giovedì, gennaio 04, 2007

In Primo Piano

04 GENNAIO ore 17:46

Clima: il 2007, anno più caldo di sempre
Il fenomeno di El Nino nel sud Pacifico prelude a un innalzamento delle temperature. Conseguenze: alluvioni, siccità e disastri

ROMA - Il 2007 sarà l'anno più caldo di sempre. L'ente metereologico nazionale della Gran Bretagna, lo afferma con certezza: non ci saranno precedenti altrettanto torridi nel passatto, almeno da quando misurazioni certe sono state effettuate, permettendo quindi raffronti. Il motivo principale, secondo la Bbc che ha raccolto l'allarme degli scienziati inglesi, è la corrente di El Nino sull'Oceano Pacifico, che farà salire la temperatura globale, dando origine ad un esteso periodo di caldo. Il Me sostiene che una serie di altri fattori concomitanti potrebbe spingere le temperature medie al di sopra del livello record del 1998, che finora rimane l'anno più caldo registrato. L'anno appena trascorso è risultato invece il sesto più caldo.EFFETTO NINO - «Questo dato rappresenta un ulteriore avviso del cambiamento climatico in corso nel nostro pianeta», ha detto Katie Hopkins, scienziata del Met. I dieci anni più caldi registrati finora sono concentrati nel periodo che va dal 1994 a oggi, in una serie di rilevamenti che iniziò un secolo e mezzo fa, secondo i dati forniti dall'agenzia climatica delle Nazioni Unite. Secondo i metereologi inglesi, c'è il 60% di possibilità che la media delle temperature sia uguale o superiore a quella registrata nel 1998. Secondo gli esperti la combinazione dell'effetto El Nino e quello deill'aumento dei gas serra sarà particolarmente pericolosa e sono convinti che le temperature medie subiranno un aumento che va dai 2 ai 6 gradi con conseguenze gravi, dal maggiore scioglimento dei ghiacciai, all'aumento del livello del mare ad alluvioni e violente tempeste. Non è la prima volta che El Nino viene chiamato in causa come responsabile di vasti cambiamenti climatici. Il fenomeno (riscaldamento delle acque del Sud pacifico) è già in corso dalla fine del 2006 ma i suoi effetti si fanno sentire con un certo ritardo sulle temperature del pianeta e dunque le conseguenze a livello climatico si avvertiranno nel corsodel 2007. «C'è un intervallo piuttosto lungo, circa 4 mesi tra El Nino e il riscaldamento globale delle temperature - spiega Chris Folland, capo del centro di ricerca sul clima di Hadley -Ci siamo serviti di due metodi per prevedere gli effetti di El Nino: uno statistico e l'altro matematico, analizzando anche i dati registrati nei precedenti 50 anni. Così abbiamo ricavato una probabilità del 60% di un'annata da caldo record, il che significa che è più probabile che accada che il contrario».
A cura del CORRIERE DELLA SERA

Cronaca Meteo

04 GENNAIO ore 12:36

Fa sempre freddo in Arabia e Iran
In Arabia Saudita -5,4°C mercoledì ad Ha'il, sfiorata la gelata anche a Riyadh. In Iran, -29,4°C a Saghez, solo 0,6°C nella calda Abadan. Clovis e Isobel hanno fatto landfall in Madagascar e Australia Occidentale. Nel sud dell'Australia, 45°C ad Eucla.


Ancora intense gelate in Arabia Saudita mercoledì 3 gennaio. Alcuni valori: Ha'il -5,4°C, Turaif -2,5°C, Guriat -2,4°C, Hafr-al-Batin -2,0°C, King Khaled Airport -1,8°C, Arar -1,2°C. Molto bassi anche i valori di Riyadh (1,7°C) e di Medina (2,0°C).
Anche in Iran per ora non si attenua il freddo. In pianura, non lontano dal Golfo Persico, Abadan ha registrato, mercoledì 3 gennaio, una minima di 0,6°C e una massima di 13,8°C. In montagna, minime -28,6°C a Saghez, -25,2° a Shahre-Kord, -22,4° a Sarab, -21,8° a Hamedan, -21,2° a Zanjan, -19,8° a Khoy.
Parte della Siberia ha avuto in questo inizio di gennaio temperature insolitamente miti. Nella parte occidentale della vasta repubblica della Jacuzia, la temperatura è stata tra 19° e 25°C superiore alla media del periodo in molte località, tanto martedì quanto mercoledì. A Isit, per esempio, la massima di martedì è stata di circa -8°C, mentre la media delle massime di gennaio è -33°C. Mercoledì mattina, Suntar non è scesa al di sotto dei -14°C, mentre la media delle minime di gennaio è -39°C.
Clovis ha toccato terra sulla costa est del Madagascar mercoledì, proveniente dall'Oceano Indiano Meridionale. Il landfall è avvenuto intorno alle 18 GMT, con la tempesta allo stato di "tropical storm", con venti sostenuti fino a oltre 50 miglia orarie. Clovis giovedì si sposterà verso sud/sudovest, ormai sulla terraferma, indebolendosi rapidamente, ma ancora in grado di apportare piogge intense.
Il ciclone tropicale Isobel ha colpito il nordovest dell'Australia mercoledì 3 gennaio. La tempesta ha fatto "landfall" sulla poco popolata regione della Eighty Mile Beach, nello stato dell'Australia Occidentale. Al momento del landfall, il vento sostenuto raggiungeva le 45 miglia orarie. La città di Mandora è stata inondata da 168 mm di pioggia.
Gran caldo in parte della costa australiana meridionale mercoledì. Nel sudest dello stato dell'Australia Occidentale, per esempio, la temperatura è salita a 45°C, 19°C oltre la media, a Eucla. Nello stato dell'Australia Meridonale, massime di oltre 44°C a Nullarbor e 42°C abbondanti a Ceduna, entrambe quasi 17°C oltre la media.
Martedì si è attenuata l'ondata di caldo nel nord dell'Argentina, ma ancora diverse località hanno fatto segnare massime oltre i 38°C. A Santiago del Estero la massima è stata 41,8°C, 9°C oltre la media. 39,0°C la massima registrata a Las Lomitas.

A cura di www.meteogiornale.it

Ultima Ora

04 GENNAIO ore 12:15

Isolate da tre giorni Pantelleria e Lampedusa

PALERMO - Per il terzo giorno consecutivo Lampedusa e Pantelleria sono isolate a causa del maltempo. Anche ieri sera, infatti, non sono partiti per le proibitive condizioni del mare i traghetti che collegano Porto Empedocle con le Pelagie e Trapani con Pantelleria. Sono invece ripresi, sia pure con difficoltà, i collegamenti con le Egadi, dove 150 turisti sono rimasti bloccati sull'isola di Favignana, e con Ustica. Qualche problema anche nei collegamenti con le isole Eolie.

In Primo Piano

04 GENNAIO ore 11:35

Nuove NEVICATE in arrivo sulle Alpi di confine. Accumuli abbondanti sui versanti Svizzeri

Dopo una pausa asciutta e ventosa avuta ieri sulle Alpi, ecco che un nuovo sistema frontale da N-NW sta arrivando ad interessare le Alpi occidentale. Al momento il Radar Landi evidenzia solo qualche debole precipitazione sui rilievi della Valle d'Aosta, mentre sulla Svizzera occidentale sta già transitando la perturbazione con piogge anche intense. Intorno alle 12:00 o anche prima essa sarà già arrivata sulla Valla d'Aosta e sui rilievi occidentali delle Alpi. Ma vediamo l'evoluzione per le prossime ore:

GIOVEDI 4 GENNAIO

Situazione per le ore 12:00
Neve debole sulle Alpi a tratti moderata sulle Alpi Bernesi e versanti Svizzeri. Ancora qualche spolverata sulle Prealpi del Triveneto ma migliora velocemente. Quota neve intorno ai 1300-1400 metri, localmente più bassa ai confine dell'Alto Adige orientale.




Situazione per le ore 18:00
Marcato peggioramento con neve moderata o forte sulle Alpi Bernesi, Valle d'Aosta nord-occidentale e rilievi di confine del Torinese e dell'Ossola. Neve debole o localmente moderata altrove, specialmente per quanto riguarda i versanti esteri. Sui crinali italiani soltanto isolate spruzzate. Quota neve intorno ai 1200-1400 metri.

VENERDI 5 GENNAIO

Situazione per le 00:00
Sempre nevicate moderate o intense sulle Alpi Bernesi e Valle d'Aosta nord-occidentale. Ancora isolate spruzzate di neve sui rilievi di confine del Torinese e dell'Ossola. Sulle restanti Alpi nevicate deboli ma più presenti sempre sui versanti esteri. Quota neve in live calo intorno ai 1000-1200 metri ad ovest e 1300 ad est.

Nel corso della giornata di Venerdì 5 le nevicate tenderanno a cessare sulle Alpi occidentali mentre proseguiranno attenuate fino a sera sui rilievi del Triveneto anche se tenderanno ad allontanarsi dai confini italiani per concentrarsi sulle Alpi Austriache.
La quota neve potrebbe sfiorare i 900-1000 metri a nord delle Alpi.

ACCUMILI NEVOSI:
Gli accumuli nevosi oltre i 1500-2000 metri oscilleranno fin verso i 50-60 cm sulle Alpi Bernesi e 30-40 sul resto della Svizzera e dell'Austria. 15-20 cm cadranno sui rilievi della Valle d'Aosta, 2-5 cm sulle Alpi Graie e Pennine (settori del Torinese e dell'Ossola) e sui restanti settori alpini. Chi dovesse oltrepassare i valichi alpini e strettamente necessario portare con se catene o gomme da neve!

Cronaca Meteo

04 GENNAIO ore 9:43

Scoperti laghi di Metano al Polo Nord di Titano

ROMA - Appaiono come nitide macchie scure e irregolari che punteggiano il Polo Nord di Titano, la luna più grande di Saturno: sono i laghi di metano che i ricercatori avevano ipotizzato e che ora hanno scoperto grazie alle ultime immagini inviate dallo strumento Radar a bordo di Cassini, la sonda frutto della collaborazione fra NASA, ESA e ASI. La scoperta, pubblicata su Nature, è un'ulteriore prova, affermano gli esperti, che Titano è "un sistema complesso nel quale vi sono interazioni fra superficie e atmosfera controllati da un processo simile a quello che ha dominato l'evoluzione della Terra".

Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricerca internazionale coordinato da Ellen Stofan, del Proxemy Research in Virginia (Usa) e University College di Londra. Importante è stata la partecipazione italiana, con l'Alenia Aerospazio e le università La Sapienza di Roma, Federico II di Napoli e il Politecnico di Bari. La presenza di laghi di metano, ha osservato Enrico Flamini dell'Agenzia Spaziale Europea e dell'Alenia Aerospazio, "conferma che i nostri modelli erano validi e che esiste un serbatoio di metano che giustifica l'abbondanza di questo idrocarburo nell'atmosfera di Titano". I laghi di metano, ha continuato l'esperto, "sono la componente di un mondo primordiale e sono indirettamente collegati all'atmosfera pre-biotica del satellite, nel senso che contribuiscono a renderla tale in quanto assicurano la presenza continua di metano nell'atmosfera". Titano è l'unico corpo del Sistema Solare ad avere una densa atmosfera simile a quella che vi era sulla primordiale Terra, con nubi di metano e azoto. Un precedente studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, PNAS, aveva dimostrato che grazie all'azione dei raggi ultravioletti nell'atmosfera di Titano, metano e azoto si combinano dando vita a molti tipi di idrocarburi che rendono l'atmosfera di Titano molto simile a quella che esisteva sulla Terra primitiva e che, come l'atmosfera terrestre, potrebbe essere un ambiente ideale per la formazione di molecole alla base della vita.

I laghi sono stati scoperti nell'emisfero nord del satellite, durante un avvicinamento della sonda Cassini nel luglio scorso. In quel periodo nell'emisfero nord di Titano era inverno e i bacini individuati, che si estendono dai 3 chilometri di diametro fino ai 70 chilometri, mostravano di essere colmi di abbondante liquido. Questo indica, secondo lo studio, che le stagioni influenzano, come avviene sulla Terra, il rifornimento dei laghi e che questi dovrebbero espandersi in inverno a causa dell'aumento delle precipitazioni mentre in estate dovrebbero prosciugarsi o diminuire. Titano, hanno sottolineato i ricercatori, è il solo corpo del Sistema Solare, insieme con la Terra, ad avere un ciclo fatto di vaporizzazione e precipitazione di un liquido: si tratta dell'acqua per la Terra e del metano per la luna di Saturno, "anche se - ha precisato Flamini - su Titano il fenomeno avviene a meno 170 gradi e a una pressione che è una volta e mezzo quella della Terra". Da quando due anni fa la sonda europea Huygens scese sulla superficie della luna, i ricercatori, grazie a quei dati e a quelli trasmessi dalla sonda Cassini, stanno ricostruendo l'ambiente di Titano tassello dopo tassello. La luna di Saturno sta mostrando così i suoi spettacolari paesaggi: dalle distese di dune di sabbia ghiacciata alla rete di canali asciutti ma nei quali un tempo scorreva metano, per finire con i nitidi laghi individuati ora al Polo Nord.
A cura dell'ANSA

In Prima Pagina

04 GENNAIO ore 9:28

SITUAZIONE
Cieli nuvolosi su buona parte del Centro-Nord grazie ad un nuovo fronte in transito da Nord verso Sud. Si segnalano anche nevicate sui valichi alpini di confine che via via saranno più intense
e forti a partire dalla Svizzera e Savoia. Quota neve intorno ai 1600 in un primo momento in calo nel pomeriggio-sera fin verso in 1100-1300 metri. Tenderà a peggiorare anche sul Centro Italia con piogge deboli su Liguria di Levante, alta Toscana, Lazio, Campania e successivamente nella notte su buona parte del Sud. Spruzzata di neve sull'Appennino centrale oltre i 1400 metri e su quello meridionale oltre i 1100-1300 metri. Asciutto al Nord.

EVOLUZIONE PER I PROSSIMI GIORNI
Domani (Venerdì 5) pioggie sparse al Sud, localmente intense sulla Calabria e Sicilia tirrenica. Sereno o poco nuvoloso altrove ma via via più nuvoloso proseguendo verso i confini alpini con possibili brevi nevicate, sopratutto sull'Alto Adige.
Sabato 6 e Domenica 7 ancora un pò di nuvolosità al Sud con locali pioggia sull'est della Sicilia ma migliora. Peggiora nuovamente sulle Alpi con nevicate sui rilievi alpini di confine oltre i 1400-1500 metri.
Lunedì 8 e Martedì 9 peggiora lentamente sul Tirreno occidentale con prime deboli piogge in risalita successivamente verso il Nord Italia
Sarà solo un piccolo avviso perchè a partire da Mercoledì 10 e Giovedì 11 peggioramento più marcato sul Centro-Nord con piogge sparse e neve in montagna a quote medio-alte. Maggiori precipitazioni riguarderanno la Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta ed ovest Lombardia.

PER QUANTO RIGUARDA IL FREDDO?
Non si vedono avvezioni fredde sull'Italia almeno fino a metà mese, in seguito probabile discesa fredda da est ma questa e solo un ipotesi delle tante. Seguite gli aggiornamenti...




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