domenica, aprile 29, 2007

ULTIMISSIME

29 APRILE ore 19:58


Rovesci e Temporali anche FORTI sono in atto in questi minuti sulla Valtellina, segnatamente tra: Madesimo, Chiavenna, Novate Mozzola, Teglio, Aprica, Castasegna, Passo dello Spluga, Pizzo Martello, Monte Disgrazia, Sondrio, Colico, Edolo, nord del Lago Maggiore e su buona parte del Ticino centro-orientale. Su Bellinzona sono in atto anche alcune grandinate!
Temporali presenti anche sulla Svizzera e Francia occidentale, perlopiù a "macchia di leopardo"

BREVISSIME

29 APRILE ore 15:50

IL PEGGIORAMENTO DELLA SETTIMANA: QUALI REGIONI COLPIRA?
Ecco in breve, la situazione prevista la prossima settimana sull'Italia.

Mercoledi 2 Maggio: rovesci e temporali sulla Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta e in serata-notte anche sulla Sicilia e Campania. Deboli altrove, asciutto su Adriatico e resto Meridionale
Temperature massime:
NORD: 14-18°C
CENTRO: 14-20°C
SUD: 17-21°C

Giovedi 3 Maggio: rovesci e temporali sulla Basilicata, Calabria, Puglia settentrionale, Lazio, Trentino Alto Adige e alta Lombardia. Tra la sera-notte precipitazioni, localmente forti tra Valle d'Aosta e ovest Piemonte. Clima asciutto su Sicilia, Sardegna, Adriatico e Valpadana centro-orientale
Temperature massime:
NORD: 17-23°C
CENTRO: 15-21°C
SUD: 18-22°C

Venerdi 4 Maggio: piogge ABBONDANTI (30-40 mm in 12 ore) e temporali (localmente forti) sul Piemonte, Liguria, bassa Lombardia, Romagna, Veneto e Friuli; moderati sulla Toscana, Lazio, Marche e sud Sardegna. NEVE sulle Alpi fin sotto i 2000 metri. Asciutto sul resto del Centro-Sud.
Temperature massime:
NORD: 10-13°C
CENTRO: 13-17°C
SUD: 17-21°C

Sabato 5 Maggio: piogge sparse sulla Lombardia, Alpi e Toscana; asciutto altrove.
Temperature massime:
NORD: 16-19°C
CENTRO: 16-20°C
SUD: 22-25°C

Domenica 6 Maggio: piogge sparse sulla Lombardia, Alpi e regiorni centrali; asciutto altrove.
Temperature massime:
NORD: 16-20°C
CENTRO: 15-20°C
SUD: 19-23°C

PREVISIONI

29 APRILE ore 13:41

PREVISIONI PER LUNEDI 30 APRILE: INSTABILITA' SPARSA AL CENTRO-SUD E ALPI. VARIABILITA' E ALTERNANZA DI SOLE SULLA VALPADANA E SICILIA
L'entrara di una depressione sul cuore della Sardegna, porterà domani un generale peggioramento sulle regioni centrali e basso Tirreno, con piogge e temporali. Instabilità sparsa anche sulle Alpi; ma clima più asciutto sulle pianure.


NORD: Sul Nord-Ovest al mattino, ciali da poco a parzialmente nuvolosi, ma con nuvolosità più compatta sul basso Piemonte e Liguria. Nel pomeriggio maggiori addensamenti con rischio di qualche rovescio o temporale sulle pedemontane del Cuneese, Biellese, Verbano, Ossola, Alpi Orobie e a tratti sulle coste liguri e pianure dell'alta Lombardia.
Sul Nord-Est mattinata generalmente instabile, specie sulle zone alpine con rovesci e locali temporali. In pianura alternanza di nubi e sole (specie sulle coste), ma nel pomeriggio probabilità di qualche acquazzone quasi ovunque, in miglioramento nelle ore serali.
Temperature massime comprese tra i 21-24°C, più basse nei rovesci. Minime intorno ai
9-13°C, più basse sul Piemonte. Venti deboli, con locali rinforzi pomeridiani sull'alto Adriatico, coste e Alpi a sud. Mari calmi o poco mossi.

CENTRO: Instabile al mattino sulla Sardegna, Toscana e Lazio con piogge e locali rovesci. Variabilità altrove e clima più asciutto, con locali schiarite sui versanti Adriatici. Nel pomeriggio sempre molta instabilità sparsa su tutte le regioni, con piogge e locali temporali, localmente intensi sulle zone interne Appenniniche e basso Lazio. Precipitazioni più deboli o assenti sulle coste adriatiche e Molise. In serata migliora quasi ovunque, eccetto sul Lazio.
Temperature massime comprese tra i 16-20°C sui versanti Tirrenici e 19-22°C su quelli Adriatici. Minime intorno agli 8-13°C.
Venti deboli, ma con rinfozi nel pomeriggio sul Tirreno centrale e coste laziali.
Mari da poco mossi a mossi sul Tirreno e Sardegna, generalmente calmi altrove.

SUD: Instabile al mattino sui versanti Tirrenici della Calabria, Campania e Sicilia con rovesci e locali temporali. Variabilità e alternanza di sole sulle restanti regioni. Nel pomeriggio temporali e rovesci intensi sulla Campania e coste calabresi. Acquazzoni in arrivo anche sulla Basilicata e nord Puglia. Migliora con ampie schiarite sulla Sicilia. In serata situazione invariata.
Temperature massime comprese tra i 17-22°C. Minime intorno ai 9-14°C.
Venti moderati da Ovest nel corso della giornata sul Canale di Sardegna, basso Tirreno, Jonio e basso Adriatico; deboli altrove. Mari da poco mossi a mossi.

DOSSIER SICCITA' A CURA DELL'ANSA

29 APRILE ore 10:28

EMERGENZA SICCITA', SI STUDIANO SOLUZIONI


E' emergenza siccita' in Italia, come in tutto il bacino del Mediterraneo. Dalla prossima settimana sono attese le piogge: daranno "un contributo" - affermano gli esperti - ma non saranno affatto risolutive. Sulla penisola la situazione peggiore l'affronta anche questa volta il Po. E torna l'ipotesi di far confluire l'acqua dall'Adige. Gli scienziati lanciano l'allarme: tra le specie a rischio ci sono gli anfibi. Mentre, per l'agricoltura, si pensa alle piante del domani.

PROTEZIONE CIVILE: PIOGGIA? UN 'AIUTO' DALLA GROENLANDIA


In arrivo piogge a carattere temporalesco tra la Sardegna e la costa tirennica e la speranza di un 'aiuto' a combattere la siccità da un' area di instabilità che dalla Groenlanda potrebbe raggiungere il Mediterraneo. Una situazione che, secondo il professor Bernardo De Berdardinis, responsabile del servizio protezione e prevenzione del dipartimento della Protezione civile, "sta nel quadro di previsione stagionale segnato da un deficit di precipitazioni, ma che non significa - ha spiegato - che le precipitazioni non ci saranno".

Nel dettaglio da domenica pomeriggio e lunedì mattina ci saranno i primi fenomeni piovosi che, dalla Sardegna e dalla costa tirrenica, scenderanno poi verso la Campania. Da martedì e mercoledì, inoltre, una forma di instabilità proveniente dalla Groenlandia interesserà il Golfo di Biscaglia e potrebbe entrare nel mediterraneo, contribuendo così ad intensificare le precipitazioni che, per adesso sono però previste come deboli e moderate e a carattere temporalesco.

"Siamo in linea con la norma del periodo - dice De Bernardinis - in cui si segnala una instabilità di transizione con deficit delle precipitazioni fino ad agosto. Ma deficit - aggiunge - non significa che non ci siano". Le piogge dei prossimi giorni, comunque, daranno il loro contributo a mitigare la tensione siccitosa che ha interessato soprattutto il bacino del Po, ma si tratta di "un contributo non risolutivo".

AGRICOLTURA DEL DOMANI: ORZO, FRUMENTO E OLIO DI GIRASOLE

Orzo innanzitutto, frumento tenero e tante fave. E poi più olio di girasole che non quello di mais o di soia. E' una nuova agricoltura quella che si prospetta all'orizzonte, perché a vincere la scommessa saranno sempre più le piante in grado di sopportare temperature più elevate e quindi resistere alla scarsità di precipitazioni ormai all'ordine del giorno.

Sarà quindi il clima a dettare legge nei campi, che si dovranno adattare alle nuove temperature, lasciando poco scampo a quelle colture che di acqua ne vorrebbero in abbondanza. Il segreto è tutto qui e la ricerca può dare un valido aiuto a comprendere gli effetti della siccità sulle piante, prospettando soluzioni. E questo migliorando sia le pratiche agricole, in relazione a un ottimale utilizzo delle risorse idriche con l'irrigazione a goccia rispetto a quella a pioggia, che gli sforzi di incrocio e selezione per ottenere varietà più adatte alle mutate situazioni climatiche.

Per quanto riguarda in particolare la resistenza alla scarsità idrica, l'Enea ha redatto una sorta di vademecum con alcune indicazioni sugli orientamenti agricoli da tenere presente. Si scopre così che gli orzi sono più resistenti dei frumenti duri, ma sopratutto di quelli teneri; quanto alle avene le varietà precoci sono più indicate delle tardive; tra i legumi, la maglia rosa spetta in ordine decrescente a fava, lupino bianco, lenticchia, cece e pisello, mentre tra gli erbai svetta la veccia seguita dalla favetta e dal fieno greco, che risultano più forti del trifoglio incarnato.

Nei prati sul podio c'é la sulla, seguita dall'erba medica, dalla lupinella e dal trifoglio. Gli elementi di maggiore criticità nella scelta della varie colture sono quindi la maturazione precoce, la resistenza e la tolleranza alla carenza idrica e alla salinità dei suoli. Le colture erbacee più indicate sono quelle a ciclo autunnale-primaverile, periodo in cui la disponibilità di acqua di pioggia è massima e la domanda evapotrasprirativa dell'ambiente è minima. A questo proposito sono stati fatti molti progressi sull'interpretazione delle relazioni che esiste in una pianta in carenza di acqua tra struttura, funzione delle foglie e morfologia delle radici.

Gli strumenti di biologia e i progetti di gnomica per il sequenziamento completi di alcune specie vegetali, hanno fortemente contribuito ai progressi compiuti nella comprensione dei meccanismi molecolari che sono alla base della risposta fisiologica delle piante stressate.

Oltre alle varietà di grano duro, dove è stato individuato ad esempio un nuovo gene correlato allo stress idrico simile a quello dell'orzo, l'Enea ha esaminato anche altre specie agronomiche particolarmente adatte agli ambienti del Sud Italia, come la lenticchia lens esculentum, vari tipi di fava, la vicia major e la vicia minor, di lupino e l'orzo vulgare, il cece arietinum, il carciofo scolymus, la brassuixca carinata e il cartamo tinctorius. L'obiettivo? Selezionare e diffondere le specie che potranno vincere la partita climatica.

A RISCHIO LA RIPRODUZIONE DI MOLTI ANFIBI


La siccità di quest'anno mette a rischio la riproduzione di molte specie di anfibi. Se l'aumento delle temperature è accompagnato dalla siccità, alcune specie rischiano infatti di non trovare acqua sufficiente per riprodursi. A lanciare l'allarme è Franco Andreone, zoologo del Museo di Scienze naturali di Torino. Dello stesso avviso Marco Bologna, docente dell'Università di Roma Tre.

"Dalle osservazioni di noi naturalisti sul campo - ha spiegato Bologna - emerge una situazione drammatica, anche in Italia centrale. Il problema riguarda gran parte degli anfibi italiani, specie per quelli che hanno bisogno di acque ferme". "Anche se non siamo in possesso di dati scientifici su un numero sufficiente di anni, nel 2007 stiamo registrando la scomparsa di siti riproduttivi. spiega Andreone Noi stiamo studiano la specie di anfibi più minacciata d'Italia, il pelobate fosco".

Si tratta di un piccolo rospo divenuto sempre più raro: "Dal 1800 ad oggi si sono ridotti i contingenti di popolazioni afferma lo zoologo specie nella zona nord-orientale, in Veneto e Friuli, mentre è ancora presente nella zona nord-occidentale, in Piemonte e Lombardia".

La carenza o addirittura assenza di acqua quest'anno, però, mette a rischio la sua riproduzione. Il pelobate fosco si riproduce in stagni e laghetti, laddove ci sono risaie, vecchie peschiere, canali per la macerazione della canapa, spiega Andreone, che stanno scomparendo, ma sono comuni ad esempio nella zona di Ivrea.

Il piccolo rospo, infatti, in genere vive sotto terra, infossato, ma esce fuori in primavera con le piogge torrenziali, quelle tipiche fra fine marzo ed inizio aprile: "Sceglie tre o quattro notti di pioggia spiega lo zoologo ed è ovvio che se non piove le possibilità si riducono. Una delle nostre ipotesi è questa: con 5 notti invece di 15 a disposizione questa specie si riproduce di meno. Poi ci sono le uova, che devono rimanere immerse nell'acqua: la fase da girino dura circa 2/3 mesi e quello del pelobate fosco è il girino più grande tra gli anfibi, misurando 12 cm". Insomma, se non c'é acqua sufficiente, dopo essere riusciti a deporre le uova, i girini sono destinati alla morte sicura.

"Quest'anno nel sito di 'Tetti d'Elià, vicino Poirino, in provincia di Torino, non c'é più acqua, mentre l'anno scorso abbiamo catturato diversi esemplari. Con un 2007 così a secco non sappiamo che fine faranno questi animali", rileva Andreone, che precisa come tali anfibi non possano migrare altrove, non essendoci più i canali naturali fra le diverse zone umide a causa delle coltivazioni. Ormai, conclude lo zoologo, questi animali rimangono isolati in francobolli d'acqua.

PROPOSTE DA MANTOVA E GARDA: ACQUA DALL'ADIGE AL PO


I Consorzi di bonifica del medio e dell'alto Mantovano - che derivano l'acqua per irrigare i campi da un lago di Garda sempre più in secca - e la Comunità del Garda, saranno ricevuti mercoledì prossimo dalla Commissione Ambiente del Senato per un'audizione sulla pesante situazione creata dalla siccità nella parte est della Lombardia. Ieri gli stessi rappresentanti dei Consorzi di bonifica e della Comunità del Garda hanno tenuto un incontro a Riva del Garda: durante la riunione hanno messo a punto un pacchetto di misure di breve, medio e lungo periodo da chiedere al Governo per tutelare sia il turismo gardesano che l'agricoltura mantovana.

"Innanzitutto - ha spiegato Massimo Lorenzi, presidente del Consorzio del Mincio, che raggruppa tutti i consorzi che derivano acqua dal Mincio - chiederemo di aprire la galleria sotterranea tra Mori e Torbole, nel Trentino, che collega l'Adige con il lago di Garda".

In questo modo parte dell'acqua dell'Adige andrebbe a finire nel Garda, alzandone il livello, e di conseguenza aumentando la portata d'acqua dell'emissario del lago, il Mincio, che va ad affluire nel Po. Dall' Adige, spiega Lorenzi, "l'acqua dovrebbe defluire a una velocità di 250 metri cubi al secondo. Questo canale sotterraneo, costruito nel 1939, serve per allentare le piene dell' Adige. Sappiamo che viene aperto solo in casi eccezionali: l'ultima volta, per esempio, è stato nel novembre 2000".

C'é peraltro da osservare che anche l'Agide in questo periodo di siccità generale non è messo bene quanto a portata d'acqua. L'altro pacchetto di richieste, questa volta a medio e lungo termine, riguarda una serie di interventi per 16 milioni di euro per due progetti volti al risparmio idrico che sono da tempo bloccati: vale a dire l' impermeabilizzazione del canale Seriola e il riassetto del canale Virgilio, entrambi in uscita dal Garda.

Inoltre i mantovani chiederanno di considerare l'ipotesi di raccordare il canale Biffi, derivante dall' Adige da Ala (Trento) a Verona, con il vicino Mincio, nella zona veronese di Valeggio. In questo modo l'acqua arriverebbe direttamente nel mantovano e nel Po senza entrare nel Garda. "Chiederemo anche - ha concluso Lorenzi -risorse per modificare il tipo di irrigazione e favorire l'introduzione di altri sistemi, e per la manutenzione dei canali e dei fossi irrigui".

DE CASTRO, OCCORRE UN ACCORDO TRA REGIONI

"Se questa condizione durerà anche l'estate prossima e non ci saranno piogge che compenseranno in qualche modo il deficit di acqua, non c'é dubbio che ci saranno delle difficoltà; difficoltà che dovremo affrontare insieme".

Lo ha detto il ministro per le Politiche agricole, Paolo De Castro, parlando a Foggia del problema della siccità. "Il vero problema dell'acqua - ha detto - è di avere infrastrutture obsolete che richiedono investimenti. Perché alle crisi, all'emergenza non si può rispondere con le decisioni dettate dall'emergenza stessa, ma bisogna dare risposte strutturali". Anche facendo in modo che, ha concluso, "all'interno dei progetti si possa trovare finalmente un accordo tra le regioni per risolvere il problema dell'acqua".

VECCHIO BARCAIOLO: SUL PO NON SI NAVIGA PIU'


"Pronto? A che punto siamo? Ahhh... E' calato anche stanotte". Ha il morale a terra e la faccia scura Franco Pozzati, 72 anni di Occhiobello, mentre chiude la telefonata con l'amico che lo aggiorna sul livello sempre più basso del grande "malato", il Po in agonia d'acqua. Il fiume più grande d'Italia continua a diminuire, 3 o 4 centimetri al giorno, sotto i colpi della siccità e del caldo. In certi punti le sponde veneta ed emiliano-romagnola ormai quasi si sfiorano.

La stazione di rilevamento di Pontelagoscuro faceva segnare -6,29 sotto lo zero idrometrico. Dati ancora lontani dal record negativo del 2003, -7,10. Ma quattro anni fa la crisi esplose a luglio; ora è appena aprile. "Se continua questa stagione, il Po andrà ancora sotto i 7 metri" pronostica Pozzati.

Fa un gran caldo in Polesine; 26 gradi alla fine di aprile è qualcosa di anomalo. Franco Pozzati si trova sul pontile vicino al ristorante "Il mulino sul Po", che nel luglio del 2003 si appoggiò sulla sabbia per la siccità. "Su questo pontile - racconta - attraccavano battelli turistici come il River Cloud, il Venezia, il Michelangelo, quando facevano la sosta per andare da Venezia a Cremona". Ma dal 2003 questi battelli non si vedono più.

"Se va avanti così - continua Pozzati - il Po sarà navigabile cento giorni all'anno. Ormai passano poche barche". Il signor Franco è praticamente "nato" sul Po. Ha visto l'alluvione del '51 - ''una catastrofe" ricorda - e viene da una famiglia di barcaioli. Negli anni '40 viaggiava sui ''burci", le barche in legno che ormai sono sparite. "Ma prima ancora - racconta - c'erano i cavalli sulle sponde che trascinavano le imbarcazioni. Viaggi da Venezia a Cremona potevano durare anche un mese e mezzo". Poi negli anni '60 sono arrivate le barche a motore, ''si trasportava di tutto: gas, sale, ferro, sabbia". L'ultimo grande viaggio, memorabile, Pozzati lo fece nel 1963, prima di chiudere la carriera aprendo una cava di sabbia a Pontelagoscuro dove ha lavorato fino ai primi anni '80.

'Avevamo una chiatta di nome 'Ferrara' - ricorda -. Dovevamo trasportare il contenitore della centrale nucleare di Trino Vercellese. Pesava 240 tonnellate e arrivava dagli Stati Uniti. Fu un viaggio avventuroso. Con me c'erano mio padre, un commissario di bordo, due guardiani e un direttore della navigazione". "Partiti da Marghera - continua -, siamo arrivati a Casale Monferrato dopo 11 mesi e mezzo. Siamo rimasti praticamente fermi perché non c'era fondale. Una magra eccezionale, anche all'epoca, che un po' mi ricorda quella di quest'anno".

Franco guarda la sponda ferrarese del Po, lontana quasi 200 metri. "Il fiume adesso sarà profondo al massimo un metro e mezzo. Si può viaggiare con le barche a remi", spiega. Oggi la situazione è molto più drammatica, e il vecchio barcaiolo è preoccupato. "L'allarmismo - dice - è giustificato. Non come nel 2000 quando la piena del Po venne un po' troppo ingigantita dai mezzi di comunicazione". Adesso la siccità fa paura.

"E' ora di fasciarsi la testa - dice Pozzati - Il danno c'é, non siamo messi bene, se continua a piovere così poco e male. Anche se fra un mese pioverà molto, non servirà a niente". Rimedi ormai ce ne sono pochi. "Eppure già nel dopoguerra - ricorda - si parlava di 'bacinizzazione', di sbarramenti nel Po per contenere l'acqua e avere riserve a disposizione. A Isola Serafini, vicino a Piacenza, è stato fatto un esperimento, ma é l'unico. Credo comunque che gli sbarramenti lungo il fiume e gli invasi in montagna siano il problema di oggi, ma la soluzione di domani. Del resto, se non nevica e non piove, da qualche parte bisogna pur conservare quest'acqua". C'é chi sostiene che la siccità dipende da un eccesso di sprechi.

"Il 60% dell'acqua del fiume - sostiene Franco - viene portato via dall'agricoltura. Credo che si debbano ridimensionare i sistemi di irrigazione, ma occorre anche consumare meno acqua nelle case e avere una rete idrica con poche perdite".

IL PO, TRA LEGGENDE E CARRI ARMATI SPROFONDATI


Storie frammiste di realtà e leggenda, tra misteriosi pescatori di grandi pesci siluro, tra carri armati affondati e gente coraggiosa che passa da una sponda all'altra a piedi o in bicicletta: anche questo è il Po, fiume assetato che, a vederlo così magro, con poca acqua e tanta sabbia, per chi è nato sulle sue sponde è una sofferenza.

Bruno Tinazzo, 66 anni, pensionato di Felonica, piccolo centro mantovano addossato all'argine, nel luglio 2003 divenne famoso perché attraversò a piedi il fiume, nella stagione della grande secca che quest'anno potrebbe venir superata. Ma in realtà lo ha fatto tante volte, la prima quando aveva 14 anni, l'ultima l'anno scorso: "magari la prossima traversata sarà in bicicletta - annuncia - così potrò vantarmi al bar di aver domato il Po in tutti i modi".

Tinazzo è nato sul fiume e lo conosce a fondo: "Ecco perché - spiega - dico sempre che bisogna volergli bene, rispettarlo, ma mai dargli confidenza".

Po traditore, dicono i vecchi per via delle buche che la corrente apre improvvisamente sotto gli incauti nuotatori, risucchiandoli in micidiali gorghi. Adesso ci si è messo anche l'uomo, con le escavazioni abusive, ad abbassare il fondale, mandando sempre più giù il livello dell'acqua che a fatica viene alimentato da piogge e nevai.

Tinazzo, fisico da granatiere, due figlie, diploma di geometra ma per una vita rappresentante d'auto, è convinto che l'acqua tornerà a scorrere impetuosa e bella: "Certo, magari non sarà come negli anni 50, quando noi ragazzi scavavamo le buche nella sabbia della riva, imprigionavamo l'acqua, la lasciavamo decantare 10 minuti affinché depositasse le impurità, e la bevevamo, senza mai ammalarci. Ma non sarà nemmeno come negli anni 70 - aggiunge - quando l'acqua era rossa e fetida. Adesso, quando passeggio sull'argine, risento l'odore del Po e mi commuovo".

Lungo il Grande Fiume, in questo periodo, è facile incontrare i vecchi dei paesi rivieraschi pronti a rivangare storie. Come quella del carro armato tedesco Tiger, che leggenda vorrebbe adagiato nel mezzo del Po, di fronte a Borgoforte, dopo essere caduto da un ponte di barche. Ma ce ne sarebbe uno anche a Felonica, con ancora gli equipaggi intrappolati: "é proprio lì in mezzo - indica Antonio Boscaglia, 67 anni - e i pescatori di storioni per anni ci hanno messo sopra delle assi per non rovinare le reti, poi è sprofondato. I sommozzatori lo hanno individuato con i sonar sotto 10 metri d'acqua e sabbia, ma nessuno riesce a tirarlo fuori, è troppo pesante".

Ora la speranza è che, a farlo emergere, ci pensi il grande caldo. E ci sono, invece, quelli che alla poca acqua non fanno caso e continuano nella loro attività preferita, la pesca dei grandi pesci 'siluro', i 'mostri del Po' che stanno distruggendo la fauna ittica autoctona. Ancorano le loro barche in mezzo al fiume, nella zona tra San Benedetto, Revere e Ostiglia, e si accampano sulle rive: sono pescatori stranieri, provenienti soprattutto dalla Germania e dall' Est Europa, dove i 'siluri' pare siano considerati prelibati.

Comunque, i pescatori ora salutano cordialmente i tanti curiosi che ne seguono i movimenti dalla spiaggia: un anno fa, nella zona di Revere, i carabinieri sorpresero un gruppo di stranieri che, in barba a qualsiasi norma igienica, avevano organizzato un 'mattatoio' sulla spiaggia. Pescavano esemplari anche di un quintale, li tagliavano e li mettevano in un camion frigo, pronto per varcare il confine.

Per un po' la pesca ai 'mostri' si era fermata, ora è ripresa. Ma anche in questo caso la realtà si mescola alla leggenda: c'é chi dice che, in realtà, i pescatori cercano anche un fantomatico tesoro che i tedeschi in fuga nel 1945 avrebbero perso nel Po, durante la loro ritirata verso il Brennero.
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