mercoledì, gennaio 03, 2007

Ultima Ora

03 GENNAIO ore 18:20

NAPOLI - Sono regolari i collegamenti marittimi tra Napoli e le localita' del golfo. un vento di maestrale con forza 6 ed un mare forza 4 consentono la partenza di aliscafi, jet e traghetti. Un peggioramento delle condizioni meteomarine e' previsto nella serata. Ieri a causa delle avverse condizioni atmosferiche i collegamenti con le isole del Golfo erano stati sospesi.

Clima e Ambiente

03 GENNAIO ore 16:06

Il clima dell'Antartide
Superficie: 12.093.000 kmq (13.661.000 con le superifici marine ghiacciate)

L'Antartide è il continente più freddo del mondo.
Più grande dell'Europa, questo continente di forma pressappoco circolare si trova centrato quasi al Polo Sud, mentre è circondato dai tre oceani dell'emisfero meridionale: Atlantico, Pacifico e Indiano.
Situazione del tutto opposta si verifica nell'Artide: qui è presente un oceano ghiacciato (l'Oceano Artico) circondato da terre continentali.



L'Antartide è più freddo dell'Artide proprio a causa di questa diversa configurazione geografica, a cui va aggiunta l'influenza dell'altitudine: l'enorme coltre ghiacciata che ricopre il continente (circa il 90% del ghiaccio, che corrisponde a circa l'80% dell'acqua dolce di tutto il pianeta, si trova in Antartide) determina un'altitudine media di 2.000-2.400 metri (con vaste zone oltre i 3.000 metri), di gran lunga più elevata che negli altri continenti, dove è di 700-800 metri. Questi fattori fanno sì che si determini, almeno nei bassi strati, una circolazione atmosferica che non favorisce la penetrazione delle correnti miti oceaniche verso l'interno: le correnti aeree e marine scorrono intorno al continente con un movimento quasi circolare, da ovest verso est ("deriva dei venti occidentali").
Al di sotto del ghiaccio, vi sono pianure e persino depressioni, anche a causa dell'enorme peso del ghiaccio. Non mancano tuttavia le montagne, che culminano nei 5.140 metri del monte Vinson, alle spalle del Mare di Weddel.
Insieme al Mare di Ross, il Mare di Weddel è un grande mare parzialmente (e permanentemente) ghiacciato, che penetra all'interno del continente. Le dimensioni del pack (ghiaccio marino galleggiante) variano da circa 4 milioni di Kmq a marzo a circa 22 milioni a settembre: in autunno il ghiaccio avanza di circa 4 km al giorno, e alla fine dell'inverno praticamente tutto il continente è circondato dal ghiaccio marino. Il più grande iceberg distaccatosi dalla distesa ghiacciata misurava 40 km di larghezza per 400 di lunghezza, risultando più esteso del Belgio.

TEMPERATURE
Le temperature medie del continente sono estremamente basse. Al Polo Sud (2.800 metri) la temperatura media annua è di -50°C, quella del mese più caldo (gennaio) di -29°C, quella del mese più freddo (agosto) di -60°C. Gli estremi sono -83°C di minima, e -13°C di massima. Ma il record del freddo, che è anche il record mondiale, appartiene alla vecchia stazione sovietica di Vostok (3.500 metri), che nel 1997 registrò -91°C. Qui il record del "caldo" è di -21°C. Si tratta di una stazione posta vicino al Polo dell'Inaccessibilità (77°15'S, 104°39'E), che è il centro geometrico del continente. Questo mostra come anche in Antartide la continentalità del clima sia un fattore determinante nella distribuzione delle temperature (v. sotto, la carta delle temperature).
Le regioni costiere hanno un clima decisamente più mite, a causa della minore altitudine e latitudine, e dell'influenza del mare: qui le temperature anche in inverno scendono raramente sotto i -30°c, mentre in estate possono superare lo zero. Il record del caldo del continente è di +15°C, registrati il 5 gennaio 1974 alla stazione di Vanda. Nella stazione di Dumont d'Urville, ad esempio, che si trova a circa 66° di latitudine, sulla costa dell'Oceano Indiano, la temperatura media annua è di -10,7°C, quella del mese più freddo (agosto) di -16,7°C, e quella del mese più caldo (gennaio) di -0,7°C. Il record del freddo è di -37,5°C, il record del caldo è di 9,1°C. La pressione media annua è di 988,3 hPa.

Sopra: le temperature medie annue in Antartide. La zona più fredda corrisponde al centro geometrico del continente.

VENTI
Insieme al record delle basse temperature, l'Antartide detiene anche il record dei venti più forti: non sono rari venti tra i 100 e i 200 Km/h, ma a volte superano anche i 300, con punte di 360 Km/h. Il blizzard è così terribile che costituisce un ostacolo all'insediamento umano più grande dello stesso freddo. Esso soffia in genere dalle zone interne verso il mare, è più intenso in inverno che in estate, ed è dovuto all'enorme differenza di temperatura (e conseguentemente di pressione) che si genera tra le zone interne e il mare. Il vento determina un enorme "wind chill" (l'effetto per cui il vento provoca una percezione del freddo più intensa rispetto alla temperature reale), per cui la temperatura percepita è di gran lunga inferiore a -100°C.
Poiché i venti si gettano dalle maggiori altitudini delle zone interne, e scendono di quota nel raggiungere le coste, essi sono detti catabatici. Nella formazione di questi venti interviene in realtà anche la circolazione dell'atmosfera: alle alte quote giungono le correnti miti subtropicali, con lo "scopo" di impedire il continuo raffreddamento del continente; queste masse d'aria, raffreddatesi sopra la calotta di ghiaccio, scendono verso il basso (subsidenza) e verso l'esterno del continente.
Nella stazione di Dumont d'Urville, ad esempio, si contano mediamente 11,6 giorni al mese con vento al di sopra dei 100 Km/h, con un minimo a gennaio (7 giorni), e un massimo ad agosto e settembre (14 giorni). In tutti i mesi ci sono stati episodi con raffiche di vento superiori ai 230 Km/h, e il record assoluto, registratosi nel mese di giugno, è di 324 Km/h.
Questi venti gelidi, una volta giunti sul mare, alimentano le depressioni che danno vita alla deriva dei venti occidentali, che spazzano l'oceano a nord dell'Antartide: si determina così un fiume d'acqua nell'acqua, che viaggia da ovest verso est ad una velocità di 20 Km al giorno.

PRECIPITAZIONI
I venti modellano la superficie del ghiaccio e della neve in un modo che ricorda le dune di sabbia del deserto. Del resto, anche le precipitazioni antartiche ricordano quelle del deserto: all'interno cadono anche meno di 50 mm annui, e solo in prossimità delle coste si superano i 300 mm, con punte di 600. La siccità rende temibili gli incendi, a causa della scarsa disponibilità di acqua allo stato liquido.

Sopra: le precipitazioni medie annue in Antartide. Le zone più fredde sono anche le più aride.

Osservando le due cartine, si può notare come ci sia una corrispondenza tra le temperature e le precipitazioni: le isoterme assomigliano alle isoiete. Una temperatura media di -25°C corrisponde ad una precipitazione media di 400 mm, mentre le temperature inferiori ai -55°C corrispondono a valori di precipitazione inferiori ai 50 mm. Questo si spiega con il fatto che a -55°C la pressione di saturazione del vapore è 30 volte inferiore rispetto a quella che si registra a -25°C: in altre parole, l'aria può contenere molto meno umidità.

INVERSIONE TERMICA E FENOMENI OTTICI
Il soleggiamento del continente non è molto abbondante: ai mesi della lunga notte polare, seguono i mesi primaverili ed estivi, in cui il sole è spesso schermato dalle nubi. Rimane il fatto che la neve e il ghiaccio riflettono gran parte delle radiazioni solari che giungono al suolo, mentre in inverno l'assenza di raggi solari determina un deficit radiativo, che tende a raffreddare il suolo. Si determina così un'eccezionale inversione termica, che può superare i 30°C tra il suolo ed i 1.000 metri d'altezza in inverno, anche per via delle correnti più miti di origine subtropicale che affluiscono in quota. Nel luglio 1989 A Vostok sono stati registrati ben 34°C di differenza tra il suolo (-78°C) e i 600 m d'altezza (-44°C): ancora a 8.000 metri la temperatura era più alta che al suolo (-73°C).
Insieme ai fattori elettromagnetici, l'inversione termica è responsabile di curiosi fenomeni ottici, come pareli e aloni attorno al sole o alla luna. A causa delle basse temperature e dei venti continui, in Antartide l'aria ha una trasparenza, una luminosità e una sonorità eccezionali: è possibile avvistare montagne anche a una distanza di 550 Km. L'assenza di oggetti come alberi e case rende però molto difficile valutare le distanze. Gli effetti luminosi di rifrazione e riflessione rendono poi molto frequenti i miraggi, favoriti dalla presenza di minuscoli cristalli di ghiaccio che si formano continuamente nell'aria a causa delle basse temperature.
Le osservazioni meteorologiche in Antartide sono cominciate, anche a causa delle avverse condizioni ambientali, molto tardi. Prima del 1957-58, l'Anno Geofisico Internazionale, non esistevano stazioni che nella Penisola Antartica e nel Mare di Ross. Ma ben presto ci si è resi conto dell'importanza dell'osservazione del clima del continente, oltre che del punto di vista privilegiato che essa rappresenta nello studio del clima passato e presente del pianeta (gli strati di ghiaccio conservano la memoria della composizione chimica dell'atmosfera delle ere passate, da cui si può dedurre la temperatura dell'aria), ma anche della previsione del clima del futuro. Fenomeni come il riscaldamento globale e il buco dell'ozono, che qui è stato scoperto e che qui ha la sua massima intensità, hanno attirato e attirano continuamente gruppi di scienziati che sfidano il freddo e i venti per effettuare i loro studi.

VARIAZIONI E TENDENZE
Le variazioni di temperatura da un anno all'altro sono considerevoli: la deviazione standard della temperatura media annua è in genere di 0,61-1,56°C, mentre ad esempio a Londra è di 0,5°C. Come si può vedere nella tabella di Vostok, le differenze nelle temperature medie da un anno all'altro possono essere anche di 4°C.
Per quanto riguarda la tendenza, il Polo Sud non mostra una tendenza all'aumento della temperatura, mentre le zone costiere mostrano un'aumento notevole, in media di quasi 0,3°c ogni 10 anni negli ultimi 40 anni (con punte di 0,5°C), cioè più di tre volte la media mondiale. Invece, fino a pochi anni fa non sembrava esserci una tendenza all'aumento di temperatura nell'Artide.

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03 GENNAIO ore 15:48

BARI - Forti raffiche di maestrale soffiano da ieri sera in Puglia. Si registrano tempo perturbato, mare molto agitato e calo delle temperature. Sono arrivate le prime nevicate nel subappennino dauno dove alcuni paesi, tra i quali Deliceto e Faeto, sono stati imbiancati durante la notte e sulle zone alte del promontorio del Gargano. Lievi difficolta' solo lungo la strada statale Livi 17, che collega Foggia con Campobasso, dove sono intervenuti i mezzi spargisale.

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03 GENNAIO ore 13:56

PALERMO - Il forte vento ha impedito le partenze da Porto Empedocle per Lampedusa e Linosa, da Trapani per Pantelleria e da Palermo per Ustica. Le isole minori rimangono senza collegamento col resto della Sicilia, dove da ieri imperversa il maltempo. Sono invece partite regolarmente le grandi navi che collegano Palermo con Napoli e Genova. Nessun problema per il trasporto aereo. All'aeroporto 'Falcone e Borsellino' di Palermo il traffico e' regolare.

TRAPANI - Centocinquanta turisti, che hanno trascorso il Capodanno a Favignana, da ieri sono bloccati nell'isola a causa del maltempo. Traghetti e aliscafi, infatti, hanno interrotto le corse. Il sindaco dell'isola, Gaspare Ernandez, ha chiesto ai responsabili del residence 'L'Approdo di Ulisse' di rinviare la chiusura, in modo da consentire ai turisti di trovare ospitalita'. La richiesta e' stata accolta.
A cura dell'ANSA

Ultima Ora

03 GENNAIO ore 11:59

CAMPOBASSO - Un'ondata di gelo sta interessando gran parte del Molise. La neve ha cominciato a cadere nella notte oltre i 500 metri. In alcune zone della provincia di Isernia ha gia' raggiunto i dieci centimetri. Anche Campobasso si e' risvegliata sotto un'abbondante nevicata che al momento non crea particolari difficolta' alla circolazione: da ore sono comunque in azione i mezzi spartineve e spargisale dell'Anas e della Provincia

CATANZARO - E' nevicato per tutta la notte sulla Sila. Nella zona di Lorica, tra le piu' note localita' sciistiche, caduti una cinquantina di cm di neve. Stamani la temperatura e' 5 gradi sotto lo zero. Numerosi gli appassionati che hanno raggiunto gli impianti sciistici. Dopo il maltempo di ieri, il sole e' tornato a splendere su gran parte della regione.

ROMA - Un'ondata di gelo sta interessando gran parte del Molise e la Sila. La neve ha imbiancato anche i monti Simbruini, vicino Roma.Sulle Alpi prevale invece un fronte caldo, e la neve scarseggia. Sulla Sila, nella notte, la coltre bianca ha toccato i 50 centimetri. Fa freddo ma ora splende il sole. In Molise ha nevicato sopra i 500 metri e anche Campobasso si e' svegliata imbiancata. La neve e' caduta abbondante anche nel Lazio, sui Simbruini e nel comprensorio di Monte Livata.
A cura dell'ANSA

In Primo Piano

03 GENNAIO ore 11:28

Probabile guasto del tempo intorno al 10 Gennaio ma la tendenza rimana al quanto delicata

Dopo la rimonta dell'Alta pressione tra il 6 e l'8 Gennaio si prospetta un cambio di marcia sull'Italia. Un depressione molto fredda in discesa sull'Europa occidentale potrebbe nella giornata del 9 Gennaio tenderà la sua struttura un pò più ad ovest, andando così ad interessare buona parte del Centro-Nord Italia con prime piogge deboli e sparse. Le temperature rimarranno sempre sopra la media con valori miti di giorno e la neve (abbondante sulle Alpi) cadrà soltanto oltre i 1500-1700 metri. Nella giornata del 10 Gennaio la depressione fredda entrerà più decisa sul Mediterraneo settentrionale innescando forti piogge su tutto il Nord, prima ad ovest e poi ad est. Neve abbondante sulle Alpi oltre i 1000 metri. In giornata piogge anche sul Centro-Sud con neve in Appennino a quote medio-alte.
E' una bellissima tendenza che servirebbe ad attenuare il deficit idrico su molte regioni del Nord Italia, specie quelle occidentali. Putroppo le perturbazioni saranno decisamente a carattere Autunnale che Invernale e la neve difatti cadrà solo a quote abbastanza alte in primo momento grazie a temperature ancora miti in quota. Comunque avremo ancora modo per parlarne nei prossimi giorni. La probabilità di accadimento rimane al momento molto bassa...

Cronaca Meteo

03 GENNAIO ore 10:45

Piogge torrenziali a Sulawesi: il maltempo causa di un disastro aereo con 90 vittime
156 mm in 48 ore a Ujungpandang, nel sud dell'isola indonesiana. -30,6°C martedì a Saghez, nel nordovest dell'Iran. Ancora gran caldo in Argentina: 42,5°C a San Juan. 44°C a Balgair, nello stato australiano di Victoria. Clovis sul Madagascar orientale.


Nell'isola indonesiana di Sulawesi (Celebes) vi è stato un grave incidente aereo (90 le vittime), causato anche dal maltempo. Un aereo della compagnia low-cost indonesiana Adam Air, decollato da Surabaya e diretto a Manado, con 102 persone a bordo, è precipitato sulle montagne del sud dell'isola. Proprio in questa regione, a Ujungpandang, sono stati registrati 77 mm tra le 12 GMT di lunedì e la stessa ora di martedì, dopo i 79 delle 24 ore precedenti. Tra le 12 GMT di domenica e la stessa ora di lunedì, sempre nel sud di Sulawesi, erano stati registrati 90 mm a Bau-Bau. Continua la "striscia" gelida di Saghez, località del nordovest dell'Iran, a 1493 metri di quota. Martedì 2 gennaio è stata registrata una minima di -30,6°C. Notevoli anche i -26,2°C di Shahre-Kord e i -24,7°C di Hamedan. Ancora molto freddo anche in Turchia orientale: Erzurum -28,0°C, Kars -23,1°C, Diyarbakir -19,9°C, Van -16,0°C.
Gli ultimi giorni sono stati localmente molto piovosi sulla parte orientale dell'isola di Mindanao, nelle Filippine. A Hinatuan, per esempio, sono caduti 258 mm di pioggia tra sabato mattina e martedì sera, ora locale.
Parte dell'Argentina settentrionale ha avuto anche lunedì 1° gennaio temperature oltre i 38°C. Tra le località più calde, San Juan e La Rioja, con massime 42,5° e 42,1°C, circa 8°C al di sopra della media delle massime di gennaio. Registrate massime di 40,0°C a Catamarca e Santiago del Estero.
Il ciclone tropicale Clovis continua a interessare la costa est del Madagascar. Martedì mattina, Clovis era accompagnato da venti sostenuti a 70 miglia orarie, che spiravano intorno ad un centro situato 185 miglia a est-nordest di Mananjary, Madagascar. Il ciclone si muoveva verso sudovest a 8 miglia orarie, destinato probabilmente a impattare sul Madagascar sudorientale mercoledì mattina, ancora come tifone di categoria 1, per poi passare allo status di tropical storm.
Al largo della costa dell'Australia nordoccidentale, si è formata la "tropical storm" Isobel. Martedì mattina, era accompagnata da venti sostenuti fino a 45 miglia orarie, che soffiavano intorno ad un centro situato 235 miglia a nord di Port Hedland, in Australia Occidentale. La tempesta si muoveva verso sudovest a 13 miglia orarie. La tempesta dovrebbe rinforzare leggermente martedì notte (ora GMT), con il vento che dovrebbe raggiungere le 60 miglia orarie. Nella giornata di mercoledì, Isobel dovrebbe fare "landfall" a est di Port Hedland.
Venti settentrionali hanno portato martedì 2 gennaio l'aria calda e secca dall'entroterra australiano verso lo stato sudorientale di Victoria. La temperatura è salita fino a oltre 44°C a Balgair, mentre Forrest ha sfiorato i 43°C. La media delle massime di gennaio è inferiore a 32°C in entrambe le località.
A cura di www.meteogiornale.it

Ultima Ora

03 GENNAIO ore 10:18

SAVONA, 3 GEN - E' ancora emergenza incendi nel Savonese. Nella notte due roghi che hanno interessato Cadibona, dietro Savona, e Toirano. Squadre di soccorritori tengono lontano il fuoco da villette e abitazioni. E' atteso il ritorno dei mezzi aerei della Protezione Civile. In fiamme anche i boschi sul Monte Faudo e sul Colle d'Oggia, nell'entroterra imperiese. Si sta ancora cercando l'anziana dispersa da ieri nei boschi di Quiliano mentre aiutava la famiglia a spegnere un incendio. A cura dell'ANSA

In Prima Pagina

03 GENNAIO ore 9:58

Ancora deboli nevicate sui rilievi di confine del Triveneto e locali piogge sul Centro-Sud. Nuovo fronte perturbato tra il 4-5 Gennaio da nord a sud. Novità per la prossima settimana

SITUAZIONE
Migliora la situazione su tutto il Centro-Nord con cieli sereni e tersi. Soltanto sui rilievi del Triveneto e di confine sono ancora in atto deboli nevicate. Nuvoloso invece sul medio-basso Adriatico, Calabria e Sicilia tirrenica con piogge sparse. Spruzzate di neve in Appennino oltre i 1000-1200 metri ma migliora in giornata un pò ovunque.

EVOLUZIONE
Nuovo fronte in arrivo sull'Italia a partire dal 4-5 Gennaio con nuove nevicate intense sulle Alpi di confine e veloci piogge al Centro-Sud, localmente moderate sulla Sicilia e Calabria tirrenica per un leggero Stau. Spruzzate di neve sull'Appennino e sulla Sila oltre i 1000-1200 metri.
Nei prossimi giorni altri deboli fronti si addosseranno sulle Alpi di confine provocando altre nevicate. Un pò di nuvolosità e locali piogge arriveranno anche sul Tirreno ma si tratterà di poca roba

L'EPIFANIA
Tempo variabile su tutta la Penisola con isolati piovaschi sulla Liguria, basso Piemonte e coste del medio-basso Tirreno. Un pò di neve sui rilievi di confine del Trieveneto. Asciutto sull'Adriatico. Temperature miti su tutta lo Stivale.
Dopo l'Epifania (probabilità ancora bassa) ci sarà un marcato peggioramento a partire dalle gironate del 9-10-11 Gennaio su tutto il Centro-Nord con piogge anche forti specialmente ed inizialmente sul Nord-Ovest in spostamento poi verso l'11 sul Triveneto con neve abbondante sulle Alpi oltre i 1500 metri. Qualche pioggia in arrivo anche al Centro-Sud. In seguito un temporaneo miglioramento prima di un nuovo peggioramento probabilmente dai connotati più invernali rispetto a prima. Seguite gli aggiornamenti...

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