10° nel mese più freddo) e le precipitazioni, molto variabili da regione a regione, sono concentrate di solito in inverno. Lungo tutte le coste del Mediterraneo, dov'è presente un clima mite (detto appunto mediterraneo) si è sviluppata la macchia mediterranea.

CLIMA CONTINENTALE
Il clima continentale è caratterizzato da forti escursioni termiche annue con inverni freddi e nevosi ed estati calde. Si distingue in continentale freddo e di transizione. La varietà delle precipitazioni e delle temperature determina diversi ambienti.

ULTIMA NOTIZIA

06 LUGLIO 2007 ore 13:04

Domenica pomeriggio attesi FORTI temporali sul Piemonte, Valle d'Aosta, alta Lombardia, Trentino e anche sulla Francia occidentale, Svizzera e Austria.

ULTIMA NOTIZIA

06 LUGLIO 2007 ore 12:52

Continua la fase di MALTEMPO da più di due settimane sulle Isole Britanniche.
Gli ingredienti sono le piogge, i forti venti e il clima decisamento fresco per als tagione (10-15°C). In Irlanda ieri, nella Baia di Dublino una regata è stata interrotta da un improvviso peggioramento, con pioggia e forte vento che ha causato il ribaltamento di diverse imbarcazioni e la caduta di 100 ragazzi in mare tra i 10 e i 15 anni. I ragazzi sono stati poi salvati dal pronto soccorso

ULTIMA NOTIZIA

06 LUGLIO 2007 ore 7:54

Nelle prime ore di questa mattina si segnalavano solo 10°C ad Arezzo e Bolzano. Fresco anche all'aeroporto di Ronchi dei Legionari, in Friuli, con +12°C; Pisa con +13°C. Le zone più calde d'Italia sono solamente Brindisi e l'Isola di Lampedusa, con +22°C.

ULTIMA NOTIZIA

06 LUGLIO 2007 ore 7:52

TEMPERATURE MASSIME DI IERI IN ITALIA

E' sempre il Meridione ha rimane al primo posto come temperature più elevate: ecco Catania Fontanarossa con 33°C, seguita a ruota da da Marina di Ginosa con 33°C, Gela +31°C, Cozzo Spadaro 31°C, Ferrara e Grosseto 30°C. Sul resto della Penisola valori massimi piuttosto contenuti e oscillabili tra i +25° ed i +29°C. Spiccano +23°C di Alghero e la massima sul P.Rosà di -2,8°C.

ULTIMA NOTIZIA

06 LUGLIO 2007 ore 7:46

SISMA DI 6.1 RICHTER IN MESSICO
La scossa ha colpito lo Stato meridionale del Chiapas


Una scossa di terremoto di magnitudo 6,1 ha colpito il Chiapas, Stato meridionale del Messico. Lo rende noto l'Istituto Geologico Usa. L'epicentro del sisma e' stato localizzato a 39 km dalla capitale del Chiapas, Tuxtla Gutierrez. Il terremoto ha seminato il panico tra la popolazione, ma secondo la rete Televisa, non si registrano al momento danni a persone o cose. Per circa 10 minuti e' andata via la corrente elettrica e sono rimasti fuori servizio le comunicazioni telefoniche.
ANSA.

IN PRIMO PIANO

06 LUGLIO 2007 ore 7:45

ULTIMISSIME: PASSAGGIO TEMPORALESCO AL NORD TRA DOMENICA 8 E MARTEDI 10 LUGLIO

Gli ultimi aggiornamenti modellistici mostrano il peggioramento temporalesco al Nord anticipato di 12 ore con primi temporali e rovesci già nel pomeriggio-sera di Domenica 8 Luglio. Il problema di stamane non è dato fenomeni attesi ma dall'entrata del fronte che al momento appare piuttosto orientale con fenomeni più scarsi su parte del Nord-Ovest. Comunque sia il Piemonte e la Valle d'Aosta vedranno anch'essi temporali diffusi, seppur in modo irregolare rispetto al resto del Settentrione. Sul Triveneto è atteso invece un marcato peggiornamento nella notte tra Lunedì 9 e nella giornata di Martedì 10 con temporali anche MOLTO FORTI tra Emilia-Romagna, Venete e Friuli, in parte anche sulla Liguria e basso Piemonte. Tra il 10 e l'11 anche la Toscana, il Lazio e l'Adriatico potrebbe vedere qualche rovescio o temporale, più occasionali e di rado anche sul Meridione, specie versanti orientali.
Come vedete i "ma" sono ancora molti e fino a Domenica sarà difficile tracciare la vera triettoria del fronte che ci colpirà. Per il ritorno del CALDO bisognrà aspettare dopo il 15 del mese ma le depressione sull'Europa sono sempre pronte all'assalto!

PREVISIONI

06 LUGLIO 2007 ore 7:33

PREVISIONI PER SABATO 7 LUGLIO: GIORNATA LIMPIDA ED ESTIVA SU TUTTA LA PENISOLA. CONSIGLIATE LE SCAMPAGNATE IN MONTAGNA E AL MARE.
Torna l’Estate sull’Italia. Durerà alcuni giorni ma al Nord già da Lunedì 9 il tempo incomincerà a cambiare con arrivo di aria più fresca e temporali anche forti; stabilità altrove.


NORD: Giornata limpida ed Estiva su tutte le regioni con caldo moderato sulle pianure. Soltanto sulla Liguria, specie settori orientali saranno possibili nubi e locali addensamenti bassi ma senza fenomeni. Consigliate le uscite fuori porta!
Temperature massime comprese tra i 28-30°C con punte di 31-32°C. Minime intorno ai 16-18°C. Venti deboli con brezze lungo le coste e Alpi.
Mari poco mossi.

CENTRO: Giornata soleggiata ed Estiva su tutte le regioni. Consigliate le uscite fuori porta! Temperature massime comprese tra i 27-30°C. Minime intorno ai 16-21°C. Venti deboli con rinforzi sulla Sardegna.
Mari poco mossi, localmente calmi sull’Adriatico.

SUD: Sul Meridione la giornata sarà anch’essa serena ed Estiva su tutte le regioni.
Temperature massime comprese tra i 28-30°C con punte di 32-34°C sulla Puglia. Minime intorno ai 17-23°C. Venti deboli con brezze lungo le coste e locali rinforzi da E sul Canale di Sardegna.
Mari poco mossi.

ATMOSFERA

06 LUGLIO 2007 ore 7:29

OZONO: NEMICO E AMICO

L'aria del tuo paese o della tua città è inquinata d'estate? Ti ripetono sempre di metterti gli occhiali quando esci? L'ozono, principale responsabile dell'inquinamento dell'aria, è lo stesso gas che ci protegge dagli effetti dannosi del sole. Come può un gas essere contemporaneamente utile e nocivo?
In natura l'ozono è presente in quantità ridotte nell'atmosfera terrestre. Gli esseri umani, però, producono ozono ogni giorno. Quando le emissioni di auto, camion, fabbriche e taglia erba interagiscono con la luce del sole, soprattutto in primavera e in estate, si forma ozono al livello del suolo. Quando si trova vicino a terra l'ozono può irritare i polmoni e provocare attacchi di asma. Nelle giornate in cui la concentrazione di ozono è particolarmente elevata, alcune comunità offrono corse in autobus gratuite, incoraggiano le persone a non utilizzare l'auto e chiedono loro di aspettare la sera per tagliare l'erba o per riempire le bombole del gas.

L'ozono, però, ha anche una funzione molto importante: ci protegge dai raggi ultravioletti che possono causare scottature, tumori della pelle e danneggiare gli occhi. L'ozono presente nell'atmosfera, a circa 25 chilometri sopra la terra, forma uno strato protettivo che assorbe i famigerati raggi UV.

Alcune sostanze, come quelle utilizzate nei condizionatori, nei refrigeratori e nelle bombolette spray, possono danneggiare lo strato di ozono. I risultati sono visibili ogni autunno sull'antartico, dove la quantità di ozono è visibilmente ridotta. Il “buco nell'ozono”, proprio perché carente di ozono, permette ai raggi UV di filtrare attraverso l'atmosfera.

La NASA sta per lanciare in orbita intorno alla terra un nuovo satellite per misurare la concentrazione di ozono. Aura è il nome di questo satellite, che misurerà anche la concentrazione di molti altri gas, così come fumi e polveri sia nella bassa che nell'alta atmosfera. Aura potrà anche individuare e misurare le sostanze chimiche responsabili della produzione di ozono.

I leader mondiali hanno deciso di cooperare per limitare l'emissione di sostanze dannose per l'ozono. La concentrazione di ozono al livello del suolo può essere ridotta evitando di usare l'auto, spostandosi a piedi, in bicicletta o coi mezzi pubblici. Diminuendo il numero di automobili su strada, possiamo ridurre l'inquinamento dell'aria.
ECPLANET

ATMOSFERA

06 LUGLIO 2007 ore 7:23

AEROSOL E OZONO SULL’HIMALAYA
Il laboratorio ABC-Pyramid di Ev-K²-CNR e Isac-Cnr rileva che il particolato e l'ozono vengono trasportati dalle aree inquinate dell'Asia fino ai ghiacciai di alta quota, contribuendo alla loro riduzione e confermando come certi fenomeni non conoscano confini

Per promuovere gli studi sulla composizione dell'atmosfera ed i mutamenti climatici nella regione asiatica, è stato avviato da alcuni anni un prestigioso progetto denominato Atmospheric Brown Clouds (ABC), promosso dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per la Protezione dell'Ambiente (UNEP) in collaborazione con il Center for Clouds, Chemistry and Climate della Scripps Institution of Oceanography (C4/SIO). L'Italia partecipa a questo progetto attraverso il Comitato Ev-K²-CNR, con la stazione remota ABC-Pyramid realizzata a quota 5079 m, nei pressi del Laboratorio - Osservatorio Piramide e non troppo distante dal Campo Base dell'Everest nella Valle del Khumbu.

Dal febbraio 2006 la stazione di monitoraggio climatico più alta al mondo - progettata e realizzata dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna in collaborazione con il Cnrs di Clérmont-Ferrand - fornisce dati, misure e informazioni visibili in tempo reale sul sito http://evk2.isac.cnr.it/, grazie ad un particolare sistema di trasmissione satellitare voluto dal gruppo di lavoro guidato da Paolo Bonasoni dell'Isac-Cnr che permette anche il controllo remoto della strumentazione dall'Italia. Il laboratorio ABC-Pyramid è alimentato no stop da un sistema fotovoltaico, costituito da 96 pannelli solari e 120 batterie.

I primi risultati raccolti sono di grande interesse specie per quanto riguarda aerosol e ozono. “Per quanto concerne la concentrazione del particolato atmosferico (aerosol), le condizioni di fondo dell'atmosfera himalayana possono essere considerate `normali´ per parte dell'anno” spiega Paolo Bonasoni. “Purtroppo però, nella stagione pre-monsonica che dà luogo alla cosiddetta Asian Brown Cloud, i valori risultano estremamente elevati: le concentrazioni di PM1 hanno raggiunto un valore massimo di 80 µ microgrammi/metrocubo rispetto a un valore medio già elevato di 5.4 µg/m3, mentre il Black Carbon ha registrato un massimo di 5 µg/m3 durante episodi acuti d´inquinamento, rispetto a un valore medio di circa 0.4 µg/m3. Durante il periodo monsonico per il PM1 il massimo è stato di circa 10 µg/m3 (la media di 0.3 µg/m3), mentre il BC ha mostrato valori inferiori a 0.05 µg/m3”.

“Sebbene le concentrazioni di PM10 abbiano mostrato una certa variabilità giornaliera dovuta all'influenza della circolazione locale, si sono registrati episodi di trasporto di inquinanti e sabbia di origine desertica che hanno fatto rilevare rispettivamente concentrazioni di circa 15.7 µg/m3 e 14 µg/m3”, aggiunge Sandro Fuzzi, rappresentante EV-K2-CNR in seno ad ABC. “Le analisi chimiche sui campioni himalayani, eseguite presso l´Isac di Bologna hanno mostrato un contributo di materiale carbonioso (dovuto a processi di `biomass burning´, cioè legato all'uso di bruciare sterco di bovino e prodotti del sottobosco), e la presenza, più limitata, di sali inorganici “water-soluble” (solfati, nitrati) oltre, ovviamente, alla polvere minerale”.

“Questo avviene sia quando è il vento a trasportare da lontano aria inquinata o particolato dai deserti asiatici o del Sahara, sia quando una massa d'aria percorre la valle del Khumbu 'raccogliendo' le emissioni dei piccoli villaggi e inquinanti dal basso Nepal, dall'India e dal Pakistan: elevate concentrazioni di 'black carbon', particelle fini ed ultrafini e di ozono caratterizzano infatti queste masse d'aria, facendo ipotizzare che la Valle agisca da 'camino', trasportandole fino ai ghiacciai dell'Everest”, prosegue Bonasoni. “Gli aerosol possono assorbire o riflettere la radiazione solare e, quindi, una deposizione di questo particolato sui ghiacciai himalayani può contribuire a ridurne lo strato. Più in generale, lo studio della distribuzione dimensionale dell'aerosol e della sua composizione inorganica ed organica aiuta a meglio definire il ruolo che queste particelle possono giocare nei processi climatici”.

Le misure di concentrazione superficiale di ozono iniziate nel febbraio 2006 dall´ABC-Pyramid Observatory hanno mostrato un valore medio annuo di circa 100 microgrammi/metrocubo, con un ciclo stagionale caratterizzato da alti valori durante la primavera (cioè la stagione del premonsone), con una concentrazione media di circa 120 µg/m3, e più bassi durante l´estate (stagione monsonica),circa 72 µg/m3. “Mentre le basse concentrazioni possono essere legate al trasporto di masse d´aria d´origine marittima, il massimo primaverile può essere dovuto sia a processi di produzione fotochimica sul continente eurasiatico e sia a scambi verticali di masse d´aria tra la stratosfera e la troposfera”. spiega Bonasoni. “Durante alcuni di tali eventi la concentrazione di O3 ha raggiunto il valore di 180 µg/m3 e sono state rilevate concentrazioni superiori ai 150 µg/m3 durante un episodio nel periodo monsonico con il trasporto per diversi giorni sul sito di misura in Himalaya di masse d´aria particolarmente inquinate provenienti da India e Pakistan”.

“Le misure eseguite alla stazione ABC-Pyramid, uniche nel loro genere, contribuiscono a meglio definire il ruolo dell'ozono come gas serra ed agente nella definizione delle proprietà chimiche dell'atmosfera”, conclude Agostino Da Polenza, presidente del Comitato EV-K2-CNR. “La catena dell'Himalaya rappresenta per elevazione e collocazione un posto ideale per studiare il trasporto di inquinanti e, benché le reti per il monitoraggio si stiano sviluppando nelle città asiatiche, nessun'altra osservazione è disponibile in alta montagna, teoricamente meno esposta all'inquinamento antropico”.
ECPLANET

AMBIENTE

06 LUGLIO 2007 ore 7:18

EFFETTO SERRA E AGRICOLTURA

L'attività umana ha influenzato il clima da sempre, e non solo dalla rivoluzione industriale. Lo afferma una ricerca pubblicata su “Science” da Dominic Ferretti, del National Institute of Water and Atmospheric Research di Wellington, in Nuova Zelanda.

Ferretti ha studiato il livello di metano presente nell'atmosfera nel primo millennio dopo Cristo, e ha dimostrato che le emissioni di gas serra sono cominciate molti secoli fa, anche se il loro livello ha avuto una crescita drastica negli ultimi secoli. Per arrivare a queste conclusioni Ferretti ha analizzato i campioni di ghiaccio prelevati in Antartide: è stato possibile studiare le tracce di metano nelle bolle d'aria presenti nei ghiacci di 2000 anni fa grazie a una nuova tecnica che permette di calcolare la quantità e anche la provenienza del gas trovato nel ghiaccio.

Le emissioni di gas serra nel periodo preindustriale, risultate molto più massicce del previsto, erano dovute soprattutto agli incendi appiccati dagli uomini per fare posto agli insediamenti e all'agricoltura. “L'umanità ha imparato a usare il fuoco da centinaia di migliaia di anni — spiega Ferretti — e anche quando la popolazione umana era relativamente scarsa gli incendi erano frequenti e di grandi dimensioni”.

In America, in particolare, sembra che ogni anno venissero bruciate grandi estensioni di prateria per favorire l'agricoltura e l'allevamento, o anche per incanalare la selvaggina verso le aree di caccia. In Amazzonia poi gli incendi su larga scala venivano usati sistematicamente per migliorare la fertilità del suolo. I dati della ricerca indicano che le emissioni dovute agli incendi sono diminuite verso il 1700, anche a causa dello sterminio delle popolazioni amerindie provocato delle malattie portate dagli europei. Gli stessi europei, con la rivoluzione industriale, hanno poi contribuito a loro volta a far risalire la quantità di emissioni, fino a superare ampiamente i livelli del primo millennio.
ECPLANET
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