venerdì, gennaio 05, 2007

Cronaca Meteo

05 GENNAIO ore 18:18

Fa davvero freddo in Australia
Temperature molto al
di sotto della norma sulla parte occidentale, con freddo in estensione a quella orientale.

Gli sconvolgimenti climatici che stanno interessando buona parte del globo, probabilmente causati da un energico El Nino, stanno provocando insolite ondate di freddo nel cuore dell'Estate sul Continente australiano.
La perturbazione che sta interessando la parte meridionale dell'Australia, ha avuto una sorta di "doppio effetto" sul clima di questa parte del Globo: attualmente, una depressione di 995 hPa è presente sulla costa occidentale, ove sta "aspirando" aria freddissima di lontana origine antartica fin nel cuore del Continente.
Isoterme di appena +4°C ad 850 hPa sono penetrate all'interno dell'Australia occidentale, in pieno deserto, evento quanto mai raro in Estate.
Contemporaneamente, la depressione sta aspirando aria calda desertica verso sud, che ha investito la zona centrale australiana, portandovi isoterme superiori ai +20°C ad 850 hPa, e quindi alte temperature ed abbondanti piogge nella zona di confine tra le due masse d'aria.
Abbiamo infatti avuto, oltre ai valori pluviometrici straordinari per la stagione, già citati in un precedente articolo, anche temperature contrastanti in poche centinaia di chilometri.
Una minima di +7,0°C è stata infatti toccata questa mattina all'aeroporto Belmont di Perth, un valore che è di 11°C inferiore alla norma stagionale.
Invece, una massima di +38,8°C è stata raggiunta a Nullarbor, ed una di +37,3°C a Ceduna, sempre lungo la costa meridionale, valori che sono di una decina di gradi superiori alla norma estiva.
Nelle prossime 48 ore, la depressione è prevista in spostamento verso est, apportando una nuova ondata di freddo anche sulla parte centro orientale, ove le massime potrebbero calare anche di 20°C nel giro di due giorni, nonché nuove abbondanti piogge su tutte le zone.
Un'Estate australiana, dunque, ben diversa da quella degli anni passati, durante i quali prevalevano ondate di caldo, siccità prolungate e devastanti incendi.
La particolarità di questi sconvolgimenti climatici a livello globale, che si stanno verificando in questo inverno, fa pensare allo zampino di El Nino, anche se ancora non sono state studiate in modo sufficiente le teleconnessioni legate a tale fenomeno.

A cura di www.meteogiornale.it


Brevissime

05 GENNAIO ore 15:52

Viene nuovamente confermato il trend per i possibili passaggi perturabati attesi al Nord tra il 10 e il 12 Gennaio. Al momento le zone maggiormente interessare riguarderebbero la Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta con neve oscillabile intorno agli 800-1500 metri ma che comunque sarà riguardata più attentamente nei prossimi giorni. Seguite gli aggiornamenti...

In Primo Piano

05 GENNAIO ore 13:41

Nel 2007 si prevede un caldo record, Fosco Spinedi: " La possibilità è reale"
Potrebbe essere il più caldo di sempre. Le cause? I gas serra ed El Nino. A sostenerlo è l' Ente Meteorologico Nazionale della Gran Bretagna. Ne parliamo con Fosco Spinedi meteorologo di MeteoSvizzera a Locarno Monti.

LOCARNO - Temperature del 5 di gennaio: 9 gradi in Ticino, 14 a Firenze, 18 a Palermo e 20 a Valencia. E' di qualche giorno fa la notizia che il 2007 potrebbe diventare l'anno piu' caldo finora mai registrato. A sostenere questa tesi, tendenzialmente confermata dal caldo di questi primi giorni dell'anno, e' l' Ente Meteorologico Nazionale (MET) della Gran Bretagna, secondo cui la corrente di El Nino sull'Oceano Pacifico contribuirà a far ulteriormente salire la temperatura globale, dando origine ad un esteso periodo di caldo. Secondo i meteorologi inglesi, c'e' il 60% di possibilita' che la media delle temperature sia uguale o superiore a quella registrata nel 1998, l'anno finora più caldo. La previsione e' di 0,54°C sopra la temperatura media per periodo 1961-1990 di 14°C, piu' alta quindi rispetto allo scarto segnato nel '98, pari a 0,52°C.
Gli esperti hanno tratto le loro conclusioni principalmente da due fattori: l'effetto dei gas-serra e quello di El Nino, annunciato dall'arrivo di un caldo anomalo nelle acque del Pacifico al largo del Sud America. Il record di caldo del 2007 sarebbe quindi legato alla moderata energia gia' acquisita da El Nino sull'Oceano Pacifico. Fenomeno che, secondo l'Organizzazione mondiale metereologica (OMM), dovrebbe proseguire per tutto il primo quadrimestre dell'anno, con un effetto a catena.
''C'e' un intervallo piuttosto lungo di quattro mesi tra El Nino e il riscaldamento globale delle temperature - spiega Chris Folland, capo del centro di ricerca sul climadi Hadley - Ci siamo serviti di due metodi per prevedere gli effetti di El Nino: uno statistico e l'altro matematico, analizzando anche i dati registrati nei precedenti 50 anni. Cosi' abbiamo ricavato una probabilita' del 60% di un'annata da caldo record, il che significa che e' piu' probabile che avvenga''.
Lo scorso dicembre la media della temperatura globale, secondo i dati dell'OMM, e' stata di 0,42°C superiore a quella registrata tra il 1961 e il 1990, conferendo cosi' all'ultimo semestre appena trascorso il record di piu' caldo, con una temperatura media di 9,7°C, cioe' un grado in piu' rispetto a quella segnata nello stesso periodo tra il 1971 e il 2000.

Dati affidabili?
I dati sono attendibili? Giriamo la domanda a Fosco Spinedi meteorologo di MeteoSvizzera a Locarno Monti: "La possibilità è reale. L'Ente Meteorologico Nazionale della Gran Bretagna è molto serio. Questo non è sensazionalismo. E non ci sono motivi per dubitare della qualità dell'informazione. Se le previsioni sono giuste o sbagliate lo si vedrà però solo tra dodici mesi”. Esistono proiezioni ticinesi, di questi dati? "No. Questi modelli - spiega ancora Spinedi - viaggiano su scala mondiale, al limite continentale". "Le previsioni climatologiche con validità di diversi mesi - precisa Spinedi - vengono fatte in base a delle probabilità. E’ insomma una previsione probabilistica, non deterministica come sono invece le quotidiane previsioni del tempo. Per esempio le posso dire, con una previsione determinista, che domani in Ticino saranno 9 gradi. Una previsione climatologica la si ottiene invece in base alla probabilità che si avveri una deviazione dalla media. E l’Ente Nazionale della Gran Bretagna, facendo più corse di modelli, ha trovato questa probabilità: grande caldo. Il 60% è comunque un 10% più della metà e dunque è giusto dire che tendenzialmente dovrebbe essere ancora un anno caldo”.

Anno caldo: siccità, forti temporali ed alluvioni?
Keith Allot, leader del programma sui cambiamenti climatici del WWF britannico, ha dichiarato a Bloomberg che questa previsione costituisce l'ennesima prova che i cambiamenti climatici sono una minaccia reale, attuale e sempre piu' grave. Il MET teme che a causa dei picchi di temperatura previsti per quest'anno, si possano registrare fenomeni di eccezionale siccità, occasionali ma fortissime tempeste e circoscritti periodi di intense piogge con conseguenti alluvioni. "Il riscaldamento globale - aggiunge Spinedi - è legato a degli estremi di tempo. Se c’è più caldo c’è anche più energia nell’aria e dunque i fenomeni posso essere più violenti. La probabilità che ci siano alluvioni c’è. Ed effettivamente è più alta che in una situazione nella media”.
A cura di www.ticinonline.ch

Cronaca Meteo

05 GENNAIO ore 12:48

I GHIACCIAI dolomitici sotto osservazione!
I primi risultati del programma di monitoraggio dei ghiacciai delle Dolomiti.


Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto o ARPAV, sta sviluppando ormai da circa sette anni un programma di monitoraggio indirizzato a realizzare una banca dati sull'evoluzione dei ghiacciai dolomitici. Lo stato attuale dei ghiacciai e dei glacionevati è stato ricostruito tramite particolari riperse fotografiche aeree, osservazioni dirette, rilevamenti e sondaggi sui complessi morenici e glaciali.I risultati ottenuti hanno consentito di evidenziare nell'area dolomitica nel 1999 una superficie totale di ghiaccio di circa 6.95 km2 di cui il 49% rappresentata da masse di ghiaccio ricoperte da sedimenti morenici e detriti. La fase di intensa deglacializzazione in corso nelle Dolomiti imputabile sia ad una sensibile riduzione delle precipitazioni invernali e primaverili che ha caratterizzato l'ultimo ventennio, sia da un aumento delle temperature estive di circa 1° C dal 1980 rispetto al trentennio precedente. Il riscaldamento tuttavia non è limitato ai mesi estivi ma riscontrabile anche a livello di temperature medie annue. Si rende quindi necessaria un'accurata analisi dei dati termici e pluviometrici locali allo scopo di giungere alla definizione di una più chiara relazione tra la deglacializzazione in atto e le recenti tendenze climatiche, valutando se la prima sia prevalentemente guidata da variazioni delle temperature estive o delle precipitazioni invernali. E in ciò viene peraltro in aiuto il fatto che i ghiacciai dolomitici, in virtù delle ridotte dimensioni, sembrino rispondere in tempi brevissimi all'instaurarsi di nuove condizioni ambientali, facilitando il lavoro di correlazione. Tuttavia, accanto all'opportunità di esaminare dati provenienti da più stazioni, vi è anche quella di valutarli per periodi più brevi, con cadenza mensile, per chiarire ad esempio se l'aumento delle temperature nelle Dolomiti non sia più concentrato nei mesi tardo-primaverili piuttosto che in quelli estivi, col risultato di un periodo di ablazione anticipato e più lungo del normale, o ancora, per definire se non vi sia una tendenza allo spostamento delle precipitazioni invernali verso i mesi primaverili. Per contro, il verificarsi di sporadiche precipitazioni nevose durante alcune estati è un fattore in grado di contribuire sensibilmente a produrre bilanci di massa positivi, arrestando temporaneamente la fusione superficiale e modificando il bilancio energetico del ghiacciaio. La superficie glacializzata complessiva nell'area dolomitica ammonta oggi a 695 ettari ovvero 6.95 Km2, di cui ben il 49% si trova in condizioni di abbondante copertura detritica e pertanto difficilmente valutabile da rilievi terrestri. In seguito alle indagini condotte è stata riscontrata una considerevole riduzione, pari al 43% di estensione areale negli ultimi 90 anni. Una prima fase di intensa fusione dell'area glaciale dolomitica coincide con il settantennio 1910-1973 intervallata da una temporanea in versione di tendenza negli anni dal 1973-76 al 1980-81, per poi tornare ad una forte fase di regresso. La banca dati creata presso il Centro Valanghe di Arabba si pone quindi non solo come archivio di informazioni storico - scientifiche sui ghiacciai dolomitici e punto di partenza per periodici rilievi ed aggiornamenti ma, integrandosi con l'archivio di dati meteo-climatici del Centro, anche come strumento di studio delle dinamiche interazioni tra glacialismo e tendenze climatiche, di cui i piccoli ghiacciai sembrano essere sensibili indicatori.
A cura di www.meteolive.it

In Primo Piano

05 GENNAIO ore 12:39

Piogge FORTI nelle prossime ore su Calabria e Sicilia Tirrenica.

Il fronte arrivato ieri sul Nord Italia si è tuffato nella notte sul Tirreno portanto piogge sparse su diverse regioni e in queste ore si sta portando verso il Sud. Sono pertanto attese piogge localmente forti sulla Calabria tirrenica (causa un effetto Stau tra la costa e l'Appennino) e parte della Sicilia settentrionale. La situazione comunque è attesa in miglioramento nella tarda serata o notte. Sul resto del Sud piogge sparse ma deboli. Vediamo l'evoluzione per le prossime ore.

Tendenza per le ore 12:00
piogge sparse su tutto il Sud Italia, eccetto la Sicilia sud-orientale (Catanese, Ragusano, Ennese) grazie alla protezione delle zone montuose. Piogge forti e locali temporali invece cadranno sulle coste e sul mare della Calabria Tirrenica. Le zone maggiormente colpite da piogge intense saranno: Paola, San Lucido, Amantea, Lamezia Terme, Pizzo, Tropea, Vibo Valentia, Nicotera, Rosarno, Bagnara Calabra Gioia Tauro, Palmi, Villa San Giovanni e tutte le coste centro-meridinali della Calabria tirrenica. Fenomeni moderati sul resto della regione. Neve sull'Appennino centrale oltre i 1400 metri, 1500-1600 metri sulla Sila e intorno ai 1800 sull'Etna.




Tendenza per le ore 18:00
Sempre piogge moderate sulla Calabria tirrenica (zone costiere) in trasferimeno anche sulla parte orientale. Migliora sulla Campania e Appennino, mentre ancora locali piogge sulle coste del medio-basso Adriatico e Basilicata. Sulla Sicilia precipitazioni più relegate sui settori settentrionali mentre altrove più deboli e in decisa attenuazione e cessazione. Neve sulla Sila in lieve calo fin verso i 1400 metri e intorno ai 1800 sull'Etna.
In serata tendenza a miglioramento e cessazione delle piogge su buona parte del Meridione anche se con ancora locali rovesci sulle coste della Puglia. Cieli ancora nuvolosi sulla Calabria meridione e Sicilia nord-orientale con anora isolate piogge ma migliora decisamente nelle notte o ancora meglio nelle prime ore di domani mattina.

Cronaca Meteo

05 GENNAIO ore 9:04

Piogge torrenziali e freddo in Australia Occidentale
183 mm a Esperance, la cui media di gennaio è 22 mm. Kalgoorlie ha fatto segnare 18°C di massima, 15°C sotto la media. In Brasile, 158 mm in 24 ore a Cordeiro, nello stato di Rio de Janeiro. Piogge intense giovedì in Texas. Fa sempre molto caldo a Mosca, con anche le minime positive. In Mali e Niger massime 4°-5°C sotto media: 26°C Niamey, 27°C Bamako.


Piogge insolitamente molto intense hanno interessato parte dell'Australia Occidentale tra mercoledì e giovedì. Nello stato si è avuta la "fusione" tra i "resti" della tempesta tropicale Isobel e un fronte freddo proveniente da sudovest. Sulla costa sud, sono caduti 183 mm a Esperance, dove la media pluviometrica di gennaio è 22 mm. Da segnalare anche i 131 mm caduti a Balladonia in 24 ore, tra le 6 GMT di mercoledì e la stessa ora di giovedì. Da segnalare anche i 17,6°C di massima a Esperance, la cui media delle massime di gennaio è 26°C. Kalgoorlie si è fermata a 18,4°C, quasi 15°C in meno della media delle massime di gennaio.
Una perturbazione centrata sull'Atlantico, a breve distanza dalla costa, ha rovesciato notevoli quantità di pioggia su parte del Brasile orientale nei primi giorni della settimana. Nello stato di Rio de Janeiro, Cordeiro è stata alluvionata da 278 mm di pioggia tra lunedì mattina e giovedì mattina, dei quali 158 sono caduti nelle ultime 24 ore del periodo indicato. Nello stesso stato, 41 mm in 24 ore a Itaperuna, tra le 0 GMT di mercoledì e la stessa ora di giovedì. Da segnalare anche i 94 mm a Juiz de Fora, nel Minas Gerais, tra le 12 GMT di mercoledì e le 12 GMT di giovedì.
Intensi rovesci, con locali nubifragi, anche sul Paraguay orientale a metà settimana. A San Juan Bautista, nelle 48 ore comprese tra martedì mattina e giovedì mattina, sono caduti 146 mm. Coronel Oviedo ha registrato 91 mm nello stesso periodo.
Fra le 18 GMT di mercoledì e la stessa ora di giovedì, piogge intense in Texas. Registrati 55 mm a Beaumont/Port Arthur, 47 a Corpus Christi, 46 a Lake Charles, 32 a Houston.
Mosca sempre caldissima per il periodo. La capitale russa ha fatto segnare estremi termici 1,9°/3,8°C mercoledì 3 gennaio, 1,2°/3,6°C il giorno precedente.
Piogge intense in Madagascar occidentale. Tra le 6 GMT di mercoledì e la stessa ora di giovedì, 90 mm a Maintirano, 79 a Morondava, 56 a Besalampy.
Fa "freddo" in Niger e Mali. Mercoledì 3 gennaio la capitale del Niger, Niamey, ha registrato una temperatura massima di 26,0°C, contro una media delle massime di gennaio di 31°C. Sempre in Niger, Birni-N'Konni ha registrato una massima di 24,0°C, 6°C in meno della media del periodo. Qualche massima dello stesso giorno in Mali: Bamako 27,5°C, Mopti 27,4°C. Le medie delle massime di gennaio sono 31° e 30°C, rispettivamente.
A cura di www.meteogiornale.it

In Prima Pagina

05 GENNAIO ore 8:54

Ancora isolate piogge al Sud ma migliora. Nei prossimi giorni infiltrazioni da Nord con nubi in aumento ma senza fenomeni di rilievi. In seguito l'Inverno si potrebbe risvegliare!

SITUAZIONE
Cieli sereni e questa mattina sul Tirreno settentriona e Nord Italia a parte qualche velatura di passaggio. Cieli invece più chiusi e nuvolosi sull'Adriatico e Meridione con piogge sparse e neve sull'Appennino oltre i 1200-1300 metri. Nel pomeriggio la situazione migliorarà sul Centro Italia anche se insisteranno ancora locali piovaschi sulle coste. Si intensificheranno le piogge invece sulla Calabria centrale tirrenica con piogge anche localmente forti. Sul resto del Centro-Nord cieli sereni e soleggiati.

LIVE: si segnalano banchi di nebbie tra Vicovaro-Mandela e Tornimparte e tra Bivio A25/A24 Roma-Teramo e Cocullo.

EVOLUZIONE PER I PROSSIMI GIORNI:
Nei prossimi giorni e fino al 10 Gennaio non si osservano sostanziali cambiamenti sul tempo nel nostro Paese. Vivremo comunque con clima ma uggioso al Centro-Nord anche perchè nella giornata dell'8 una nuova perturbazione debole attraverserà l'Italia da nord a sud con isolate piogge relegate sempre sul Centro-Sud e qualche pioviggini in Valpadana. In seguito la saccatura fredda in discesa da W tenderà a avvicinarsi verso l'Italia provocando un sensibile peggioramento nelle giornate tra il 10 e il l'12 Gennaio con piogge sparse sul tutte le regioni Settentrionali e neve intensa sulle Alpi oltre i 1300-1500 metri. In seguito precipitazioni in estensione anche al Centro-Sud

A LUNGO TERMINE?
Si incominciano ad osservare primi segnali invernali sul Comparto Europeo con discese sempre più fredda da W e a tratti anche da E. L'Italia si troverebbe in mezzo a queste due importanti figure con passaggi perturbati sull'Italia, anche se più attivi sul Nord delle Alpi e parte della Pianura Padana. Perturbazioni che in un secondo momento (intorno al 20 Gennaio) potrebbero entrare anche da S-SW e cioè "dall'Atlantico basso" con maggior convolgimento delle piogge su tutta la Penisola. Sarebbero i primi segnali Invernali?......


RICERCA