martedì, marzo 27, 2007

PREVISIONI

27 MARZO ore 20:32

PREVISIONI PER MERCOLEDI 27 MARZO: INSTABILITA' CON LOCALI ROVESCI SULL'ALTO PIEMONTE, ALTA LOMBARDIA, ADRIATICO E SARDEGNA, ASCIUTTO ALTROVE.
Difficile tornare alle giornate di 1 settimana fa, con clima mite e molto sole. Al momento accontentiamoci di questo Marzo pazzerello!


NORD: Variabilità sparsa su tutte le regioni, ma con cieli più nuvolosi per buona parte della giornata sul Triveneto. Qualche raggio di sole tra Liguria, pianura Alessandrina, Milanese e Pavese. Nel pomeriggio locali rovesci (localmente e sfondo temporalesco) sulle zone alpine del Piemonte, della Lombardia e settori pianeggianti antistanti. In serata qualche rovescio più marcato sulle zone pedemontane del Piemonte (sopratutto Torinese, Biellese e Verbano). Neve oltre i 1200-1300 metri. Asciutto altrove.
Temperature massime comprese tra i 13-17°C. Minime intorno ai 3-7°C.
Venti deboli, con rinforzi sul ligure e alto Adriatico.
Mari poco mossi.

CENTRO: Variabilità sparsa su tutte le regioni, più marcata e ancora rischio di piogge e rovesci sulle Marche, coste Abruzzese, Sardegna settentrionale e zone interne dell'Appennino. Fino al pomeriggio un pò di sole tra Toscana e Lazio, ma in serata qualche fenomeno a macchia di leopardo in arrivo anche sui versanti Tirrenici. Piogge più persistenti sulla Sardegna. Fiocchi di neve sull'Appennino marchigiano oltre i 1100-1200 metri.
Temperature massime comprese tra i 13-17°C, localmente più basse in Adriatico. Minime intorno ai 5-12°C.
Venti deboli, con rinforzi sui bacini, più intensi sulla Sardegna occidentale.
Mari poco mossi.

SUD: Gioranta generalmente soleggiata sulla Campania, Basilicata, Sicilia occidentale e parte della Puglia settentrione, seppur con maggior presenza di velature in transito. Sulle restanti regioni tempo variabile con rischio di piovaschi o rovesci nella seconda parte della giornata, sulle coste della Calabria Jionica e Puglia meridionale.
Temperature massime comprese tra i 14-18°C. Minime intorno ai 7-13°C.
Venti deboli, ma con rinforzi sui mari, anche intensi sullo Jonio centrale.
Mari poco mossi, mossi sullo Jonio.

BREVISSIME

27 MARZO ore 16:07

NORD-OVEST RISCHIO ALLUVIONE?
Forse è una parola troppo grossa, ma si situazione e comunque preoccupante...


Dopo mesi e mesi di siccità il Nord-Ovest riconquista le PIOGGIA. Esagerera? Bhe, dagli ultimi aggiornamenti, la situazione non è assolutamente da poco!. La depressione stazionaria sulla Francia, sarà in grado nella giorna del 1 Aprile a convogliare verso di se aria più fredda da N, riuscendo così ad invigorirsi e a provocare precipitazioni più marcate. Precipitazioni, che andrebbero a colpire anche duramente tutto il Nord-Ovest (Piemonte in primis) tra l'1 e il 4 Aprile, provocando una forte ondata di maltempo su questo settore, violente piogge e abbondanti nevicate a partire dalle quote medie. Piogge che poi si estenderanno più moderate anche sul resto del Centro-Nord. Una situazione di questo genere, (nessuna interruzzione nell'arco dei 4 giorni), potrebbe scaturirne la possibilità per una situazione alluvionale!. NON è una situazione, al momento, da mettere agitazione alla popolazione, ma comunque abbastanza preoccupante da tenere gli occhi ben puntati nei prossimi aggiornamenti modellistici.
SEGUITECI...

IN PRIMO PIANO

27 MARZO ore 12:08

WEEK-END DI PASSIONE PER ALCUNE REGIONI D'ITALIA

Come abbiamo mostrato nei precedenti articoli, il prossimo Week-End potrebbe presentarsi molto instabile su alcune regioni dell'Italia, a causa (sempre della famosa goccia fredda) alimentata da aria fredda in discesa da NW. Pertanto, il contrasto sui nostri mari, ne scaturirebbe un forte peggioramento con precipitazioni ABBONDANTI e COPIOSE.

QUALI SARANNO LE REGIONI COLPITE?
Andiamo in ordine giorno per giorno:

Fino MERCOLEDI 28 MARZO nessuna segnalazione particolare, a parte qualche rovescio pomeridiano sui settori Adriatici e zone alpine, per il resto molta variabilità e un pò di sole!

GIOVEDI 29 MARZO: peggiora fortemente in mattinata sulla Sardegna e in serata sulle coste del Lazio e parte di quelle Toscana. Precipitazioni molto FORTI colpiranno il Cagliaritano, l'Ogliastra, il Nuorese, l'Oristano, il Latinense, il Ciociaro e il Romano, moderate sul resto della Sardegna e della coste Tirreniche.

VENERDI 30 MARZO: piogge marcate sul Lazio, Abruzzo, est Piemonte, Lombardia, basso Trentino e Veneto. Nevicate intense sulle Alpi orientali oltre i 1400-1500 metri.

SABATO 31 MARZO: peggiora fortemente tra la sera e la notte sulla Liguria, basso Piemonte e ovest Lombardia. Asciutto altrove. Nevicate intense sulle Alpi occidentali oltre i 1200-1300 metri.

DOMENICA 1 APRILE: migliora in mattinaa al Nord-Ovest. Qualche pioggia sparsa sul Triveneto ma in esaurimento.

LUNEDI 2 APRILE: peggiora nuovamente sul Nord-Ovest con piogge FORTI sulla Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta e Lombardia occidentale. Nevicate intense sulle Alpi occidentali oltre i 1300-1500 metri. Qualche piovasco anche in Appennino, per il resto asciutto.

Fermiamoci qui, oltre la situazione diventa più delicata e ingarbugliata. Al momento sarà il Nord-Ovest e la Sardegna ad avere nel Week-End e nei primi giorni della prossima settimana, tempo perturbato e pigge copiose!.
SEGUITE GLI AGGIORNAMENTI...

AMBIENTE E CLIMA

27 MARZO ore 11:23

ANCHE LE ALPI OCCIDENTALI FANNO IL PIENO DI NEVE.
Accumuli di 2 metri in alta quota.

Ecco una lista che comprente tutte le le Alpi dalla Lombardia, Piemonte e Liguria.
Dati a cura di www.meteolive.it

ALPI LIGURI
Neve fresca a 1500 metri: 30-40cm.
Neve al suolo a 1500 metri: 30-50cm.
Manto bianco da quota 900-1100 metri.

ALPI MARITTIME
Neve fresca a 2000 metri: 30-60cm.
Neve al suolo a 2000 metri: 50-70cm.
Manto bianco da quota 900-1100 metri.

ALPI COZIE
Neve fresca a 2000 metri: 30-60cm.
Neve al suolo a 2000 metri: 50-90cm.
Neve al suolo a 2500 metri: 80-120cm.
Manto bianco da quota 900-1100 metri.

ALPI GRAIE
Neve fresca a 2000 metri: 30-60cm.
Neve al suolo a 2000 metri: 60-70cm.
Neve al suolo a 2500 metri: 90-120cm.
Manto bianco da quota 900-1100 metri.

ALPI PENNINE
Neve fresca a 2000 metri: 15-30cm.
Neve al suolo a 2000 metri: 100-150cm.
Neve al suolo a 2500 metri: 150-200cm.
Manto bianco da quota 1000-1500 metri.

ALPI LEPONTINE
Neve fresca a 2000 metri: 5-20cm.
Neve al suolo a 2000 metri: 100-150cm.
Neve al suolo a 2500 metri: 150-200cm.
Manto bianco da quota 1000-1500 metri.

ACCUMULI PER LOCALITA'
Limone Piemonte 42cm
Bardonecchia 112cm
Ceresole Reale 63cm
Cogne 15cm
Courmayeur 98cm
Alagna Valsesia 122cm

AMBIENTE E CLIMA

27 MARZO ore 11:23

CLIMA, IL CALORE AUMENTA

Per la maggior parte della sua storia, il nostro pianeta è stato molto freddo, per i nostri standard, o molto caldo. Cinquanta milioni di anni fa non c’era ghiaccio ai poli e i coccodrilli vivevano nel Wyoming. Diciotto milioni di anni fa c'era ghiaccio spesso due miglia in Scozia e, a causa delle dimensioni delle lastre di ghiaccio, il livello del mare era 130 metri più basso di oggi.

Gli studi sugli strati profondi del ghiaccio mostrano che in alcuni luoghi cambiamenti drammatici sono accaduti in tempi molto rapidi: le temperature sono aumentate di circa 20°C in una decina d’anni. Poi, 10.000 anni fa, le fluttuazioni selvagge di temperatura si sono arrestate e il clima si è assestato sulle temperature miti di cui il mondo ha goduto finora. Più o meno in questo periodo, forse per una coincidenza, o forse no, il genere umano ha cominciato a progredire.

I gas serra creati dall’uomo ora minacciano questa stabilità. Il cambiamento del clima è complicato e incerto, ma, come spiega la nostra inchiesta di questa settimana, il calcolo di fondo rispetto alla direzione di tale cambiamento è ragionevolmente corretto. Si prevede che la temperatura media globale aumenti tra 1,4°C e 5,8°C durante questo secolo. Il livello inferiore di questo intervallo renderebbe la vita meno confortevole nelle aree settentrionali e un po' meno piacevole in quelle meridionali. Qualsiasi mutamento al di sopra di tale livello potrebbe portare a catastrofici aumenti del livello del mare, all’incremento del numero di eventi climatici “estremi” come uragani, piogge torrenziali e siccità, abbattendo la produzione agricola e, forse, producendo carestie e migrazioni di massa.
Nessuno è in grado di dire cosa sia più probabile, dato che il clima è un sistema di complessità pressoché infinita. Predire quanto più caldo renderà il mondo un determinato livello di anidride carbonica è impossibile. Non è soltanto che l'effetto specifico dei gas serra sulla temperatura è poco chiaro. È anche che il riscaldamento ha incalcolabili effetti indiretti. Può destabilizzare i meccanismi di raffreddamento (per esempio le nuvole che bloccano la luce del sole) o quelli di riscaldamento (fondendo i terreni in cui sono congelati i gas serra, per esempio). Il sistema potrebbe autoregolarsi oppure sfuggire dal controllo umano.

Quest'incertezza è l’elemento centrale della difficoltà ad affrontare il problema. Dal momento che i costi del cambiamento climatico sono sconosciuti, i benefici dei tentativi di prevenzione sono, per definizione, incerti. In più, se tali tentativi produrranno benefici, questo avverrà da qualche parte nel futuro. Dunque è davvero corretto usare le risorse pubbliche di oggi per prevenire un incerto, distante rischio, specialmente pensando che quel denaro potrebbe essere speso, invece, in beni e servizi che portano vantaggi misurabili e a breve termine ?

Se il rischio è grande abbastanza, la risposta è sì. I governi lo fanno sempre. Spendono una piccola porzione delle entrate fiscali per mantenere gli eserciti, non perché ritengono che le loro nazioni siano a rischio di imminente invasione ma perché, se succedesse, le conseguenze sarebbero catastrofiche. Anche gli individui lo fanno. Spendono una piccola parte delle loro entrate in assicurazioni sulla casa non perché pensino che andrà a fuoco la settimana successiva ma perché, se succedesse, i risultati sarebbero disastrosi.
Allo stesso modo, un numero crescente di dimostrazioni scientifiche sostiene che i rischi di una catastrofe climatica sarebbero abbastanza elevati per il mondo intero da spingere a destinare una piccola parte delle proprie risorse per cercare di evitarlo. La porzione di risorse globali che dovrebbe essere spesa per controllare le emissioni probabilmente non è enorme. Il costo differenziale tra l’energia derivante da combustibile fossile e quella derivante da qualche fonte alternativa è già basso, e presumibilmente scenderà ancora. Anche gli economisti che cercano di definire il costo del limitare le concentrazioni di anidride carbonica a 550 parti per milione o al di sotto di questo livello (il livello attuale è 380ppm, l'obiettivo di 450ppm è considerato ambizioso e 550ppm un livello con cui si può convivere) si scontrano con l'incertezza.

Alcuni modelli ritengono che non ci sarebbero costi; altri che le risorse globali potrebbero diminuire di circa il 5% entro la fine del secolo se non si prevedono tentativi di controllare le emissioni. Ma la maggior parte delle stime si attestano su una percentuale di diminuzione degli introiti globali inferiore all'1%.

Gli aspetti tecnologici ed economici del problema sono, quindi, una sfida minore di quanto molti immaginano. La vera difficoltà è politica. Il mutamento climatico è uno dei maggiori problemi in termini di politiche pubbliche che il mondo si sia mai trovato ad affrontare. Dato che si tratta di un problema globale, ciascuna nazione ha interesse nel fare in modo che siano tutte le altre nazioni a farsi carico dei costi per affrontarlo. Dato che si tratta di un problema a lungo termine, ciascuna generazione ha interesse nello scaricare la responsabilità su quella successiva. Ragionando in questo modo, nessuno farà nulla.

Il protocollo di Kyoto, che ha cercato di spingere i maggiori inquinatori dl mondo a impegnarsi per ridurre le emissioni ai livelli del 1990 o al di sotto, non è stato un completo fallimento. Gli Stati dell'Unione Europea e il Giappone probabilmente raggiungeranno i loro obiettivi, anche se il Canada non lo farà. Kyoto ha inoltre generato un mercato globale per la riduzione del carbonio che permette di ridurre le emissioni in maniera relativamente efficiente. Ma non avrà molto impatto sulle emissioni, e quindi sulla velocità del cambiamento climatico, perché non obbliga i paesi in via di sviluppo a ridurre le proprie emissioni, e perché l'America non lo ha ratificato.

Gli Stati Uniti sono il maggior produttore mondiale di gas serra, anche se non per molto. Ogni anno la Cina sviluppa una capacità di generazione di energia quasi equivalente all'intero stock della Gran Bretagna, e quasi tutto deriva dal carbone- il combustibile più pericoloso. In breve tempo supererà l'America, e l'India non è molto distante. Le nazioni in via di sviluppo sostengono, in maniera abbastanza ragionevole, che, dato che sono stati i paesi ricchi creare il problema, devono essere loro i primi a preoccuparsi di risolverlo. Così, se l'America continua a rifiutare di fare alcunché per controllare le emissioni, i paesi in via di sviluppo non faranno nulla per le proprie. Se l'America agisce, anche loro potrebbero farlo.

Due sono le misure necessarie. Una è uno strumento economico che metta un prezzo alla produzione di gas serra. Potrebbe essere una tassa sul carbonio (carbon tax) o un sistema cap and trade, come l'Emission Trading Scheme (ETS- programma per lo scambio commerciale delle emissioni nocive), che limita le emissioni dei produttori e permette loro di comprare e vendere i crediti di emissione. Idealmente, i politici sceglierebbero la più efficiente tassa sul carbonio, che implica un prezzo relativamente stabile che i produttori possono prevedere e inserire nell'elaborazione dei loro piani di investimento. Il più volatile sistema cap and trade, tuttavia, è più facile da vendere ai produttori, che possono avere remunerazioni in maniera di fatto gratuita una volta introdotto lo schema.

Entrambi i programmi dovrebbero diminuire l'uso di combustibili fossili e aumentare l'uso di fonti alternative. In questo modo i produttori sono costretti ad aumentare il costo dell’energia. Per limitare l'aumento dei prezzi, e facilitare il processo politico, i governi dovrebbero usare un secondo strumento: la spesa pubblica per favorire l'ingresso di nuove tecnologie promettenti sul mercato. Il sequestro di carbonio, che offre la possibilità di prendere il carbonio prodotto dalle centrali elettriche sporche e di immagazzinarlo sotto terra, è il candidato principale.
Anche se George Bush ora sostiene che l'America ha bisogno di liberarsi dalla dipendenza dal petrolio, la sua amministrazione rifiuta ancora di agire seriamente. Ma altri Americani si stanno muovendo. L'assemblea dello Stato della California ha appena deliberato su obiettivi simili a quelli di Kyoto. Molte imprese, temendo di finire a doversi confrontare con un mosaico di misure statali, ora chiedono controlli federali. E l'America conservatrice, una volta solidamente scettica, è ora divisa sulla questione- in quanto Cristiani responsabili della gestione della Terra, i neoconservatori chiedono di ridurre la dipendenza dell'America dal Medio Oriente e gli agricoltori che vedono le energie alternative come nuove potenziali forme di energia stanno cambiando opinione sull'idea di ridurre il carbone. Il signor Bush ha ancora due anni di lavoro. Vorrebbe essere ricordato come un uomo determinato che ha fatto la cosa giusta. Affrontare il cambiamento climatico sarebbe un modo di farlo.

IN PRIMO PIANO

27 MARZO ore 9:29

SPICCATA INSTABILITA' SULL'ITALIA. TRA FINE MESE E PRIMI GIORNI DI APRILE PROBABILE FORTE PEGGIORAMENTO SU TUTTO IL PAESE.

SITUAZIONE: mattinata sotto l'instabile su tutta la Penisola. Piove sul Torinese, Romagna, Marche, Abruzzo, Basilicata e Puglia, raramente altrove. Splende il sole invece sulle coste del Friuli, Lazio e Sassarese.
Situazione che non subirà grandi cambiamenti nel corso della giornata. Anzi, nel pomeriggio saranno possibili isolati rovesci un pò su tutte le regioni centrali e sulle coste del Meridione, in attenuazione in serata. Andrà un pò meglio al Nord-Ovest, dove le piogge tenderanno a dissolversi.

EVOLUZIONE: Il tempo non ha voglia si stabilizzarsi. Una figura depressionaria, al momento incastonata tra la Spagna e l'Italia tenderà a stazionare ancora a lungo, provocando su di noi, giornate piovose ed instabili. Sarà proprio la giornata del 29-30 Marzo quando essa, alimentata da correnti fredda da NW, tenderà a muoversi lentamente verso il Meridione, provocando piogge molto intense e copiose!. La "goccia" fredda, tenderà poi, a fare una retrogressione (senso antiorario), provocando anche sul Centro-Nord, a partire dal 31 Marzo, un copisco peggioramento con piogge anche forti. Si attenuerà comunque velocemente, ma al suo seguito una seconda depressione (sulla Francia occidentale), scivolerà velocemente nei primi giorni di aprile su buona parte del Settentrione. Sarà però il solo Nord-Ovest a beneficiare di pioggie anche FORTI ed ABBONDANTI. In seguito il tutto potrebbe scivolare verso Sud, andando ad interessare direttamente il Tirreno e il Meridione. Una situazione, come avrete visto, molto ingarbugliata e piena di novità!. Per quanto riguarda il caldo, al momento non si vedono nel lungo termine ondate di caldo rilevanti. Soltanto il Meridione potrebbe assaggiare qualche tepore tardo Primaverile nei primi giorni di Aprile, ma nulla di più

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